Non vi preoccupate, dimenticheremo, e quando l’ultimo dei sopravvissuti esalerà l’estremo respiro sarà solo una roulotte che gira a scegliere il momento in cui tutto ricomincerà da capo. Ci affanniamo a istituire giorni su giorni che si collegano a eventi per la paura di dimenticare, perché intimamente sappiamo che l’eredità più vera è anche la più impalpabile: la memoria.
E quando l’ultimo di chi ha conosciuto l’olocausto lascerà questa infame terra il tempo corromperà le nostre menti, i libri si impolvereranno: noi abbandoneremo il ricordo.
Ci scuseremo per essere sbadati e accadrà di nuovo, inesorabilmente faremo i nostri errori, perché seppure gli antichi affermavano che la historia magistra vitae, erano ancora troppo ingenui, ancora troppo idealisti per aprire gli occhi sulla natura umana.
Come i giovani non ascoltano i consigli dei padri e delle madri, si feriscono e acquisiscono esperienza, così i popoli, intere nazioni, non ascoltano i consigli degli antenati ed errano promettendosi che certi fatti non accadranno più, che mai si macchieranno di crimini.
Non vi preoccupate presto tornerà, presto scorderemo e nessun giorno della memoria potrà salvarci, potrà ricordarci, perché quel giorno servirà a ricordare noi, morti invano per istituire un altro giorno!
Abbiate fede, vi dico, perché stiamo già scordando.
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