Si è iscritta a un corso di cinematografia preso il Teatro Vertigo di Livorno e a Maggio ha esposto il suo primo cortometraggio che si intitola “Destino”.
Attualmente frequenta un corso di regia cinematografica a Firenze.
Hai frequentato il Liceo artistico prima a Cecina, poi a Livorno, c’è quindi un “continuum” fra la scelta delle superiori e ciò che stai portando avanti in questo momento. Mi viene quindi da pensare che la scelta in ambito cinematografico è nella tua vita una specie di riconferma, come ti sei accorta che il cinema può diventare qualcosa di più di una semplice passione?
Sono nata in una famiglia che è sempre stata a contatto con l’arte, a partire da mio padre che dipingeva e girava film indipendenti; anche mia madre dipingeva ed è architetto di case “bio”. Ho sempre respirato un’aria particolare quindi. Quand’ero piccola passavo le giornate a guardare film, in particolare quelli Jerry Lewis, Stanlio e Olio, Totò.
Ho sentito, ad un certo punto, la necessità di esprimermi; di dire qualcosa. Ho provato con la pittura e la fotografia, che pratico tutt’ora, ma mi sono accorta che con il video riuscivo a realizzare i miei intenti, quindi questo mi ha convinto.
Spero che il cinema diventi qualcosa di più nella mia vita perche mi piace inventare storie, esprimere un concetto utilizzando le immagini. Sul lavoro sono molto metodica e mi piace organizzare tutto.
Quali sono state le problematiche che hai affrontato come regista di una produzione indipendente?
La produzione del corto non è indipendente. Vertigo Cinema mi ha seguita e supportata per questa realizzazione. Non ci sono state particolari problematiche, forse esprimere ciò che volevo agli attori.
Hanno influito poco in quanto Vertigo Cinema ha fornito un attrezzatura abbastanza adeguata.
In un panorama cinematografico scarsamente emotivo “Destino” qual è l’obiettivo che si prefigge? Qual è l’emozione che vuole principalmente suscitare nello spettatore?
Il corto “Il Destino” ha l’intento di far riflettere le persone sul fatto che il nostro destino ci viene in contro e ci aiuta. Non perderemo mai la Via!
Quale atteggiamento hai adottato verso gli attori? Hai proposto loro un metodo, li hai lasciati improvvisare, oppure un insieme delle due cose, a secondo con chi avevi a a che fare?
Ho dato qualche indicazione, ma sul comunicare con gli attori devo ancora lavorarci.
Hai un regista di riferimento?
Certo! Jean Pierre Jeunet, che penso abbia uno stile tutto suo. Poi Sean Penn, Alexander Payne, Tim Burton e Stanley Kubrick.
Dopo “La bellezza del cibo” vorrei provare a realizzare un lavoro: “La bellezza del mercato”. Questo perché odio i mercatini e progetto potrebbe aiutare la sottoscritta ad amare questi momenti di folklore locale, come a sua volta il lavoro precedente ha riacceso l’amore per il cibo in diverse persone, che si sono complimentate con me. Successivamente vorrei dedicarmi ad un progetto molto più ambizioso e creare un sito internet che presenti in maniera di cine-documentario gli artisti passati e presenti. Non posso volere altro!
Non ci resta che augurarti il meglio e un grosso in bocca al lupo per il futuro!
Matteo Taccola
matteo.taccola@uninfonews.it