Originale, energica e dinamica è la coreografia “E-Ink” di Michele Di Stefano, presentata nella suggestiva e pittoresca Chiesa di Sant’Andrea di Pisa mercoledì 22 febbraio, quarto appuntamento della Stagione Danza 2016/2017 del Teatro Verdi di Pisa. Dopo un’intensa attività autodidatta di studio e ricerca del movimento, il danzatore e coreografo Michele Di Stefano ha fondato la compagnia MK nel 1997. Vincitore del premio Danza&Danza nel 2000 e del Leone d’argento per la Danza alla Biennale Danza di Venezia nel 2014, Di Stefano ha collaborato come coreografo-ospite della National Korean Contemporary Dance Company e con la compagnia Aterballetto. Il duetto “E Ink” della compagnia MK di e con lo stesso Di Stefano, insieme al danzatore Biagio Caravano, ha debuttato nel 1999, dopo un lungo lavoro di sperimentazione coreografica, che esula da ogni possibile etichettatura. Uno spettacolo di soli dodici minuti, ma studiato nei minimi dettagli, dall’atteggiamento posturale, all’inclinazione della testa, dove niente è lasciato al caso o all’improvvisazione, ma tutto è scritto e stabilito con grande rigore. Una ricca coreografia dinamica, che vede due buffe figure alle prese con movimenti continui, molleggiati, “gommosi” ed elastici. Tra rulli di batteria e sonorità elettroniche, i due danzatori saltano, si imitano a vicenda e corrono goffamente, fino a concludere lo spettacolo con un lento e meccanico movimento di braccia, intervallato da due lampi di luce. Le sequenze coreografiche sono in perfetta sincronia con il ritmo musicale, creato appositamente da Paolo Sinigaglia. Uno spettacolo che non racconta una storia d’amore o di lotta, ma alterna situazioni grottesche, a momenti in cui la comicità svanisce e diventa pura energia, le braccia diventano eliche, i corpi si flettono o corrono nello spazio. L’idea del titolo nasce dall’interesse per l’oracolo di Delfi, infatti la E greca è uno dei sacri simboli dell’oracolo, per questo il costume bianco è segnato da questa lettera. Inoltre la E allude all’Electronic-Ink, l’inchiostro utilizzato negli e-book degli anni ’90. L’idea che il colore abbia una sua fluidità e mobilità interna, utile per riprodurre ogni tipo di lettera, è stata ripresa dal coreografo, il quale ha immaginato un corpo aperto e disponibile a produrre segni che non fossero formalizzati. Creare qualcosa che non avesse a che fare con il corpo e la psicologia, con l’io del performer o del danzatore, ma con l’esterno, lo spazio, il tempo, l’energia e il ritmo, era l’obiettivo, direi ampiamente raggiunto, del coreografo.
Nel 2015 questo spettacolo è stato ricostruito filologicamente e fedelmente da Michele Di Stefano, all’interno del progetto RIC.CI, Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni 80’/90′, ideato e diretto dalla critica e saggista di danza Marinella Guatterini. L’idea del progetto consiste nel recupero di coreografie d’autore italiane degli anni Ottanta e Novanta, selezionate per la loro importanza e originalità, sostenuto da un nutrito pool di teatri e circuiti nazionali. Per l’occasione sono stati scelti due nuovi giovani danzatori della Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto, Philippe Kratz e Damiano Artale, corrispondenti a determinate proporzioni di comicità e di sbilanciamento dinamico.
Il lavoro presenta una qualità ritmica notevole, unita a una sequenza coreografica precisa in ogni suo dettaglio, costruita da una successione di impulsi ritmici, eseguiti attraverso una ricerca delle connessioni nel corpo, nello spazio e con l’altro. Tutti e quattro i danzatori hanno eseguito, per la prima volta davanti al pubblico, E-Ink nell’arco della stessa serata. Un confronto sulla medesima coreografia interpretata da quattro personalità distinte e con una formazione corporea diversa, che notiamo soprattutto durante l’esibizione dei due ragazzi, dove il ritmo della performance risulta essere più marcato e l’energia sembra quasi esplodere dai loro corpi, duttili e malleabili, ma, allo stesso tempo, capaci di grande autocontrollo. Come intramezzo tra le due esibizioni è stato proiettato un video, realizzato come accompagnamento visivo al libro di Marinella Guatterini dedicato a E-Ink, con interviste, riprese delle prove e delle performance del 1999 e del 2015.
Un’occasione unica e mirabile.