Per avere più audience, le stazioni televisive producono trasmissioni carine dove spesso sono presenti, anzi protagonisti, bambini, i quali, grazie a esse, hanno l’opportunità di mostrare al mondo i loro talenti (canto, recitazione, ballo e passioni varie).
Molti di questi programmi, però, “impongono” un certo tipo di abbigliamento, e, personalmente, trovo raccapricciante vedere “pargoletti”, (che quotidianamente sono semplici e genuini), vestiti in modi buffi e “carnevaleschi” dagli stilisti di queste trasmissioni televisive.
Quasi sempre, per di più, fanno assumere dei precisi atteggiamenti, preparando dietro le quinte, battute, frasi, monologhi o dialoghi da far dire ai piccoletti per far ridere il pubblico, quando questi sarebbero già simpatici spontaneamente.
Se sono programmi basati sulla competizione (come lo sono la maggior parte), ciò è ancora più penalizzante, poichè questi bambini, “costruiti”, magari in modo contrastante con la loro naturalezza e realtà, si trovano a essere valutati da una giuria che non riesce a captare in pieno le loro capacità e i loro modi di fare.
Trovo quindi, a mio avviso, semplicemente “triste” boicottare nei bambini la sincerità innata dal momento che essi sono, ormai, l’unica “purezza” rimasta.