Nella strada tortuosa che porta all’elezione del Presidente della Repubblica tante sono le incognite e gli ostacoli disposti lungo il cammino.
Ogni pronostico è sempre molto difficile e ogni candidatura può rivelarsi un clamoroso fiasco. Per questo non mi sento di fare ipotesi su chi sarà il nuovo inquilino del Colle.
Ma gli ultimi due giorni possono dare spazio a nuove riflessioni sul tanto discusso “Patto del Nazareno”.
Penso che a prescindere dalle idee personali sia difficile non ammettere la lungimiranza del premier Renzi, che si è dimostrato abile a sfruttare le occasioni più di ogni altro leader della storia repubblicana.
Il Patto del Nazareno nasce con il fine di portare avanti le riforme, sotto forma di accordo tra forze moderate con ideali diversi ma con tanti sguardi condivisi. Berlusconi prova un’enorme simpatia per Renzi perché vuole che il PD resti il partito in cui Renzi lo ha trasformato, social-democratico, riformista e, se vogliamo progressista, con influssi di (annacquato) neo-liberismo essenziale per portare avanti il paese nel mondo contemporaneo.
Renzi questo lo sa e sfrutta la situazione a suo vantaggio per tenere in scacco Berlusconi, con la strategia del “metto avanti la mia mano per prendere tutto il suo braccio”.
La decisione di candidare Mattarella al Quirinale ne è un esempio più che lampante, Berlusconi in cuor suo sa di non poter trattare, pena una possibile caduta del governo, un rafforzamento della minoranza dem ed un conseguente e possibile fallimento del processo di cambiamento del Partito Democratico. Proprio per questo Berlusconi cederà (magari votando scheda bianca) alla proposta del premier e il patto andrà avanti.
In questa situazione Renzi non solo ha abilmente sfruttato l’accordo con Berlusconi ma ha anche approfittato della corsa al Colle per unire il suo partito sotto il nome di Mattarella. E se questi discorsi non bastano a darne l’evidenza il tutto si evince facilmente dalle lacrime commosse di Rosy Bindi o dai convinti applausi di Pierluigi Bersani durante il discorso di Renzi all’assemblea dei grandi elettori del PD in cui ha candidato l’ex DC Mattarella. Queste lacrime e questi applausi sembrano cancellare il passato di odio nei confronti del fiorentino aprendo dentro il PD una nuova stagione di unità e dialogo di cui Renzi è l’architetto. Ancora una volta la lungimiranza del premier è risultata vincente.
Questa situazione dimostra più che mai lo stretto rapporto tra l’elezione del presidente della repubblica, le vicende interne al Partito Democratico e il buon esito del Patto del Nazareno.
Vedremo se l’accordo per Mattarella reggerà alla quarta votazione e vedremo che ripercussioni avrà questa situazione sul Patto del Nazareno. Sono sicuro che al netto di sorprese e franchi tiratori ancora una volta il vero vincitore sarà il segretario del Partito Democratico.
Simone Bacci
simo.bacci93@gmail.com
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