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Divinamente illustrata: le 9 più belle edizioni della Commedia

La Divina Commedia ha ispirato fin dal suo esordio la fervida immaginazione dei più grandi artisti della storia, che si sono dilettati nella realizzazione grafica di immagini di accompagnamento al celebre poema dantesco, ottenendo risultati trasognanti in grado di restituire al lettore l’esperienza drammatica e allo stesso tempo eterea, del cammino del Sommo Poeta nell’oltretomba. Con questo articolo voglio mostrarvi le 9 più belle illustrazioni di tutti i tempi, che secondo me meritano di essere sfogliate almeno una volta nella vita, per capire l’evoluzione dell’interpretazione del testo dantesco attraverso l’immaginario collettivo, influenzato soprattutto agli esordi, nei tempi senza WI-FI, solamente dall’abile mano di artisti ed incisori.

La pratica del tradurre in immagini visive la Commedia affonda le sue radici nel Trecento, contemporaneamente alla prima diffusione del poema stesso (il più antico manoscritto illustrato datato a noi giunto è infatti il Trivulziano del 1337-1338, ma probabilmente non è il primo in assoluto) e, attraversando pressoché ininterrotta i secoli, continua inesausta ancora oggi ad essere oggetto di rielaborazioni grafiche di ogni tipo. Dalle classiche xilografie ai graphic novel, i versi danteschi sono stati convertiti in una meravigliosa moltitudine di immagini create dalle più disparate personalità artistiche. Un solo elemento si presenta immutato dagli anonimi miniatori trecenteschi al moderno Rauschenberg: quello del “viaggio” di Dante, spirituale e fisico insieme, che simboleggia il percorso di ogni uomo.

1. SANDRO BOTTICELLI (1444-1510)

Dei disegni botticelliani per illustrare la Divina Commedia ci parlano due documenti. Il Vasari nella vita del Maestro così si esprime: «comentó una parte di Dante, e figurò lo Inferno, e lo mise in stampa; dietro al quale consumò di molto tempo: per il che, non lavorando, fu cagione d’infiniti disordini alla vita sua» e l’Anonimo Fiorentino, che ha riportato notizie di artisti antichi e moderni, scrive: «Dipinse et storio un Dante in cartapecora a Lorenzo di Piero Francesco de Medicj, il che fu cosa marauigliosa tenuto». Botticelli nei suoi disegni mostra una conoscenza precisa del testo dantesco e della sua esegesi, tanto da rivelare una profonda meditazione e assimilazione dei versi delle singole cantiche. I disegni che ci sono pervenuti sono infatti, quelli che l’artista istoriò su cartapecora per Lorenzo di Pier Francesco il Vecchio, 1463-1503, cugino di Lorenzo il Magnifico, e il loro stile dai critici è stato assegnato all’ultima decade del secolo (1490-1496).

2. FEDERICO ZUCCARI (1539-1609)

Il percorso illustrato della Divina Commedia da Federico Zuccari, che col fratello Taddeo fu un esponente di spicco del tardo Manierismo italiano, si disloca dalla selva oscura in cui Dante smarrisce la “diritta via” fino alle alte sfere del Paradiso, in un complesso gioco di rimandi tra parole e immagini. Gli 88 disegni, eseguiti dal pittore sul finire del Cinquecento, costituiscono il più imponente complesso illustrativa della Commedia realizzata prima dell’800. Creata tra il 1586 e il 1588, durante il soggiorno di Zuccari in Spagna, l’intera raccolta è entrata nella collezione degli Uffizi nel 1738, grazie alla donazione di Anna Maria Luisa de’ Medici, Elettrice Palatina e da allora custodita nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe.

3. WILLIAM BLAKE (1757-1827)

Le illustrazioni della Commedia realizzate da William Blake sono l’estrema prova della sua arte visionaria e titaneggiante, sintesi perfetta fra mitologia neoclassica e romantica. Negli ultimi anni di vita, il poeta e artista William Blake portò a termine ben 102 illustrazioni del capolavoro dantesco, dagli schizzi a matita, fino ad arrivare alle opere completate ad acquarello. Come l’onnicomprensivo poema di Dante, i lavori di Blake spaziano da scene di sofferenza infernale a immagini di luce celestiale, da orribili deformazioni del corpo umano fino alla perfezione della forma fisica. Pur rimanendo fedele al testo, Blake apportò il proprio contributo ad alcuni dei temi centrali dell’opera dantesca.

4. GUSTAVE DORE’ (1832-1883)

Dorè è l’esempio più popolare dell’illustrazione dantesca dell’Ottocento al quale va riconosciuto il merito di aver investito tutto se stesso nella realizzazione di questa colossale impresa. La fantasia tardoromantica e accentuatamente naturalistica del famoso litografo Gustave Dorè, ottiene i migliori risultati quando si imbatte negli scenari più foschi e corposi descritti da Dante, come i principali passi dell’Inferno, dalla selva oscura a quella dei violenti contro se stessi, nella quale si annidano le arpie. La sua incredibile abilità tecnica permette dettagli dall’eccezionale virtuosismo, restituendo al lettore impalpabili immagini anche dei passi più complessi della Commedia, per un corpo totale di 135 tavole illustrate.

5. SALVADOR DALI’ (1904-1989)

Nel 1950 il Ministro della Pubblica Istruzione commissionò a Salvador Dalí di illustrare il capolavoro di Dante Alighieri, dopo che l’artista aveva già dipinto alcuni acquerelli ispirati dal celebre poema italiano, tra il 1950 e il 1952. Ne risultarono 102 acquerelli, esposti prima a Roma, nel 1954, e in seguito a Venezia e Milano. A causa delle pressioni politiche dell’opposizione, contraria a che uno spagnolo si occupasse d’illustrare il più grande capolavoro della letteratura italiana, il governo italiano decise però di rescindere la commissione e Dalí, offeso profondamente dal gestò non tardò a prendersi la sua rivincita. L’artista spagnolo, infatti, raddoppiò il prezzo e offrì i diritti di riproduzione a Joseph Forêt che nel 1960, pubblicò 100 aquarelles pour la Divine Comédie de Dante Alighieri par Salvador Dalí. Ma le visionarie illustrazioni dell’artista erano fin troppo audaci ed innovative per quel tempo, e fin troppo spesso si distaccavano dal senso letterale dei versi danteschi per affiancargli immagini tormentate, altamente metaforiche e che sfociavano nell’ambito della sessualità, pertanto non vennero apprezzate come oggi dai suoi coevi ammiratori.

6. RENATO GUTTUSO (1911-1987)

Nel 1957 Alberto Mondadori propose al pittore siciliano Renato Guttuso un progetto di illustrazione della Commedia dantesca. Il progetto richiese lunghi tempi di realizzazione e affrontò complesse vicende editoriali, ma nel 1970 vide finalmente la sua pubblicazione. Guttuso ha saputo creare un progetto originale e di una rara esattezza filologica, derivante da una approfondita conoscenza del testo dantesco. Il pittore di Bagheria impiegò infatti, più di dieci anni per produrre le sue tavole dantesche.

Guttuso rappresenta la sua storia, sia quella collettiva novecentesca, sia quella più privata e intima. Nel bollor vermiglio (cfr. If, XII 101) del Flegetonte le alte strida (cfr. ibid. 102) non sono quelle di Attila, Pirro o Sesto, ma quelle di Hitler, Mussolini e Stalin; quel che s’ergea col petto e con la fronte / com’avesse l’inferno a gran dispitto (cfr. If, X 35-6) non è Farinata degli Uberti, bensì Rodolfo Graziani, sanguinario generale fascista; le anime lasse e nude che si disperano sulla riva malvagia (cfr. If, III 100; 107) non attendono Caronte, bensì la deportazione nazista in un campo di concentramento o di sterminio; i corpi straziati dalla bufera infernal (cfr. If, V 31) di Paolo e Francesca non simboleggiano la passione lussuriosa, ma il sincero amore di Guttuso per la propria patria.

7. ROBERT RAUSCHENBERG (1925-2008)

Robert Rauschenberg adottando tecniche ereditate dalla pop art, come quella del Transfer Drawing, realizza 34 litografie personali e innovative, ricche di riferimenti alla società americana. Rauschenberg naturalmente legge la Commedia a suo modo, inserendo nelle sue opere per esempio Richard Nixon e altri ostentati prelievi dalla contemporaneità. I suoi demoni infatti portano la maschera antigas e impugnano le mazze della repressione poliziesca, simboleggiando lo stato caotico del mondo e dell’uomo del nostro tempo.

8. TOM PHILLIPS (1937)

Tom Phillips è oggi tra gli artisti più importanti a livello internazionale, in grado di spaziare dalla scultura alla pittura, dalla grafica all’illustrazione, mostrando i segni di un talento versatile e acuto, pronto a dialogare con la storia contemporanea e la grande arte del passato e del presente. L’artista londinese tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta si è cimentato in una versione in inglese della Divina commedia, in cui la traduzione era accompagnata da 139 illustrazioni dello stesso Tom Phillips, che costituiscono un vero e proprio commento visivo alle terzine dantesche. L’opera, edita in 180 copie, è stata stampata da Talfourd Press di Londra nel 1983, seguita poi nel 1985 da una versione economica, intitolata “Dante’s Inferno”.

9. LORENZO MATTOTTI (1954)

Infine l’ultimo autore, ma non per importanza, della nostra classifica è il contemporaneo Lorenzo Mattotti, uno dei più importanti esponenti del cosiddetto “fumetto d’autore”: Incidenti, Il Signor Spartaco, Doctor Nefasto, Fuochi e Stigmate le opere che hanno cambiato la storia della narrativa grafica europea. Intensa la sua attività come illustratore: collabora con importanti riviste italiane e straniere e si è misurato nel 1999 nell’imponente lavoro di illustrare le terzine del viaggio dantesco, dimostrando l’estrema attualità ed esigenza di continuare ad investire sui testi classici della tradizione letteraria italiana.

 

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