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Pane, mafia e diossina: la nuova ricetta mafiosa.

Tutto potevamo immaginarci: che la mafia s’arricchisse con il commercio e la produzione di droga e armi è risaputo, ma sicuramente molti  italiani non si sarebbero aspettati che la camorra si occupasse anche della grossa distribuzione del pane a Napoli. Quel che è peggio è che si tratta di pane tossico, cotto con chiodi in forni a legna che ardono legno vecchio e verniciato, gusci di noce, pesticidi e componenti di alcune bare, il tutto condito da un tocco di diossina e sostanze cancerogene.

Sono stati sequestrati oltre 3mila chili di pane e sono stati diciassette i forni sequestrati perché abusivi con conseguenti sanzioni ammontanti a 40mila euro. Questa è la nuova ricetta mafiosa che ha un business di circa 600 milioni di euro l’anno, se mantenesse l’andamento del 2008,  “solo” usufruendo di oltre 1400 panifici non autorizzati, fornitori di certi venditori ambulanti evidentemente non disdegnati, tanto che i venditori onesti sono costretti, pur di riavvicinare la clientela, a distribuire pane gratuitamente o a prezzi stracciati. E la filiera del pane non si ferma alla strada: il pane della camorra è anche nei supermercati all’insaputa dei consumatori. Nei forni illegali lavorano extracomunitari che, accettando di essere sottopagati, non solo commettono reato, ma rischiano di ammalarsi a loro volta.

Dov’è finito il pane genuino napoletano? S’attendono evoluzioni negli arresti.

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