La compagnia del Teatro del Carretto ha portato sul palcoscenico livornese, il 16 e 17 Dicembre, un’opera senza tempo, dalla fama millenaria: l’Iliade. La regista, Maria Grazia Cipriani, è riuscita a rivisitare in chiave moderna il drammatico classico, che narra della mitica guerra tra Achei e Troiani, sintetizzandolo con estrema abilità, in un’ora e mezzo di spettacolo.
Una rappresentazione dell’Iliade davvero sui generis, in quanto gli attori erano affiancati da marionette e pupazzi meccanici grotteschi, che incutevano paura e simboleggiavano la violenza, protagonista indiscussa di tutti i conflitti. Le maschere che indossavano i combattenti, così come i volti delle marionette, mi hanno ricordato le maschere kabuki giapponesi, indossate dai samurai per spaventare i nemici. Il palco del Teatro Goldoni si è trasformato così in un vero e proprio campo di battaglia, sovrastato da un grande pannello di legno polifunzionale, pieno di aperture e finestre, pronto a trasformarsi a seconda delle necessità della narrazione. Le cromie del legno erano il filo conduttore dell’intero allestimento, infatti i colori dei costumi dei protagonisti e degli oggetti presenti sulla scena, erano estremamente omogenei e creavano grande armonia, per questo dobbiamo ringraziare lo scenografo e costumista Graziano Gregori.
I rumori della natura, come ad esempio il nitrito dei cavalli e il frastuono delle onde del mare, facevano da cornice assordante ai sanguinosi scontri dei guerrieri. Gli eroi greci e troiani indossavano con solennità le armature e con perizia riponevano ogni pezzo al loro posto, se riuscivano a sopravvivere alla battaglia, per mostrare al pubblico, quanto fosse sacra per loro l’arte della guerra. La morte di Ettore per mano di Achille, è stata a mio avviso la parte più suggestiva della rappresentazione, evidenziata dalle pose plastiche assunte dai valorosi prodi, che ricordavano le statue greche.
La particolarità di questo spettacolo è stata la mancanza di un dialogo diretto fra i vari personaggi, sostituito da una voce fuoricampo che narrava gli eventi, per conferire maggior pathos e intensità all’azione, che si è aperta infatti con il noto proemio “Cantami, o diva, del Pelide Achille..” . I bravissimi attori: Giovanni Balzaretti, Andrea Jonathan Berolai, Maria Vittoria Nervi, Fabio Pappacena, Giacomo Pecchia, Antonio Pomponio e Giacomo Vezzani, sono riusciti ad esprimere attraverso la potenza della fisicità e del linguaggio del corpo, tutta la crudeltà della guerra di Troia, emozionando il pubblico, con il famoso incontro di Ettore e Andromaca alle porte Scee, anch’esso rielaborato.
L’intervento delle divinità, parte integrante del poema omerico, è stato ricreato con l’ausilio di bambole meccaniche dalle bambinesche fattezze, per sottolineare la volubilità degli dei capricciosi, che agiscono perchè sospinti da terreni impulsi. Il Teatro del Carretto con la sua “Iliade”, ha dimostrato ancora una volta, che i grandi classici sono sempre attuali e capaci di farci riflettere sui valori fondamentali, spesso dimenticati dalla società odierna.