20 Novembre 2024

Con l’attacco di Hamas ad Israele, avvenuto il 7 ottobre 2023, ha fatto la sua comparsa nell’arena del dibattitto pubblico un tema da tempo dimenticato e ignorato dalle principali figure politiche: l’antisemitismo.

Dopo anni passati sottotraccia l’antisemitismo torna a far parlare di sé, questo perché lo stesso attacco operato da Hamas durante il festival musicale Supernova, e soprattutto le numerose proteste pro Palestina che stanno punteggiando il mondo intero, vengono interpretate come azioni contro gli ebrei, ignorando o fingendo di non sapere, che alla base del conflitto fra Hamas ed Israele non vi sia la religione ma la politica.


La destra italiana in particolar modo è divenuta maestra nello sfruttare la paura di recrudescenze antisemite per ostacolare e reprimere il dissenso dei giovani studenti, i quali soprattutto negli atenei hanno fin da subito preso una netta posizione contro le azioni di Israele. Ciò che il nostro governo, e non solo, finge di non comprendere è che esiste una sostanziale differenza fra l’essere ebrei e l’essere israeliani, così come esiste una profonda differenza fra antisemitismo ed antisionismo; se con il primo si fa infatti riferimento ad un sentimento ostile nei confronti degli ebrei in quanto gruppo religioso e a cui si è in seguito aggiunta un’ostilità di carattere economico, con il termine antisionismo si fa invece riferimento all’avversione verso il movimento politico fondato nel 1897, volto alla costituzione di uno Stato nazionale ebraico nel territorio palestinese.

Ebrei antisionisti

Lo sfruttare il labile confine che separa queste due definizioni non rappresenta certo una novità per la destra italiana. A fare scuola, come spesso è capitato, fu Silvio Berlusconi, che in occasione della manifestazione organizzata nel novembre del 2000 a Roma dalla sinistra italiana e a cui parteciparono ben 50.000 persone, fra cui numerose associazioni partigiane, dichiarò che quanto organizzato in quell’occasione dai partiti della sinistra non avrebbe in nessun modo contribuito alla pace e che rappresentava anzi la rinascita dell’antisemitismo in Italia.

Ciò che però dovrebbe far riflettere, è vedere come la destra italiana non abbia problemi ad appropriarsi della lotta all’antisemitismo, quando tuttavia fa tremendamente fatica a dichiararsi antifascista. Come è possibile quindi credere che chi segretamente, ma non troppo, sostiene gli ideali di coloro che in passato hanno preso parte al genocidio degli ebrei, possa oggi dichiararsi spaventato da un’eventuale deriva del sentimento antisemita?

Greta Ercolano

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