Non ha fatto molto parlare di se e la campagna pubblicitaria (almeno qui in Italia) è stata veramente misera in confronti agli ormai “sempre di moda” film sui super eroi, dato che iniziano a far parlare di se già dalle fasi di produzione.
Sarà stato anche un pochino messo in secondo piano dal nuovo Star Wars che si è sicuramente accaparrato molti spettatori.
Però mi aspettavo, con il proseguirsi della trama, di ricevere di più; di essere coinvolto ed immerso in questo mondo formato da “ragazzi speciali”, cosa che così non è stata dato il finale molto tirato con l’acceleratore (nonostante una prima parte narrativa decisamente meno frenetica), ma una cosa alla volta.
La trama sembra una miscela tra “X-Man” e “Harry Potter”, niente di troppo originale certo ma non per questo meno accattivante. Nel primo tempo della pellicola ci troviamo quasi a percorre un viaggio alla scoperta di risposte e supposizioni che si alternano con tanta velocità quanto lentezza. La voglia di conoscere cosa sia e come funzioni questa casa dei ragazzi speciali, chi sia questa Miss Peregrine e tutta la storia del nonno del protagonista, ci assalgono come i tentacoli di una piovra, costretti a trascinarsela dietro per buona parte del film, forse troppa, ma sarebbe stata sicuramente più sopportabile e fluida se non fosse stato per quella ameba del protagonista.
Jacob, interpretato da quella statua vivente di Asa Butterfield, è il classico protagonista sfigato, pappa molle, preso per il culo da tutti, al quale generalmente lo spettatore non può non affezionarsi e provare tenerezza. Chi non prova tenerezza per il brutto anatroccolo? Ma in tutte le storie il brutto anatroccolo si trasforma in un bellissimo cigno (tutto molto bello eh?!), ovvero il protagonista buono a nulla con la sua determinazione e voglia di riscattarsi dopo innumerevoli vicende riesce alla fine a trionfare come l’eroe della situazione, in questo caso invece il nostro caro “ragazzo speciale” neanche ci prova!!!
Assumendo la stessa espressione per tutta la durata della pellicola, il piccolo e indifeso Jacob non piange quando tutta la sua classe gli da dello scemo, non rimane sorpreso dinanzi ad un ragazzo invisibile, una ragazzina forzuta e due bambini incappucciati, non soffre di fronte a decisioni importanti… No davvero io spero venga fuori che in realtà è un extraterrestre, perché io non me ne capacito!
E’ impossibile immedesimarsi in un personaggio così banale e piatto, esatto il protagonista di questo film è un piatto di porcellana bianca che ha il solo compito di contenere tutta la varietà che questa storia ha da offrire.
N.B. da notare il fatto che il titolo è “La casa dei bambini speciali di Miss Peregrine” e questa tizia si vedrà si e no 30 minuti in totale! Interpretata dalla elegantissima Eva Green, in una parte impeccabile non c’è che dire. Dovrebbe essere uno dei personaggi principali (e in realtà così è) quando invece gira tutto intorno al protagonista sfigato e quella bella biondina con la gonna che gli svolazza sopra la testa!
Passiamo ai ragazzi speciali che è meglio, alcuni un po banali ed altri invece più interessanti, purtroppo come molto spesso accade quando sono molti i personaggi in gioco, non è facile caratterizzare e trovare la giusta visibilità per tutti, portando inevitabilmente a vestirli del ruolo di semplici comparse, anche quando avrebbero molto di più da offrire. Secondo me invece in questo film troviamo un attenzione maggiore a collocare ogni personaggio e il suo ruolo nella storia, okay mai abbastanza per le due ore di spettacolo che ci troviamo a vedere, ma comunque un’accuratezza maggiore di quella che troviamo nelle ormai rinomate combriccole di super-eroi…
Il cattivo invece, interpretato da Samuel L. Jackson, è perfino peggio!!! Sarà per colpa dell’atmosfera fanciullesca che hanno dato alla pellicola, ma è veramente osceno vedere un attore del calibro di Jackson interpretare un villain così cartoonesco!
Il suo personaggio, Barron, dovrebbe incutere paura solo a vederlo, ma non intimorisce neanche ai protagonisti, dovrebbe essere crudele e spietato per il raggiungimento del suo obiettivo, e invece se la ride e se la scherza mentre cercano tutti di fermarlo.
E’ stato veramente fastidioso da vedere, ma non è di certo colpa dell’attore, la produzione ha voluto dare un tono molto tranquillo a tutta la storia, nonostante quei pochi “contenuti Burtoniani” di cui per fortuna abbiamo assistito. Per tale ragione è tutto il film che ne risente, si tratta di un continuo contrasto tra serietà e il ridicolo, in cui però quelle fugaci scene tipiche di Tim Burton riescono ad inserirsi alla perfezione.
Arriviamo quindi alla fine della recensione, questo film merita di essere visto?
Secondo me si, nonostante le molte cose che fanno storcere il naso, la pellicola intrattiene bene, scorre progressivamente e non annoia, l’impatto visivo è discreto, ma quando si esce dalla sala ci viene da pensare come sarebbe stato se fosse stato completamente realizzato nello stile di Burton. Ma l’ambientazione e la storia si incrociano discretamente con il caratteristico stile dark e gotico del regista, anche se i colori sgargianti e fiabeschi indeboliscono tale sforzo.
La storia non è male, purtroppo molti dettagli vengono lasciati in sospeso o spiegati alla buona, uscendo dalla sala ho avuto la sensazione che mi fosse sfuggito qualcosa, soprattutto per quanto riguarda gli eventi finali.
Devo ammettere che se domani uscisse il sequel andrei subito a vederlo, perché la trama ha del potenziale, e la voglia di vedere qualcosa di più in questo mondo di ragazzi speciali si sostituisce alle delusioni; anche perché tra gli ultimi film usciti in sala, è forse quello che mi ha intrattenuto di più, non lascia il segno, ma si fa guardare e di questi tempi non è cosa da poco.