Intervista a Federico Frusciante su: I Fratelli Coen! (Parte 2)
Claudio Fedele
Intervista a Federico Frusciante su: I Fratelli Coen!
Come promesso, ecco a voi la seconda ed ultima parte dell’intervista fatta a Frusciante lo scorso 17 Marzo su Joel ed Ethan Coen, meglio conosciuti come I Fratelli Coen! Federico Frusciante (una sua foto qui a destra) proprietario del Video Noleggio “Videodrome”, amico di vecchia data de I Licaoni, con i quali fa ogni secondo giovedì del mese dei video riguardanti monografie cinematografiche o consigli legati al mondo del cinema, alla musica e alla letteratura sul loro apposito canale YouTube, ha già collaborato con noi la scorsa estate in una lunga intervista che potete ancora leggere e gustare cliccando “Qui”. Oggi la redazione torna a collaborare con quest’ultimo e il collega Francesco Braschi, ma invece di parlare della loro esperienza personale e di come sia avere e lavorare in un video-noleggio oggigiorno, o come e quando Frusciante ha iniziato ad amare il cinema, abbiamo deciso di parlare dunque di due autori di grande rilievo e importanza nel panorama cinematografico moderno, facendo quindi una parziale monografia su di loro. Gli autori chiamati in causa stavolta sono : I Fratelli Ethan e Joel Coen! Appassionati, fan, seguaci o fedeli di Federico Frusciante, smettete di fare qualsiasi cosa e venite a leggere cosa Frusciante pensa dei due cineasti americani padri di film indimenticabili come Il Grande Lebowski o Fargo! Ricordiamo inoltre, a voi lettori, che è già disponibile la prima parte dell’intervista, vi basta cliccare qui ——> Intervista su I Fratelli Coen – Parte 1 !!
ATTENZIONE: Prima di iniziare con le domande, vi rubiamo ancora 5 minuti del vostro tempo per informarvi che:
1) All’interno di questa seconda parte, proprio come nella prima, ci sono spoiler riguardanti alcune pellicole dei Coen come A Serious Man o Non èUn Paese per Vecchi o Blood Simple, Burn After Reading – A Prova di Spia, Il Grande Lebowski. Inoltre, dato che questo articolo, al contrario del precedente, è risultato essere molto più schematico, avvertiamo voi tutti che Federico non ha potuto fare a meno di menzionare alcuni punti dei film presi in considerazione, dunque, ci teniamo calorosamente a dirvi: state attenti agli SPOILER! Se non avete visto un film o non volete rovinarvi la sorpresa è consigliabile saltare la recensione (o commento) a priori.
2) Per rendere molto più fluido il discorso ed evitare un’intervista lunga chilometri che tanto pochi di voi lettori avrebbero letto per intero (non vogliamo abusare della vostra pazienza e cortesia) le trame dei film che il Frusciante si appresta a recensire non saranno rivelate, ma per ogni film, comunque, verrà segnalato un link con scritta accanto ad esso la parola TRAMA che vi rimanderà ai contenuti dell’opera in un apposito sito cinematografico specializzato in modo tale che voi possiate meglio comprendere ciò di cui Federico parla o allude.
3) Colui che fa l’intervista non verrà segnalato da un nome o un segno particolare, ma le domande saranno riportate tutte in corsivo contraddistinte da un numerino alla loro sinistra, mentre Federico e le altre persone che hanno risposto o sono intervenute saranno indicate con il proprio nome contraddistinto in grassetto. Le domande riprenderanno esattamente laddove erano terminate quelle della parte precedente, dunque partiremo dal quesito numero 8!
AVVISO IMPORTANTE
Federico Frusciante parteciperà come ospite insieme a Francesco Braschi alla prima conferenza ufficiale di Uninfonews.it il 5 Aprile prossimo alle ore 17.00 (circa) alla Feltrinelli di Livorno in Via di Franco n. 12. (cliccate qui per vedere l’evento Facebook: Conferenza Uninfonews.it !!)
Vi auguriamo una felice e soddisfacente lettura!
Monografia su: I Fratelli Coen – Parte 2
8) Secondo te Federico, ci sono film che i Coen hanno fatto da considerarsi minori rispetto ad altri o che possono persino essere giudicati “brutti”?
Federico: No, il brutto dei Coen non esiste, è come se mi chiedessi il dipinto più brutto di Picasso o l’opera più brutta di Beethoven; ci sono certamente dei lavori minori nella loro filmografia, come per ogni artista del resto. Io mi impegno anche con la musica e ti posso dire che se prendi uno come Bowie o Lou Reed (pace all’anima sua) scopri che tra tutta la roba che hanno fatto c’è comunque qualcosa di minore o inferiore rispetto ad altre loro produzioni; è impossibile, quando uno inizia a fare tanta roba, non fare qualcosa di minore o poco riuscito, persino Hitchock ha fatto un paio di film che considero minori, Topaz per me è pure mediocretto. Sicché ci sono dei lavori fatti peggio, minori ed anche i Coen, come ho detto prima, hanno dato vita a lavori non eccellenti. Pellicole come Prima ti Sposo poi ti Rovino, Burn After Reading, Lady Killers per me sono i punti più bassi nella loro filmografia, anche se sono film che guardo comunque e sempre molto volentieri. Sono lavori buoni, ma per i miei gusti li trovo nettamente inferiori a L’uomo che Non C’era o Fargo oppure a Barton Fink. Li trovo semplicemente minori, però resta il fatto che non riesco a non apprezzare un loro lungometraggio, è sempre un piacere vedere i loro lavori qualunque esso sia.
E’ chiaro che se il film venisse brutto, dato che non sono un fan, direi che è obiettivamente brutto. Prendi Lady Killers, è un filmetto, un lavoro gradevole, ben girato e c’è da dire che meno male che dietro c’erano i Coen altrimenti era un film così così. Secondo me questi due proprio non riescono a fare un film “brutto”, non ce la fanno, neanche volendo!
Passiamo adesso, Federico, a recensire alcuni loro lavori, con il metodo usato da I Licaoni nelle loro video interviste. Non sono tutti i film realizzati dai Coen quelli che ti chiederò, ti ho risparmiato l’intera monografia così, se in futuro vorrai dedicarti di nuovo a loro, sarai libero di farlo. Partiamo con il recensire:
Federico: Blood Simple, come ho detto prima, è stato il primo filmche i Coen hanno fatto, ma non è stato il primo che ho visto, come ho detto poc’anzi fu Arizona Junior la prima loro pellicola che vidi e poi da lì iniziai a vedere Crocevia della Morte… Blood Simple è fantastico, cioè è un esordio di quelli che spaccano, ma veramente! Primo perché ha una messa in scena ed una fotografia davvero da manuale ed il film, sebbene ora abbia 30 anni è più moderno dei filmacci fatti in questi giorni. Essenzialmente è una storia assurda, poi se lo guardate capirete perché, non vi dico altro perché altrimenti sono costretto a rivelarvi anche il finale. Essenzialmente questo film resta un noir classico che cosa ha di davvero importante? L’ambientazione della storia! Il fatto che sia appunto ambientato nell’America del Sud, non inteso America Meridionale, ma nel sud degli Stati Uniti e già questo è una cosa particolare per il noir perché film di questo genere solitamente erano ambientate a Los Angeles o New York; in queste pellicole vengono raccontate storie cittadine per eccellenza, mentre invece Blood Simple vive sopratutto per le inquadrature dell’ambiente, dei pozzi petroliferi, che sono scene viste e riviste da Thomas Anderson quando ha diretto Il Petroliere, perché se ci fai caso alcune inquadrature sono identiche o anche i toni di colore e dunque la fotografia.
Questo film quando uscì passò un po’ in sordina a livello di pubblico e di successo, non è un film che ha fatto il botto, ma ha fatto comunque il boom a livello di scrittura e di messa in scena perché questi due qui, e mi pare che all’inizio solo Joel dirigesse mentre Ethan producesse e co-sceneggiasse i loro prodotti, sono una coppia di registi incredibile, mentre noi qui abbiamo i fratelli “Vanzina”. Con Sangue Facile hanno portato in realtà l’attenzione degli spettatori ad un tipo di cinema che non è quello degli anni ’80, l’epoca di pellicole con super macho e storie banali. Quindi fin da subito sono stati una scheggia impazzita, in quel preciso momento lì, al loro esordio.
Federico: Crocevia della Morte, dove c’era il grande Gabriel Byrne che all’epoca veniva considerato un attore abbastanza di merda, poi con I Soliti Sospetti ebbe il suo momento di successo, mentre poi è ricaduto nell’anonimato velocemente o quasi. Va bé fece anche La Maschera di Ferro ma quella è roba da vergognarsi…
Allora diciamo subito che Crocevia della Morte è forse il loro classico Noir inteso proprio con i criminali, l’alcool e tutto il resto, quindi ha proprio una ambientazione classica, tipica alla Gli Intoccabili o di film nuovi come quelli alla Lawless. Insomma è la classica storia di famiglie in stile Il Padrino, però cosa fanno i Coen? In questa faida dove non sai mai chi sia chi dice il vero e chi il falso mettono tutta una serie di personaggi che si dimostrano essere tutti un po’ ambigui….va bé poi ci sono momenti e sequenze fantastiche come quella del capo famiglia che esce in strada con il mitra mandando affanculo un po’ tutti e sparando all’impazzata; anche qui i Coen affrontano il modo ed il genere con la loro visione che va oltre quella però del genere stesso perché anche qui ci sono dei personaggi, come il capo mafia, che sono alquanto ridicoli, mai ben messi verso lo spettatore e sopratutto mai che quest’ultimi possono imitare o piacere personalmente, mai come Scarface di De Palma ad esempio dove alla fine tu quasi tifi per lui; no lì tutti i criminali sono delle vere merde anche Byrne che sembra quello meno stronzo è in realtà una carogna. Però sono tutti descritti per quello che sono, ovvero dei criminali puri e questo loro film è ad un primo impatto (almeno quando lo vidi io) il meno riconoscibile in alcuni punti perché stando tanto nel genere a volte fai un po’ fatica, invece poi quando sono cresciuto l’ho valutato in maniera diversa proprio perché riescono sempre a raccontare una storia che poteva essere un po’ più banale forse delle altre, ma che con i tocchi di violenza insistita, che a differenza di quelli di Tarantinoqui fanno paura nel senso che sono davvero impregnati di pura violenza, sono davvero duri a vedersi. Crocevia della Morte è bellissimo per tutto questo appunto! Perché è un film che nel classico riesce a essere ancora una volta più moderno dei film di adesso. Crocevia della Morte è un lavoro indubbiamente interessante, per dirla in una manciata di parole è il sunto dei migliori film degli anni ’80, però questo film, volendo essere pignoli, è importante tenerlo sott’occhio perché loro due iniziano a delineare un certo stile ancor più posato, in un certo senso, più rallentato; una cosa interessante appunto di questa pellicola dei Coen è che iniziano ad usare un ritmo che torna molto più a Blood Simple che a film come Arizona Junior, che fa parte di quelli “di mezzo” che erano ancora più ritmati. Invece con Crocevia della Morte i tempi si allentano e forse è già precursore di una cosa come Non è un paese per Vecchi che gode di uno stile che arriverà dopo.
Federico: Fargo è un capolavoro. E’ un capolavoro assoluto, l’idea di mescolare la storia di questi due killer assurdi interpretati da Steve Buscemi e Peter Stormare è geniale. Ecco questo, in un certo senso, ricorda un po’ Tarantino, volendo in Fargo qualcosa di quel post moderno c’è, però anche qui c’è un qualcosa di tipicamente Coen come il personaggio interpretato da William Hacy che chiama i killer! E’ un film incredibile anche per il solo modo in cui è stato concepito e costruito, già l’idea di mettere come personaggi principale di ricerca uno sceriffo donna lì, incinta, che è interpretata da una grandissima Francis Mcdormand che è la moglie di Joel Coen nella vita reale… quindi tirano fuori una attrice fantastica, ed è un film che viene già riconosciuto anche dalla critica specializzata come uno dei loro migliori realizzati, infatti ha una candidatura, o due, agli Oscar; già cominciano a muoversi un po’ però per me questo film consacra un modo di fare cinema che è unico. Da lì, Fargo non da spazio a nessun tipo di critica è perfetto in ogni cosa, tecnicamente ed artisticamente, fa parte di quei film che segnano gli anni novanta come l’ha segnato Pulp Fiction e pochi altri prodotti. Fargo è una pietra miliare, è storia per me .
Federico: Il Grande Lebowski quando uscì al cinema mi garbò, però mi sembrò inferiore perché….non lo so, forse mi aspettavo qualcosa di più , dopo Fargo mi aspettavo qualcosa di ancor più eccezionale. Quando poi, mi ricordo, uscì in VHS lo noleggiai e ricordo che da lì a poco lo comprai ed è tutt’ora diventato per me un capo saldo. Come ho già detto lì per lì mi sembrava un po’ banale, questa scelta di fare una storia in stile Il Grande Sonno… poi invece i dettagli e la regia hanno iniziato a fare la differenza e mi sono reso conto che ogni due o tre minuti c’era una sequenza incedibile che è rimasta nella storia del cinema ed è diventata popolare. L’unione tra il Noir è la Commedia è perfetto; solo l’incontro tra lo sceriffo fascista, che picchia il Drugo e gli tira in testa il bicchiere con il caffè, oppure il punto in cui il protagonista va dalla figlia di Lebowski che è una pittrice interpretata da una immensa Julianne Moore; quando ci sono i discorsi fatti da Goodman al ragazzino strafottente davanti al suo compito il compito… è tutto un insieme di sequenze che una per una funzionano alla grande, un altro film che è un capolavoro, cioè è uno di quei lavori che quando pensi agli anni ’90 pensi subito a questo. Anche perché la scrittura della voce narrante del cowboy che narra la storia come voce fuori campo e che si congiunge in un paio di sequenze alla storia narrata è geniale. Incredibile per come è inserita. Anche gli attori qui sono perfetti, poi è chiaro che alla base c’è la genialità dei Coen, ma anche chi interpreta questi ruoli è perfetto, sono geniali Bridges, Goodman, Buscemi e Turturro. La faccia statica di Buscemi che interpreta Donny è incredibile, segue la storia come se fosse un birillo e non riesce mai ad entrarci dentro appieno. Lì ci sono tutta una serie di attori a dir poco eccezionali, anche quelli presi per ruoli minori come Stormare che fa il nichilista. E’ per certi aspetti anche questo un Noir, perché ci sono degli elementi di genere, ma è essenzialmente una Commedia Nera. Io, come ti ho detto, tendo poco a generalizzare o catalogare, se il genere non è tale non è tale. Loro hanno un genere a sé, chiamiamolo pure il genere Coen. Il motivo principale per cui guardare questo film è che viene proposta l’originalità di una storia talmente banale e inutilmente complicata come lo era Il Grande Sonno, dove a volte ci sono delle sparizione assurde e cose che non tornano, è proprio una ricerca non di realismo della trama, ma una perfetta narrazione e regia che fanno funzionare il tutto. E’ lì la perfezione .La trama è quella, è semplice, è magnifico tutto ciò che i Coen ci costruiscono attorno e come lo costruiscono e tutto questo dà al film almeno 10 punti in più rispetto ad ogni altro tipo di film del genere che li vuole copiare.
Federico: Con L’uomo che non C’era si parla ancora una volta di un loro capolavoro, questa volta puramente Noir, un altro film davvero fantastico, perché qui sono veramente andati al bianco e nero e abbiamo una storia magnifica con un Billy Bob Thornton nella sua migliore interpretazione insieme a quella di Soldi Sporchi di Sam Raimi. Ecco, forse volendo fare un parallelo il cinema dei Coen si avvicina a quello di Raimi quando quest’ultimo non va nell’horror, tipo appunto per pellicole come Soldi Sporchi o comunque che si rifanno ad un tipo di cinema cupo. Tra l’altro loro sono amici, i Coen e Raimi, hanno iniziato insieme lavorando al montaggio de La Casa ed hanno fatto insieme la scuola di cinema, tieni conto che loro due montano anche i loro film sotto falso nome, sono dei grandi, hanno scritto insieme a Raimi il suo secondo film I Due Criminali più Pazzi del Mondo.
Questo è proprio il film che ricorda più il cinema classico: bianco e nero, tagli di luce quasi espressionisti… è molto europeo pur essendo classicamente americano, con un cast fantastico ed è un film scritto proprio in punta di piedi. Forse il più bel film dei Coen in assoluto visto come costruzione; non ha una imperfezione, non ha uno sbaffo, è una cosa allucinante. L’ho visto 50 volte ed è un film che non mi stanca mai pur avendo un ritmo lentissimo, è forse il lungometraggio con il ritmo più lento mai fatto nella loro carriera. Per me la lentezza, però, non vuole dire noia. Per me la lentezza è una cosa aggiunta quando serve e con i Coen alcuni film hanno un ritmo molto compassato, molto calmo e capace di rendere il tutto sospeso. L’uomo che non C’era è un film che sembra quasi non essere un film proprio perché è sospeso nell’etere è un prodotto fantastico, per certi aspetti indescrivibile e definitivo, penso che anche il Braschi (il mio collega di lavoro) lo consideri un capolavoro o comunque un filmone…non lo puoi criticare, per me è intoccabile, è uno dei lavori più belli degli anni 2000, uno dei migliori degli ultimi 15 anni, roba da …bo non lo so, ti manda di fuori da quanto è bello, dico bene Francesco (Braschi)?
Francesco Braschi: si! Solo per la fotografia merita di essere visto, è un film bellissimo, concordo con Federico, se fosse una donna sarebbe una di quelle bellissime per cui perdere la testa ed oltre!
Federico:Lady Killers per me è il minore, lo dico già adesso…al di là del fatto che si tratta di un remake e sai con i remake anche quando li fai bene o li fanno grandi artisti sono sempre un po’ dispiaciuto, preferisco partissero da cose personali, però sai a volte come per Psycho di Van Sunt ed altri lavori, ci sono dei bei remake comunque. Questo è un buon remake, non si parte da un capolavoro, il film originale è una commedia nera inglese fatta molto bene, qui i Coen mettono un ritmo a palla, forsennato, attori famosi…un film gradevole, più per tutti. Un Tom Hanks come sempre per i loro film sopra le righe, anche se perde 10 a zero con Alec Guinnes dell’originale purtroppo per lui; però è una buona commedia nera leggera, forse il loro più scanzonato nel senso di disimpegnato tipo Prima ti Sposo e poi ti Rovino. Ad ogni modo ci sono delle scene indubbiamente belle ed il film tecnicamente è perfetto…Per me è la loro opera minore, per altri può anche essere il più bello. Per i miei gusti, tranne qualche punto dove c’è qualcosa di genio Coeniano qua e là mi sembra un film da vedere una volta o al massimo due poi basta, arrivederci. Rispetto agli altri è un film discreto, lo guardi volentieri. Ha dei punti molto Coen, ma questo non vuol dire che sia il loro miglior prodotto.
Federico: E’ un film bellissimo, non è il capolavoro dei Coen secondo me, per me, lo ripeto, L’uomo che non C’era, Fargo sono tutti meglio, ma è un Grandissimo film, con la G maiuscola. Uno dei più bei film di fine anni 2000 però non lo considero un capolavoro assoluto. E’ aiutato da un libro fantastico, quello di McCarthy, appunto, che c’è da dire che lui è uno scrittore allucinante, ho letto il libro che è altrettanto bellissimo e forse… chissà se non è più bello quello del film o forse no, ma quello non sta a me decidere e nemmeno mi interessa. Ad ogni modo il film è incredibile ci sono degli attori eccezionali ed è come per il libro costruito in maniera completamente strutturata a seconda del poliziesco che uno vede normalmente, quindi classico. Quindi i personaggi muoiono come nulla fosse e altri vivono quando sembrerebbe dovessero morire da un momento all’altro. E’ un film…che anche stavolta gode di una fotografia e un montaggio che sono roba dell’altro mondo, ha delle scene che sono indescrivibili quindi è inattaccabile, però è un prodotto un po’ confezionato; il fatto che abbia vinto quattro Oscar mi da anche noia, però è un punto di vista mio. Io, lo sai, non li sopporto gli Oscar e per me premiano solo la gente che ha pagato per venire premiata.
Non va assolutamente inteso come un film ordinario, anzi, quelli più ordinari sono quelli come Lady Killers o Prima ti Sposo poi ti Rovino che sono abbastanza ordinari. Non è un paese per Vecchi non è ordinario già da come è narrato, cioè con il vecchio sceriffo interpretato da Tommy Lee Jonesche non fa nulla, viaggia solamente; Josh Brolin fa una parte incredibile ed il suo personaggio è uno sfatto che gira e rigira alla ricerca del colpo di fortuna e non capisce che la fortuna a cui va incontro sarà la sua rovina, o forse lo capisce ma lo comprende troppo tardi e c’è già il killer che lo cerca. C’è un Woody Harrelson che è fantastico, e lo stesso Bardem, che interpreta questo killer con la bombola di ossigeno e la pistola ad aria compressa, con cui ammazza le persone è clamorosamente Coen, ma è comunque, nell’insieme, derivativo da un qualcosa puramente di McCarthy. Resta uno dei film più belli degli ultimi anni a prescindere dai premi che per me non valgono un tubo; che abbia vinto o non abbia vinto alla fine è relativo. Se hanno vinto tutto è perché la casa di produzione ha pigiato parecchio per farli vincere e l’hanno fatto trionfare, ma a loro non serviva un Oscar per consacrarli. Ripeto e concludo: Non è un Paese per Vecchi non è un capolavoro per me ma è un ottimo film, e può essere comunque un capolavoro per altri.
Federico: E’ un film divertente, uno d quelli che prende le star le e massacra del tutto, c’è Clooney, Pitt, Swinton e Mcdormand. Sono tutti messi a fare personaggi schizzati, la morte di Pitt è una delle cose più divertenti che il cinema pone allo spettatore. Io me la immaginavo ma alla fine mi ha fatto ridere comunque. E’ costruito anche questo in maniera un po’ schizzata, hanno questa cosa delle spie e anche qui c’è la politica…questo forse è uno dei film più politici perché c’è l’elemento della scena del crimine, della FBI….prendono il genere spionistico e lo spionaggio per il culo in modo molto peso, sembra di vedere un film di James Bond senza James Bond ed è incredibile come alla fine sembra si avvicini molto alle parodie del genere. E’ comunque un opera che rientra tra quelle minori perché comunque rispetto ad altri non riesce ad garbarmi come altri loro lavori però anche questo… avercene da vedere! E’ uno di quei film che anche se non sono bellissimi li guardi e dici: è Cinema. Dici Coen e dici Cinema! Ci sono sempre 4 o 5 sequenze che sono da manuale.
Federico: Per me questo è il Capolavoro dei Coen dopo L’uomo che non C’era, anche se nessuno l’ha considerato, sia la critica che il pubblico e questo è un male. E’ un film molto difficile, è un film che parla di religione, di morte è un lungometraggio obiettivamente complesso: la storia di questo uomo qui, con tutti i suoi dubbi esistenziali sulla vita ed il mondo che gira da un rabbino all’altro, va dal prete e gira il mondo cercando le risposte e scopre che è tutto più assurdo di quanto lui immagini ed abbia paura… è un lettura allucinante è un film difficile, non è comprensibile, non è narrato come se fosse una storia quadrata, è narrato come se fosse una storia classica ebraica quindi con un certo tipo di umorismo che è anche difficile da cogliere per chi non è ebreo o per chi non ha un minimo di attinenza con il cinema di Allen o di questi autori qui. E’ il più personale o comunque uno dei più personali fatti da loro due, perché secondo me loro non cercano… anche con film grossi o più commerciali come Lady Killers non credo che loro snaturino, loro fanno quello che vogliono, probabilmente in quel periodo le domande che avevano, anche per la vecchiaia, si sono fatte più complesse e più introspettive e più serie. Poi negli ultimi anni loro si sono messi a dirigere tutti e due quindi anche questo ha influito molto sulle loro opere, ha dato una visione anche un po’ diversa dai lavori precedenti, ma che poi alla fine rimane molto simile perché loro due sul set sono incredibili, ho visto contenuti speciali dove ci sono attori che dicono persino che si completano le frasi, quindi sono come una sola persona. A Serious Man è un film fantastico, il finale è uno dei più belli della storia del cinema, insieme Take Shelter, un film bellissimo che guardi e rimani ad occhi aperti; quando la gente mi diceva che per loro era il minore io rimanevo allibito. Forse è un po’ un film fantasma, la gente non lo conosce. Le persone ormai di loro due conosce Lebowski, ma poi il resto dei film li sapranno in 5 o 6 in tutto il mondo, capisci? Purtroppo non se l’è filato nessuno questo perché A Serious Man è davvero uno dei loro migliori film se non il migliore dopo L’uomo che non C’era.
Federico: E’ un remake di un film con John Wayne, ne fecero due di Grinta… il primo era divertente, io preferisco questo, però ammetto che anche quelli fatti tempo addietro erano spassosi. Non è un capolavoro Il grinta, quello originale intendo, è un buon western, ma questo qui dei Coen è bellissimo in confronto ed è ancora una volta girato da Dio e c’è da dire che tornano con Bridges, Brolin e hanno una grandissima fotografia. Ma anche qui non li trovo ai loro migliori livelli, è comunque un bel film. L’ho visto molto volentieri, due, tre volte, massimo quattro, ma non è un film che merita per forza di stare nella collezione; diciamo non è indispensabile, a meno che uno non sia un fanatico e allora a quel punto te li prendi un po’ tutti i loro lavori. Non è un film che comprerei per me. I punti forti de Il Grinta sono l’idea della vendetta attraverso gli occhi di una bambina, qui non si parla di vendetta in modo reazionario ovviamente, quello che mi interessa e che mi ha colpito è la grandiosità dei Coen come registi, come dirigono gli attori, come narrano, come fotografano e assemblano il film. E’ la loro abilità come talento che porta a diventare un film discreto un film bello da vedere come in questo caso Il Grinta. I film minori dei Coen vivono e sono belli grazie alla loro genialità, se davano in mano la sceneggiatura ad altri venivano lavori brutti o peggiori. Loro quando hanno la telecamera in mano fanno la differenza, in maniera incredibile .
9) Lasciando adesso commenti e recensioni su i singoli lavori, Federico, torno a porti qualche altra domanda finale sui Coen: Perché il loro cinema, secondo te, merita di essere visto?
Federico: Perché ha il fatto che loro due fanno e sono il cinema vero, quello di intrattenere attraverso una visione artistica, l’arte per loro vale sul serio. E’ come dire uno che non gli interessa un cazzo di quadri ma poi comunque guarda la Gioconda quando sei la Louvre. E’ la stessa cosa. La visione è quella, è come se uno non sapesse cosa è un opera d’arte…oppure è come se uno non sa cosa sia la Divina Commedia, anche se non l’hai letta comunque la conosci, ne hai sentito parlare, anche se non studi letteratura un’occhiata a quel libro gli e la puoi anche dare, male non ti fa. Per me i Coen formano la cultura formano il cervello, è l’arte che intrattiene e quindi possono anche portare persone a scoprire qualcosa di più al cinema che prima credevano fosse una cazzata. I Coen vanno visti perché sono una delle maggiori espressioni dell’arte americana degli ultimi 30 anni intesa come arte nella sua interezza, non intesa solamente come arte cinematografica. Chi dice che fanno schifo, continui a guardare 300 o Transformers…
10) Quale film di Joel e Ethan Coen consiglieresti per iniziare?
Federico: Il primo approccio…mah…avrei dei dubbi…immagino dipenda da cliente a cliente, se so che un cliente gradisce più un certo tipo di film gli consiglio un loro preciso lungometraggio, ad altri che magari hanno gusti differenti ne consiglio un altro. Chi ama le commedie gli consiglio Burn After Reading, o Mister Hula Hoop. Se uno vuole scoprire i Coen per davvero gli dico di vederli tutti, di vederela crescita e lo sviluppo delle tematiche del loro cinema. Gli danno un senso, i loro film se visti uno per uno, ti danno una idea di come siano cresciuti e come il loro lavoro con gli anni sia cambiato. I Coen vanno visti tutti secondo me, anche quelli meno riusciti o minori per capirli in pieno.
Ultima domanda, rispondi anche tu Francesco se vuoi: Il tuo miglior film dei Coen?
Francesco Braschi: Io ho sempre in testa Il Grande Lebowski, forse perché è talmente buttato di fuori che bo… non lo so mi piace troppo; quando lui vola nel sogno o è gonfio non posso smettere di ridere, è rompo bello, poi hanno dopo fatto anche un salto a livello tecnico, quello senza dubbio. Anche l’ultimo con il chitarrista non è male, A Proposito di Davis….E’ un buon film, non è tra i migliori che hanno fatto, ma è sempre di gran classe, ha sempre quelle belle riprese… ma poi sai, hai visto loro fanno un film da autore poi uno un po’ più comico, vanno ad alternanza. Prendi ad esempio A Serious Man poi Il Grinta, alternano sempre film leggeri a film più pesanti. Poi alcuni film di loro li hanno rovinati i titoli in italiano tipo Prima ti Sposo poi ti Rovino….dai sembra un film di Jennifer Aniston.
Federico: Io ti posso dire la classifica dei primi tre: per me Fargo, Barton Fink e L’uomo che non C’era, sono i miei tre preferiti. Poi in realtà no, perché A Serious Man e Lebowski son allo stesso livello, ma questi tre che ti ho appena elencato li ho visti tantissime volte. Sono tutti e tre bellissimi perché sono la fusione perfetta nel loro stile: dramma, noir, ironia, c’è tutto!
Fine
Lista dei Film Citati:
Arizona Junior; Biglietto in Due; Blood Simple – Sangue Facile; Barton Fink – è successo a Hollywood; Mister Hula Hoop; Crocevia per la Morte; Fargo; Pulp Fiction; Il Grande Lebowski; Non è Un Paese per Vecchi; A Serious Man; Le Iene; L’uomo che Non C’era; La Casa; Il Grande Sonno; A Proposito di Davis; Lady Killer; Burn After Reading – A Prova di Spia; Prima ti Sposo poi Ti Rovino; Soldi Sporchi; Scarface; La Signora degli Omici; I Due Criminali più Più Pazzi del Mondo; 300; Transformers; Il Grinta;
Ringraziamenti
Si ringrazia Federico Frusciante per il tempo a disposizione che ha concesso alla redazione e per averci permesso di intervistarlo ancora una volta. Uno speciale ringraziamento anche a Filippo Scarparo e Francesco Braschi che hanno collaborato al progetto ed infine, ultimo ma non meno importante, al sempre presente Jacopo Mauriello, regista in erba di cortometraggi e già autore (assieme a Lorenzo Paci) di lavori come I Numeri Uno e del futuro The Stipulation!
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