La meravigliosa storia di Laghat e il talentuoso Enrico Querci
Enrico Querci, livornese di nascita, laureato in Scienze Agrarie, è uno dei talenti labronici emersi negli ultimi anni per quanto riguarda il mondo cartaceo, un mondo che oggigiorno è difficile da penetrare ma che Enrico, con la sua gentilezza, disponibilità e grande bravura è riuscito a conquistare.
La sua più grande passione? I cavalli e tutte le sfaccettature che possiede il mondo ippico. Per Enrico gli ultimi due anni sono stati pieni di emozioni soprattutto perchè nel 2014 ha pubblicato il suo primo libro:“Laghat,il cavallo normalmente diverso”.
La storia è adatta tutti, a chi ama i cavalli e a chi non ne ha mai visto uno, 120 pagine che volano (comprese le foto fatte da Enrico,essendo anche un ottimo fotografo) e una storia che rimane impressa; Laghat,un cavallo che con il suo handicap, la cecità, ha sbaragliato la concorrenza ed ha meravigliato il mondo ippico vincendo grandi corse e facendo appassionare anche chi l’ippica non la seguiva.Una storia basata sul vero, uno scrittore che racconto con un pizzico di magia una storia di fiducia reciproca tra uomo e animale. Una storia che esalta le mille sfumature dell’ippica e che porta in alto i sentimenti che gli animali hanno e che spesso l’uomo non comprende .Per una volta l’uomo è stato complice del successo, della forza e della voglia di vincere di un animale.
Il libro,che ha avuto molto successo in tutta Italia,è alla quarta ristampa e noi di UnInfoNews abbiamo intervistato Enrico che con molta semplicità ha risposto alle nostre domande: Da quando la tua vita ha preso la strada del mondo dell’ippica?
Il mondo dell’ippica ha sempre fatto parte della mia vita,anche prima di nascere mia mamma andava spesso all’ippodromo con me in pancia e dopo la mia nascita, sia mio padre che mia madre hanno continuato a portarmici.
Quando hai capito che l’ippica avrebbe fatto parte anche del tuo futuro lavorativo?
Quando frequentavo l’università andavo all’ippodromo per aiutare all’insellaggio o alla pesa, facevo quello che chiamiamo il “giudice”.Un giorno il cronista era assente e chiamarono me a commentare le corse, per caso, ma soprattutto per fortuna,alcune persone che lavoravano alla televisione locale mi notarono e da quel giorno ho intrapreso la strada del cronista ippico. Comunque, mi occupo principalmente di giornalismo essendo iscritto all’albo giornalistico.
Quando hai conosciuto Laghat per la prima volta?
Laghat arrivò a San Rossore quando era ancora un puledro, ma era già cieco. Lo conobbi subito dopo il suo arrivo. Era una cosa nuova per il mondo dell’ippica ma si vedeva che Laghat aveva un talento che non poteva essere oscurato dalla sua cecità.
Come e quando ti è venuta l’idea di scrivere un libro su la storia di Laghat?
Nel 2012 la fama di Laghat era aumentata nel giro di poco tempo ed io ero colui che seguiva e curava l’ufficio stampa, sapevo molto bene la storia di questo cavallo comprese curiosità e aneddoti che fin dal suo arrivo a San Rossore lo avevano contraddistinto.Quando mi venne l’idea di scrivere a riguardo mia moglie fu la prima a darmi coraggio e a farmi rendere conto che la storia meravigliosa di Laghat doveva essere conosciuta anche al di fuori della cerchia dell’ippica. Nel 2014, incontrai casualmente, ad una cena, Francesca Pacini,un’editrice molto conosciuta, e le feci leggere il mio libro. Poco dopo il mio libro venne pubblicato.
Hai intenzione di far tradurre il tuo libro anche all’estero?
Mi piacerebbe moltissimo far tradurre questo libro nei paesi anglosassoni dove c’è una cultura dell’ippica molto avanzata e dove la figura del cavallo ha un importanza enorme.
Dopo la pubblicazione del libro come è cambiata la tua vita?
La pubblicazione di questo libro mi ha dato modo di viaggiare moltissimo in tutta Italia, non credevo che potesse avere così tanto successo, mi ha riempito di soddisfazioni. Continuo il mio lavoro e quando ho tempo cerco di portare avanti il progetto del mio secondo libro.
Come è adesso il tuo rapporto con Laghat?
Dal novembre di un anno fa Laghat si è ritirato dalle corse dopo averne vinte 26, abbiamo fatto una festa di addio alle competizioni, ma tutt’ora continua a stare a San Rossore con il suo allenatore Federico. Credo che Laghat abbia dato un insegnamento a tutti ovvero che se hai la fiducia di chi ti sta intorno allora non importa se hai un handicap oppure no, perché l’importante è credere nelle proprie possibilità.
Il libro di Enrico Querci,“Laghat,il Cavallo Normalmente Diverso”,si può acquistare in ogni libreria o su internet.
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