Luca Fialdini: Per chi non vi conosce, direi che la prima domanda è d’obbligo: chi sono i The Stativ Collision?
The Stativ Collision: I The Stativ Collision sono un trio di Massa nato nel Maggio del 2011. La band è formata da Leonardo Padroni alla voce ed alla chitarra elettrica, Gabriele Pacini al basso elettrico e Andrea Alberti alla batteria. Da allora la formazione non è mai mutata.
LF: Come avete scelto il nome del gruppo? Ha un significato particolare?
TSC: Prima di adottare questo nome definitivo ne abbiamo usati altri in passato che poi abbiamo scartato per esigenze artistiche. Il nome significa letteralmente “la collisione del tripode” (chiaramente un piccolo omaggio al romanzo La Guerra dei Mondi di H. G. Wells), che a prima vista può spiazzare o sembrare un nonsense. In verità racchiude un significato di fondo: «tripode» sta ad indicare un qualcosa che è sorretto da tre gambe, la mancanza di anche solo uno di questi appoggi compromette l’intera struttura e nel nostro caso si riferisce ai componenti che formano la band ed alla loro fondamentale importanza che rivestono. Il termine «collisione», invece, sta ad indicare il fatto che vi è quasi uno scontro tra le nostre menti, uno scontro/incontro che deve essere convogliato in un unico atto che è quello del momento creativo.
LF: Una delle particolarità del vostro gruppo è che eseguite canzoni scritte da voi. Come nascono e cosa vi ha spinto a scegliere di eseguire canzoni vostre piuttosto che cover?
TSC: L’idea di realizzare inediti era chiara fin da subito, probabilmente le motivazioni sono varie: il bisogno di dire la nostra opinione, di metterci in gioco e di confrontarci con il mondo ma sopratutto con noi stessi.
LF: Quali sono le vostre influenze, a chi vi ispirate per scrivere le vostre canzoni?
TSC: Domanda da un milione di dollari! Oggigiorno pralare delle nostre influenze sarebbe molto dispersivo visto che per avere anche solo un quadro approssimativo si dovrebbe citare artista per artista. Forse è più facile parlare di com’era la situazione alle nostre origini: Leonado era prevalentemente di tendenza Blues e Classica (infatti è nato come chitarrista classico), Andrea Jazz/Blues e Gabriele Punk e Metal. Adesso la situazione è davvero cambiata, molto più eclettica, addirittura alcuni ruoli si sono invertiti forse.
LF: Parliamo dei vostri concerti: avete fatto molte live?
TSC: Abbiamo un modesto numero di concerti alle nostre spalle: ci siamo esibiti nelle principali piazze della nostra città, abbiamo partecipato per tre edizioni consecutive al Festival Rock’in Forte, al Forte dei Marmi Summer Festival, alla Serata Giovani di Seravezza, al Ronchi Music Festival e sui palchi del Jux Tap di Sarzana, dello Swamp Club di Massa e del Cage Theatre di Livorno.
LF: Ci sono luoghi dove suonate regolarmente?
TSC: No, purtroppo abbiamo dovuto interrompere proprio da poco le abituali jam session che tenevamo una volta al mese al Ginger Cafè, nel centro storico di Massa, per motivi personali. È stata una bella esperienza che si è protratta per quasi tre anni. Al momento quindi abbiamo un futuro concertistico molto incerto; l’unica data che possiamo comunicare con sicurezza è il 17 Novembre al pub Route 66 nei pressi di San Giuliano Terme in provincia di Pisa.
LF: Preferite suonare all’aperto o al chiuso?
TSC: Non abbiamo fatto abbastanza concerti per poter esprimere una preferenza assoluta, ma possiamo dire che se da un lato i concerti all’aperto sono spettacolari e tolgono il fiato, dall’altro i concerti al chiuso godono di una magia tutta loro: viene a crearsi un’atmosfera molto intensa, senza contare l’alchimia e l’intimità che si instaura con il pubblico; a volte sembra che il resto del mondo non esista neppure.
LF: Qual è il concerto che ricordate con maggior soddisfazione?
TSC: Ce ne sarebbero diversi da citare, ma se dobbiamo ricordarne uno in particolare, potrebbe essere la nostra prima esibizione sul palco del Rock’in Forte, un Festival organizzato dal comune di Forte dei Marmi e dedicato alle band emergenti. Ormai sono passati tre anni, ma lo ricordiamo vividamente non tanto per la bravura o preparazione tecnica ma per il fatto che è stato il nostro primo concerto su un palco di tutto rispetto e grazie al quale siamo riusciti ad inserirci e farci conoscere nell’undergound massese e versiliese. Siamo stati apprezzati da tutti ed abbiamo iniziato di lì ad avere un piccolo seguito.
LF: Avete già inciso un album, Sequence. Parlateci di questo progetto.
TSC: Sequnce è il nostro primo EP e, come qualsiasi band che voglia portare avanti una proposta propria, è stato un passo necessario ed una vera propria “esperienza” e, come tale, ha comportato molte difficoltà ma anche da grandi soddisfazioni. In esso sono presenti sei tracce più due introduzioni per una durata totale di 32 minuti circa, è stato registrato nelle sale dello Swamp Club con la tipica tecnica delle sovraincisioni a tracce separate. Al di là dei dati tecnici, il progetto è stato realizzato in tempi abbastanza dilatati: le sei canzoni sono state composte in un arco temporale di circa due anni, solo nell’agosto 2013 ci siamo sentiti pronti per andare in studio di registrazione. Prima di arrivare a prodotto finito sono passati altri sei mesi tra acquisizione traccie, mastering eccetera; la produzione è stata fatta completamente a spese nostre ed abbiamo cercato qualche etichetta disposta a supportarci almeno nella distribuzione ma non abbiamo avuto riscontri positivi, quindi ci siamo occupati anche dell’artwork. Il disco è stati pubblicato nell’agosto 2014 in maniera completamente indipendente, così come la distribuzione, sia tramite copie “fisiche” del disco sia tramite il web. Ora come ora, l’album ci risulta quasi obsoleto dato tutto il tempo trascorso, ma ne siamo comunque molto orgogliosi ed ha consentito una nostra crescita personale notevole.
LF: Come vedete il panorama della musica emergente nella vostra città?
TSC: Ci duole ammetterlo, ma il panorama musicale locale (e non solo) sta vivendo momenti difficili; lo testimonia il fatto che in questi quasi cinque anni di attività il numero di concerti è stato molto modesto, forse troppo e ciò impedisce ai musicisti di farsi conosce, di migliorare. È un problema che affligge molti musicisti, non solo noi. Non si riesce ad ottenere mai neanche un piccolo tour, si vive alla giornata, accontentandosi di qualche sparuto concerto magari in luoghi fatiscenti con organizzazioni che lasciano a desiderare… e ovviamente non si viene mai pagati. I problemi sono diversi: in primis i locali che sono sempre più mal disposti ad offrire spazi per esibizioni, quando ciò avviene spesso manca cognizione di causa, la musica viene vista in maniera puramente ludica e non professionale, forse per via della giovane età dei musicisti, anche se ciò non pregiudica assolutamente la qualità degli stessi ed il valore dei sacrifici a cui si sottopongono, poi di mezzo ci finisce anche la burocrazia che è in grado di far desistere anche i più determinati. Il problema è anche il pubblico: si fa ammaliare da logiche di mercato di cui sono i passivi artefici, ci sono troppi luoghi comuni e tutto ciò si ripercuote anche sulla musica. Infine diamo anche un bel colpo di mazza ai musicisti stessi, perché a volte non sono in grado di fare proposte decenti, travisano concetti basilari e alcuni finiscono per farsi la guerra tra loro, la guerra tra poveri! Oppure semplicemente sono carenti nel lato riguardante il management (come nel nostro caso!). Nonostante questa botta di crudo realismo, non vogliamo abbandonarci alla negatività e siamo convinti che la situazione possa migliorare.
LF: Quali sono i vostri progetti per il futuro?
TSC: Tante cose bollono in pentola: continuare a comporre, prepararci per entrare in sala di incisione, farci pubblicità, trovare un’etichetta discografica e, soprattutto, tanta, tanta, tanta tanta musica live!
Pagina Facebook: The Stativ Collision
Canale YouTube: The StativCollision RockBand
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