Finalmente l’Oscar torna in Italia, Sorrentino ce l’ha fatta! La Grande Bellezza ha trionfato nella categoria miglior film straniero, un premio che mancava di fare visita al Bel Paese da ormai 15 lunghi anni, quando nel 1999 fu Benigni a portarlo a casa. ”Grazie all’Academy Awards, a tutti gli attori, i produttori e a tutte le mie fonti di ispirazione: Federico Fellini, Martin Scorsese, i Talking Heads e Maradona”, queste le parole del regista partenopeo visibilmente emozionato dopo la consegna della statuetta, accompagnato sul palco da Toni Servillo e dal produttore Nicola Giuliano. Riguardo la cerimonia in sé è stata piuttosto movimentata, è stata condotta da Ellen DeGeneres e ci sono state diverse piacevoli intrusioni come quella di Jim Carrey, Robert De Niro, Angelina Jolie, Penelope Cruz e molti altri. Protagonista assoluto della serata è stato però Steve McQueen che col suo 12 Anni Schiavo vince l’Oscar per il miglior film. La stessa pellicola consegnerà anche l’Oscar come miglior attrice non protagonista a Lupita Nyong’o e vincerà anche quello per la migliore sceneggiatura non originale. A trionfare sono anche Cate Blanchett, che vince la statuetta per miglior attrice protagonista, grazie alla performance in Blue Jasmine di Woody Allen e pure Matthew McConaughey che si porterà a casa quella per il miglior attore protagonista. Per il film Dallas Buyers Club verrà premiato anche Jared Leto come miglior attore non protagonista e ritengo che il riconoscimento al cantante dei 30 Second to Mars sia più che meritato. A fare incetta di trofei è stato però Gravity che porta a casa ben 7 Oscar tra cui quello per la miglior regia ad Alfonso Cuaròn; benché per la maggior parte si trattino dei cosiddetti premi tecnici la quantità mi lascia un po’ perplesso. Così l’86esima edizione degli Oscar è scivolata via anche quest’anno ma ci sono state anche molte altre sorprese che considero però perlopiù negative. Una di queste è ad esempio il mancato Oscar agli U2 per la canzone Ordinary Love che si è vista superare da Let it go del film di animazione Frozen: non sarà certo la canzone più bella del gruppo irlandese ma dai più la consegna dell’Oscar nelle mani di Bono era quasi una mera formalità. Inoltre sono stati completamente snobbati dalla giuria dell’Academy sia American Hustle di David O Russell che contava su un folto cast tra cui Christian Bale (candidato a miglior attore protagonista), Amy Adams (candidata a miglior attrice protagonista), Bradley Cooper (candidato a miglior attore non protagonista) e Jennifer Lawrence (candidata a miglior attrice non protagonista) e vantava un totale di 10 nomination sia The Wolf of Wall Street del maestro Martin Scorsese. Ma la cosa che considero agghiacciante è ancora una volta il mancato conferimento dell’Oscar al povero Leonardo DiCaprio che ormai non sa più a che santi votarsi. Non me ne voglia Matthew che è stato sicuramente bravo ma la performance di Jordan Belfort direi che è stata diversi gradini superiore. Anch’io, del resto come ormai lo stesso Leo, non so più cosa pensare e soprattutto come spiegarmi questo palese ostracismo dell’Academy nei suoi confronti. Ha rubato la ragazza a qualche membro della giuria? Da piccolo era in classe di uno di loro e Leo gli rubava la merenda all’intervallo? Non lo so davvero e vogliate scusarmi ma non riesco a trovare una logica conclusione a tale enigma. La verità è che ogni anno perdo sempre più considerazione per questa cerimonia e ormai siamo ai minimi storici. Dunque Leo non ci pensare troppo e vai avanti per la tua strada del resto neanche Del Piero ha mai vinto il Pallone d’Oro e come cantava De Gregori, ”non è da questi particolari che si giudica un… attore!”.
Di seguito tutti i vincitori della serata:
Miglior film
12 anni schiavo di Steve McQueen
Migliore regia
Alfonso Cuarón per Gravity
Migliore attrice protagonista
Cate Blanchett per Blue Jasmine
Migliore attore protagonista
Matthew McConaughey per Dallas Buyers Club
Migliore attrice non protagonista
Lupita Nyong’o (12 anni schiavo)
Migliore attore non protagonista
Jared Leto per Dallas Buyers Club
Migliore sceneggiatura non originale
John Ridley (12 anni schiavo)
Migliore sceneggiatura originale
Spike Jonze per Her
Miglior fotografia
Emmanuel Lubezki per Gravity
Migliore scenografie
Catherine Martin e Beverly Dunn (Il Grande Gatsby)
Miglior film straniero
La grande bellezza di Paolo Sorrentino (Italia)
Miglior film d’animazione
Frozen – Il regno di ghiaccio di Chris Buck, Jennifer Lee e Peter Del Vecho
Migliori effetti speciali
Tim Webber, Chris Lawrence, David Shirk e Neil Corbould per Gravity
Migliore montaggio
Alfonso Cuarón e Mark Sanger per Gravity
Miglior sonoro
Glenn Freemantle per Gravity
Miglior montaggio sonoro
Skip Lievsay, Niv Adiri, Christopher Benstead e Chris Munro per Gravity
Miglior colonna sonora
Steven Price per Gravity
Miglior canzone originale
Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez per Let It go (Frozen – Il regno di ghiaccio)
Miglior trucco e acconciature
Adruitha Lee e Robin Mathews per Dallas Buyers Club
Migliori costumi
Catherine Martin e Beverley Dunn per Il Grande Gatsby
Miglior documentario
20 Feet from Stardom di Morgan Neville, Gil Friesen e Caitrin Rogers
Miglior corto documentario
The Lady in Number 6: Music Saved My Life di Malcolm Clarke e Nicholas Reed
Miglior cortometraggio
Helium di Anders Walter e Kim Magnusson
Miglior cortometraggio d’animazione
Mr. Hublot di Laurent Witz e Alexandre Espigares
Alessio Nicolosi
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