Matilde, da cosa nasce l’idea di creare una casa editrice?
Io e il fotografo Valentino Barachini collaboriamo dal 2012: io fornisco i testi, in armonia con le immagini che mi propone e il progetto che vogliamo realizzare, e lui fa le foto, si occupa della grafica, della realizzazione tipografica e delle rifiniture artigianali dei libri. In questi anni i nostri libri hanno riscosso sempre maggiori consensi, e s’inseriscono all’interno di quel nuovo modo di espressione artistica – che stuzzica i collezionisti – del self publishing d’autore.
Di che cosa vi occupate principalmente?
Le nostre produzioni sono a tiratura limitata e firmate dagli autori. Da questa felice esperienza abbiamo pensato di iniziare a rivolgere lo sguardo anche oltre i miei testi e le fotografie di Barachini, aprendoci a collaborazioni con altri artisti e a pubblicazioni di plaquette di altri autori. Ci piace la poesia e la sua capacità di fondere le parole con le immagini fotografiche senza prevaricarle. Questo è il nostro filo rosso. E a primavera usciranno i primi numeri della nuova collana di plaquettes poetiche di giovani poeti tutto scelti da me. Origini non è una casa editrice a pagamento e non è una stamperia su commissione. Il progetto artistico è nostro e inscindibile da tutto quel che facciamo. Anche il nome che abbiamo deciso di dare alla casa editrice è investito dal significato del nostro obiettivo: il ritorno alle origini, cioè alla semplicità, al valore che un lavoro tipografico può avere, sul confine che corre tra arte e artigianato. E anche la nostra linea editoriale è quella del ritorno all’essenzialità: prediligiamo la brevità dei testi, la loro capacità di suggerirci un nucleo originario di senso che ci consenta ex novo di creare e accostare immagini, sensazioni e colori.
La difficoltà maggiore è conquistare il mercato e il pubblico italiani. Origini va forte in Belgio, Germania, Olanda e Svizzera, mentre qui da noi le opportunità di trovare librerie che si occupano di self publishing d’arte è veramente limitata soltanto alla città di Milano in un paio di librerie specializzate. I nostri clienti italiani sono tutti amatori che singolarmente si rivolgono a noi in modo diretto perché ormai seguono da tempo e apprezzano i nostri lavori. Il progetto futuro è farci conoscere al pubblico appassionato del genere nel nostro Paese, ma soprattutto continuare a valorizzare la poesia come genere letterario principale di Origini, in totale controtendenza con l’editoria dei grandi numeri!
In Italia si legge poco, la chiusura delle librerie sembra un preoccupante allarme, quale risposta possiamo dare affinché questa emorragia abbia termine?
Guardo alla realtà di Livorno, afflitta dalla chiusura delle librerie e dei luoghi di memoria storica e culturale. Sogno che gli amministratori locali inizino ad amare la loro città, come io la amo e la rispetto: se non altro per iniziare a scegliere con criterio, coscienza storica e gusto.
I problemi culturali penso si risolvano sempre a partire dalla scuola: lì si dovrebbe acquisire l’amore per la lettura e per il libro‐come oggetto e come mezzo‐. E non è una missione impossibile. La scorsa settimana ho avuto la fortuna di essere invitata a parlare di Poesia ai ragazzi di una seconda media: mi sono accorta con grande sorpresa che la maggior parte di questi ragazzini ha voglia di ascoltare e imparare, è “morbido” e disponibile. Siamo noi adulti ad avere il dovere di avere passione se insegniamo e la capacità di trasmetterla, rendendo per loro interessante e comprensibile quel che raccontiamo. Ed è solo così che si forma lo spirito critico di lettori o scrittori non occasionali, che sanno leggere bene e scrivere meglio.
Credi che la strategia di pubblicizzare e valorizzare quei romanzi modaioli tanto cari alla maggior parte del pubblico possa essere una strategia di poco respiro o ritieni invece che possa in un certo qual modo comunque avvicinare la popolazione al mondo dei libri?
La cultura letteraria è e deve essere democratica ma questo non può in nessun caso andare a scapito della sua qualità. Il pubblico dei lettori si adatta all’offerta, perché è l’offerta che plasma il pubblico. Le case editrici serie avrebbero il dovere morale di offrire la qualità: che non vuol dire libri per un’elite. Quando si parla di romanzi dalle grandi tirature, lo scopo dell’editore e
Qual è la tua opinione riguardo gli ebook? Sistemi di supporto che possono abbattere i costi o uno strumento che snaturalizza la lettura arrecando più danni che benefici?
Non sono contraria agli e-book: anzi. Ma, personalmente, mi piace il libro di carta, il segnalibro, il post‐it con cui si segnano i passi preferiti, le orecchie che si fanno alle pagine. E poi per Origini edizioni, che persegue l’ideale della artigianalità e insieme funzionalità emotiva dell’oggetto‐libro, il rapporto tattile del lettore con la carta e i materiali è imprescindibile.
Contatti:
-info@originiedizioni.com
Ringraziamo la Origini Edizione e in particolare Matilde Vittoria Laricchia e auguriamo un cammino luminoso e pieno di soddisfazioni!
Matteo Taccola
matteo.taccola@uninfonews.it