BIOGRAFIA AUTORE: Sandra Gozzoli, madre e nonna di una bellissima nipotina, ha insegnato per 50 anni con passione e rigore Storia Romana all’Università di Pisa. Alla carriera ha preferito la famiglia che riunisce in campagna preparando feste e cene assieme agli amici più cari. La sua minestra di ceci e la Zuppa di chiocciole scappate fanno parte del patrimonio locale ormai. Ha sempre pensato di scrivere un libro ma non ne ha mai avuto il tempo. Da quest’anno è in pensione.
Mai sfidare la Fortuna! – Ep. 1/3
Stava appena albeggiando e Ngai si affacciò alla porta per osservare il tempo:
pioveva forte e dalla vallata saliva una densa nebbia che non dava l’impressione di volersi
diradare nell’arco della giornata. Ngai fece una smorfia di disappunto, i programmi che
aveva fatto non avevano speranza di realizzarsi: il suo progetto aveva previsto di
utilizzare i venti minuti di pausa dopo il pranzo per disputare la gara con gli altri
compagni; erano circa dieci giorni che raccoglieva e selezionava con cura pezzetti di legno
trovati ai margini della foresta che si protendeva verso la parte di collina faticosamente
coltivata a riso, dove era situata la loro capanna. E probabilmente gli altri compagni
avevano fatto lo stesso, in attesa della giornata ideale per ritrovarsi al culmine del canale
dove far scorrere le loro barchette improvvisate, munite di vela di foglia, in una sfida che
non conosceva regole e che alla fine riconosceva al vincitore una sorta di primato nella
comunità fino alla gara successiva. Unico svago possibile e consentito in quella comunità.
Certo Ngai era svantaggiato perché non poteva allenarsi come gli altri coetanei,
infatti, doveva tener d’occhio il fratellino Dung : anche durante le ore di lavoro nelle risaie
Dung lo seguiva come un cagnolino, si accoccolava sugli argini rialzati e osservava passo
passo la fatica di Ngai senza perderlo di vista un solo momento; l’impegno di Ngai era
però di gran lunga superiore: oltre al lavoro, si era preso anche l’onere di accudire
personalmente Dung, evitando che si cacciasse nei guai, che non si facesse del male in
cambio di pasti assicurati e di un tetto sicuro, come gli era stato promesso. La sua nuova
vita era molto faticosa, il lavoro nelle risaie che si estendevano sui fianchi della collina
richiedeva impegno, per le sue gambe di bimbo impegno doppio, e due volte al giorno era
necessario risalire la collina per poter mangiare un pasto caldo. Ma il confronto con la
situazione precedente giustificava lo sforzo.
Ngai aveva sei anni e Dung quattro.
Ngai si riteneva fortunato a essere stato cooptato nel Centro di Raccolta del Riso del
suo paese. Il primo giorno che si era presentato al responsabile, coi vestiti stracciati, sporco
e ferito per le numerose cadute durante la fuga da casa, ma determinato a farsi accogliere,
aveva dovuto trovare poi anche gli argomenti giusti, dimostrando grande forza d’animo e
coraggio, perché andassero a prendere anche il fratellino Dung. I responsabili del Centro
non si facevano scrupoli a far lavorare dei bambini nelle risaie e nel caso di Ngai e Dung
era sembrato loro quasi di fare un’azione benefica togliendoli alla famiglia e alle angherie
e ai soprusi ai quali erano sottoposti..
Ngai, e anche Dung in misura minore, portavano sul piccolo corpo i segni delle
punizioni, delle bruciature di sigaretta provocate dal raptus di un padre ubriacone e
fannullone che sfogava sui due bambini le sue angosce, mentre la madre, impotente e
incapace di fronteggiare la situazione, lavorava tutto il giorno per consentire una minima
sussistenza alla sua disastrata famiglia. Ngai aiutava lavorando anche lui come poteva ma,
come Dung, era sempre in balia degli eccessi del padre.
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