Orfana di Antonio Conte, il condottiero che l’ha fatta tornare protagonista tra le grandi, la Nazionale riparte da un veterano dei campi di tutte le categorie, dalla Serie D alla Serie A: Giampiero Ventura. L’ormai sessantottenne allenatore genovese è stato accolto da molti con scetticismo a causa dell’età avanzata e della carriera scarna di grandi successi. Se è vero che Ventura ha raggiunto il trampolino di lancio in tempi molto lunghi e non ha mai allenato una big, nella sua carriera ha sempre profuso serietà ed impegno, ma soprattutto molta passione. Tant’è che nella sua conferenza di presentazione al Bari nel 2009 ha dichiarato di “allenare per libidine”, guadagnandosi il soprannome proprio di “mister libidine”.
Esordisce da allenatore nelle giovanili della Sampdoria, da dove era partita la sua modesta carriera da calciatore, caratterizzata perlopiù dalla militanza in Serie D. Nei suoi 10 anni e più di gavetta nelle serie minori ottiene risultati alterni e dal 1989 al 1992 svolge anche il mestiere di insegnante di educazione fisica in contemporanea al ruolo di allenatore della Pistoiese. Ci saranno poi un’altra decina di anni di alti e bassi fra Serie C e Serie A con Cagliari, di nuovo Samp, Udinese, Messina e Pisa fra le altre. Il salto di qualità arriva proprio con il Bari, succedendo proprio a Conte, dove alla sua prima stagione raggiunge la decima posizione grazie a un calcio vivace e spumeggiante e riscrive la storia della società pugliese stabilendo il record di punti in Serie A. Il secondo anno è più sfortunato e si conclude con il suo esonero, ma la stagione dopo apre il suo ciclo con maggiori soddisfazioni. Dopo aver riportato il Torino nella massima serie al primo anno, segue con la società di Cairo un progetto tecnico che porta i granata ad essere una delle realtà più belle del campionato, raggiungendo persino l’Europa League.
Ora per lui c’è quella che sarà la sfida più grande della sua lunga carriera. Portare l’Italia ai mondiali di Russia non sarà scontato visto che nel girone degli azzurri ci sono Spagna, Israele, Albania, Macedonia e Lichtenstein e si qualificherà solo la prima, mentre la seconda andrà a giocarsela ai play-off. Ventura ha dimostrato di avere le idee chiare sia in conferenza stampa che in campo nelle sue prime due partite. Sia la deludente amichevole contro la Francia che l’importantissima vittoria in Israele hanno confermato la sua idea di ripartire dalle certezze dell’Europeo, pur avendo effettuato già alcuni piccoli cambiamenti nel gioco e nei giocatori. Gradualmente, poi, plasmerà la squadra intorno ai giovani con più talento, che sono soprattutto esterni d’attacco come Berardi, Bernardeschi, Insigne ed El Shaarawy, abbandonando inevitabilmente il 3-5-2. Per consentire che questa trasformazione tattica avvenga in maniera graduale, Ventura ha proposto dei raduni innovativi da fare solo con i giocatori per il nuovo modulo, in maniera tale da lavorarci più tempo evitando di bruciare questi giovani.
Le ambizioni di Ventura vanno però ben oltre i risultati sul campo. Il neo c.t. della Nazionale ha dichiarato di volere una squadra eccitante oltre che determinata e feroce, che coniughi il bel gioco con lo spirito di sacrificio dimostrato nell’ultima rassegna europea. Insomma, l’obbiettivo è quello di divertirsi e far divertire i tifosi azzurri anche durante le qualificazioni e le amichevoli, facendo in modo che essi seguano la nazionale con la stessa passione con la quale seguono le proprie squadre preferite. Chissà che davvero, fra un derby e un altro, la Nazionale sia davvero seguita con coinvolgimento ed eccitazione totale e non venga messa in uno sgabuzzino per due anni. In fondo questa missione sembra fatta apposta per lui. In fondo questa missione sembra fatta apposta per “mister libidine”.
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