Obiettivo Livorno – Scatta la Città: Valentina Savi
LIVORNO – Nell’ambito del contest Obiettivo Livorno – Scatta la città: Scorci di Vita Livornese, l’Associazione Uni Info News si è prefissata tra gli “obiettivi” quello di far conoscere da un punto di vista artistico tutti i partecipanti, così che coloro che ci seguano possano dare uno sguardo all’artista che è dentro ognuno di loro.
Questa sera intervistiamo Valentina Savi, che ringraziamo calorosamente per le risposte e a cui auguriamo un forte in bocca al lupo!
Quando fai una foto cosa provi?
A essere sincera, nel preciso momento in cui scatto una foto, non provo nulla. Sono avvolta da una “bolla” che non mi permette di farmi distrarre da quello che succede intorno a me, ci siamo sono il e il mio soggetto. Prima e dopo la foto però cerco il particolare originale che darà un tocco in più alla mia foto.
Preferisci come soggetti le persone o i paesaggi? Perché?
Le persone, senza ombra di dubbio. Da sempre i paesaggi mi hanno dato un senso di smarrimento, è come se fotografando un paesaggio perdessi di vista ciò che voglio comunicare, mentre con le persone è tutto il contrario.
Propendi più per una macchina analogica o digitale ? Quali pensi siano i vantaggi e gli svantaggi?
La mia “avventura” fotografica è partita con una Canon a rullino e ancora oggi le macchine analogiche mi affascinano. Aspettare che le foto siano sviluppte per poi scoprire che la foto che credevi venuta meglio in realtà era troppo scusa o troppo chiara non ha prezzo e è una sensazione che ancora ricordo. Purtroppo però mi devo schierare dalla parte delle macchine digitali perché adesso è troppo più comodo scattare e passare direttamente sul computer. Per non buttare via la dozzina di obiettivi della Pentax che mi ha regalato mio nonno ho comprato un adattatore che uso ogni volta, faccio una fusione tra analogico e digitale!
Pensi che Livorno sia una città culturalmente attiva? E con una certa attenzione per l’ambito fotografico?
Vorrei poter dire di si ma purtroppo Livorno scarseggia molto in ambito culturale. Se si parla nello specifico di fotografia c’è poco da dire perché c’è poco fa fare, ma anche allargando il campo, la cultura risulta molto trascurata ed è veramente un peccato.
Cosa ne pensi dell’uso che si fa quotidianamente dei social per pubblicizzare o pubblicare le fotografie? Che ne pensi di Instagram?
Instagram è il nuovo Facebook, anzi, forse meglio! Sono dell’idea che ognuno possa pubblicare ciò che vuole sui social, dal selfie con le amiche al tramonto sul mare. L’aver creato un social come Instagram che ti permette di pubblicare solo foto secondo me è un colpo di genio. Non mancano le mele marce, ovvio, perché si vedono sempre foto che non si vorrebbero vedere, però se se ne fa un buon uso, magari per pubblicizzare giovani artisti (io stessa ho un profilo in cui pubblico i miei disegni), è tutto di guadagnato.
Per te scattare le foto è più una questione “tecnica” o di impulso?
Assolutamente una questione impulsiva, nonostante abbia frequentato un corso di fotografia, ci sono le volte in cui non regolo l’ISO, il diaframma e tutte quelle cose che per me sono meccaniche. Una fotografia è un momento, se perdi il momento hai perso la foto. Non mi posso permettere di pensare prima alla tecnica e dopo all’impulso.
Livorno offre sia paesaggi suggestivi che scenari tipici di una città come tante altre, alcuni anche con sfumature ricche di decadenza. Sei più affascinato dai primi o dai secondi?
Le sfumature di decadenza mi attraggono in ogni contesto, che si parli di una città, un soggetto o una natura morta. C’è da dire che ci sono tramonti che si vedono solo a Livorno e a volte sono così belli che non puoi proprio fare a meno di fotografarli. Livorno è sicuramente riconoscibile attraverso i suoi scenari tipici che però io non definirei di una città “come tante altre”.
Qualora tu dovessi arrivare tra i dieci selezionate per la votazione finale del Contest, cosa rappresenterebbe per te il laboratorio fotografico indetto dal comune?
Una svolta, finalmente qualcosa per chi è appassionato di fotografia. Penso che “svolta” sia il termine giusto, l’unico termine da poter utilizzare per rispondere a questa domanda.
Cosa ti ha spinto a prendere parte al nostro Contest Fotografico?
Ho pensato che molti partecipanti si sarebbero soffermati sul mare e la vita di mare, io però penso che Livorno non sia solo il pavimento a quadri della terrazza o la torre di Calafuria. Così ho voluto immortalare un momento che mi ricorda la mia infanzia, una sensazione che ho sempre ricollegato alla mia città. Il frate il sabato mattina tra le urla del mercato. Spero che la mia foto trasmetta tutto quello che ho sentito e provato io quando l’ho scattata. Le urla dei commercianti, i colori della frutta, i piccioni che mangiano le briciole da terra, le donne anziane con i carrelli della spesa e mamma che mi pulisce lo zucchero rimasto sulla faccia. Questo è quello che mi ha spinto a partecipare, far vedere come ti fa sentire la mia città.
Matteo Taccola e Claudio Fedele