Questa sera intervistiamo Beatrice Bianchini, che ringraziamo calorosamente per le risposte e a cui auguriamo un forte in bocca al lupo!
Quando fai una foto cosa provi?
Scattare foto è sempre stato per me fondamentale, sin da quando, bambina, mio babbo mi lasciava usare la sua analogica, avevo il terrore che i ricordi di determinati momenti svanissero e così ho iniziato a immortalarli con sempre più gioia!
Fare una foto mi fa provare pace e mi fa sentire libera, perché mi assicura che quell’attimo con quelle determinate emozioni annesse, sarà sempre con me quando vorrò riviverlo e provo felicità nel sapere che se ci sono coinvolte altre persone sarà così anche per loro.
Solitamente quando decido di scattare l’idea è quella di recarmi in un determinato luogo e coglierne le sfaccettature che più mi coinvolgono in quel momento, quindi la maggior parte delle volte vado per fotografare il paesaggio. Questo mi fa pensare che sia quello che preferisco, anche se poi molto spesso mi ritrovo ad immortalare persone, a patto che siano colte nel modo più naturale possibile e forse questo mi piace ancora di più.
Porpendi più per un’analogica o una digitale? Quali pensi siano i vantaggi e gli svantaggi?
Essendo cresciuta con le analogiche ne sarò sempre affascinata e innamorata, soprattuto perché, bazzicando gli studi di qualche fotografo in città, ho vissuto di persona tutti i momenti dello sviluppo e ricordo bene sia le attese, sia la gioia di ricevere le mie foto. Mi rendo conto però che con l’avvento della digitale ci siano stati degli sviluppi e dei vantaggi notevoli, che hanno dato la possibilità di scattare centinaia di foto in pochi attimi, eliminando la preoccupazione del numero ridotto di scatti che consentiva il rullino. Inoltre queste macchine ci permettono di valutare la resa sul momento e giocare con luci, sfocature e tutto il resto con il minimo sforzo.
Penso che negli ultimi anni ci siano state veramente tante belle iniziative nell’ambito culturale con una buona risposta da parte della mia bella città; continuando su questa strada sono sicura che in poco tempo potremo chiamarla Attiva, con la a maiuscola. In particolare per quanto riguarda l’ambito fotografico vedo che ci sono sempre più fotografi, con molte idee e voglia di farsi
Cosa ne pensi dell’uso che si fa quotidianamente dei social per pubblicizzare o pubblicare le fotografie? Che ne pensi di Instagram?
Credo che i social al giorno d’oggi siano lo strumento principale e spesso l’unico per mostrare i propri lavori. Instagram in particolare dà la possibilità di farsi conoscere in tutto il mondo semplicemente unendo un hashtag alla foto e questo è emozionante. Io stessa li utilizzo, anche se penso che non ci sia paragone con il ricevere un “mi piace” di persona, magari durante mostre o esposizioni.
Impulso! spesso mi trovo con foto che hanno bisogno di qualche correzione perché presa dal momento non ho pensato ad aggiustare la macchina o l’inquadratura, ma questo non toglie certamente importanza alla tecnica.
Livorno offre sia paesaggi suggestivi che scenari tipici di una città come tante altre, alcuni anche con sfumature ricche di decadenza. Sei più affascinato dai primi o dai secondi?
Per quanto ami il bello di Livorno e cerchi di mostrarlo sempre, quello che in generale mi affascina di più sono scenari con sfumature decadenti.
Qualora tu dovessi arrivare tra i dieci selezionate per la votazione finale del Contest, cosa rappresenterebbe per te il laboratorio fotografico indetto dal comune?
Sarebbe una bellissima e importantissima opportunità per imparare e scavare più a fondo in questa bella passione alla quale vorrei dedicare più tempo ed energie.
Cosa ti ha spinto a prendere parte al nostro Contest Fotografico?
Il mio amore per Livorno, che è praticamente sempre protagonista e ispiratrice delle mie foto.
Matteo Taccola
e
Claudio Fedele