Un viaggio drammatico alla ricerca della salvezza, quello raccontato dalla bravissima Ottavia Piccolo nel suo spettacolo Occident Express andato in scena al Teatro Goldoni lo scorso martedì 26 febbraio, per la stagione di prosa. Una discesa agli inferi moderna che ha fatto immedesimare il pubblico nel travagliato percorso di rinascita e morte dell’anziana Haifa Ghemal, che insieme alla nipotina di quattro anni Nassim, ha percorso 5000 km attraverso la cosiddetta “rotta dei Balcani”, costretta improvvisamente a causa del bombardamento del suo villaggio a partire in cerca di una vita migliore.
Le luci e la coreografia erano davvero minimalisti, coerentemente con il delicato contenuto del monologo, finalizzate a trattenere il focus dell’opera solo sulla storia e non su altri aspetti di contorno, infatti era presente sulla scena solo un piccolo palco in legno con sopra dei cubi che simboleggiavano le fatiscenti abitazioni di Hulalyah, il povero paese di origine dal quale la protagonista era dovuta fuggire. L’intera trama serve per sostenere come le migrazioni dei richiedenti asilo siano storie di drammi individuali e di difficoltà complesse e rischiosissime per la vita stessa dei profughi.
Nella narrazione scritta da Stefano Massini, sulla base di un fatto di cronaca realmente accaduto nel 2015, sono infatti frequenti gli spunti in cui si parla di morte di altre migranti e di prove difficilissime per continuare il proprio viaggio, vere e proprie odissee moderne imbevute di soprusi e brutalità, dove il dio denaro fa da padrone decidendo le sorti degli sfortunati peregrini. Il testo di Massini è di una lirica semplice ma d’impatto, a metà strada fra prosa e poesia, ricco di allitterazioni per sottolineare violentemente con forza tutte le azioni disumane che Haifa ha dovuto compiere per salvare se stessa e sua nipote, così come i due bambini che si erano uniti a loro nel corso del loro cammino. Non di meno si sottolinea anche “la guerra civile” tra migranti stessi per poter proseguire il cammino, aspetto spesso poco sottolineato dai media quando si riportano fatti di questo tipo. Uno dei bambini adottati da Haifa, poiché insieme ai fratelli rimasto orfano dei genitori, lungo il massacrante percorso verso la salvezza ruba continuamente del denaro a scapito delle altre persone in fuga, ma sarà proprio grazie alla refurtiva accaparrata da questo scaltro bambino di soli dieci anni, che riusciranno ad arrivare a Danzica sul mar Baltico tutti insieme.
Forse l’aspetto più interessante dell’opera è proprio la dinamica di lotta interna fra uomini nelle stesse condizioni, i quali per migrare con successo seguono la legge di natura del più forte per primeggiare e sopravvivere arrecandosi danno gli uni con gli altri. Uno spettacolo molto apprezzato che vuole sensibilizzare il pubblico e farlo essere più “umano” nei confronti di una realtà così attuale che coinvolge oggigiorno migliaia di persone, Occident Express vuole essere un segno che va contro la tendenza attuale di voltare la testa dall’altra parte e di non prestare attenzione al prossimo, per questo ne consiglio a tutti la visione.