Nella serata di ieri, venerdì 15 luglio, il Maestro veneziano Nicolò Sari si è esibito nella Cattedrale di Massa per il terzo appuntamento del Festival Organistico Apuano. Un concerto che ha senz’altro riscosso grande successo e unanime consenso del pubblico, anche grazie al programma sapientemente selezionato dal Maestro, nel quale hanno trovato il giusto equilibrio brani del repertorio tedesco e francese, con una citazione vivaldiana risultata assai gradita a pubblico.
L’apertura del concerto è stata affidata al monumentale Preludio e Fuga in mi minore BWV 548 di Johann Sebastian Bach, eseguito dal M° Sari con piglio deciso e invidiabile limpidità di fraseggio, in particolare nella strepitosa Fuga, nella quale si è visto il suo vero valore d’organista, la capacità di far udire distintamente le singole voci anche nei passaggi di velocità. A proposito di questi ultimi, ho molto apprezzato la tendenza del M° Sari a sgranare ogni nota con una precisione tale da poterle quasi contare una per una.
Dopo questa affascinante composizione è stato il momento del celeberrimo Preludio organistico del corale Wachet auf, ruft uns die Stimme BWV 645 – un leggero soufflé per addolcire il pubblico dopo il precedente Preludio e Fuga – che ha messo in maggior risalto le capacità espressive del Maestro in un clima più disteso e sereno, in altre parole, l’antefatto ideale alla terza ed ultima composizione bachiana
del programma, il Concerto per organo in re minore BWV 596. Questo Concerto non è un originale di Bach ma una trascrizione pedaliter del Concerto in re minore RV 565 per due violini, violoncello, archi e continuo di Antonio Vivaldi, veneziano come il M° Sari. È stato quindi quasi naturale aspettarsi da parte dell’organista un’interpretazione particolarmente sentita, aspettativa che non è stata assolutamente disattesa. Molto interessante l’esecuzione dell’ultimo movimento del Concerto, un esuberante Finale in cui c’era sicuramente una componente tecnica importante, ma interamente dominato da una musicalità di squisita fattura italiana.
La seconda parte del concerto, invece, ha visto protagonista la scuola francese, con il Preludio, Fuga e Variazione op.18 di César Frank e la Fantasia e Fuga in si bemolle maggiore op.18 n.6 di Alexandre Pierre François Boëly. Due brani tanto diversi da risultare complementari: l’eterea malinconia di Frank costituisce il perfetto contrappunto alla sfavillante Fantasia di Boëly, uno straordinario viaggio grazie al quale il M° Sari ha condotto il pubblico attraverso una serie di avventure dell’anima passando ora da tinte più intime, ora da atmosfere vivaci e festose, per poi congedare tutti con il pirotecnico finale della Fantasia.
Un concerto assolutamente impeccabile, condotto con uno stile signorile e raffinato, conferma del sicuro valore del giovane Maestro veneziano.
Luca Fialdini
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