È il violino del M° Salvatore Accardo a chiudere il 5 gennaio 2016 la rassegna “Natale al Forte”, organizzata dall’assessorato alla cultura del Comune di Forte dei Marmi. Lo straordinario musicista si è esibito con l’Orchestra Filarmonica Pucciniana in un concerto ad ingresso libero, un dono del Maestro al suo pubblico che – entusiasta – ha gremito la chiesa di Sant’Ermete, sede del concerto, e lo spazio antistante ad essa in cui il Comune della lucchesia aveva allestito un megaschermo in modo da ampliare il più possibile la fruizione dell’evento.
Il programma prevedeva l’esecuzione del Concerto per violino e orchestra n.5 in la maggiore KV219 e la Sinfonia n.29 in la maggiore KV201, ambedue di Wolfgang Amadeus Mozart, in cui il M° Accardo si è esibito nella duplice veste di violinista e direttore d’orchestra. Interessante la scelta di due composizioni in la maggiore, tonalità utilizzata in modo molto particolare e caratterizzante da Mozart, che evoca nello spettatore una grazia chiara e limpida, gioia intensa sotto la cui superficie corre un fuoco sottile. È proprio il fuoco (parola indicativa delle categorie estetiche mozartiane, come sottolineano Carli Ballola e Parenti nel loro saggio su Mozart) ad emergere dal Concerto per violino, ma attenzione: fuoco non significa baccano e passaggi furiosi, ma liricità, emotività piena e vibrante ed è proprio questo che ha trasmesso il M° Accardo con la sua incredibile perizia tecnica, incantando il pubblico con timbri che spaziavano da una grazia alata ad una esuberanza sbrigliata ma mantenendo sempre e comunque una sonorità tersa, quasi estatica. Molto toccante il secondo movimento, Adagio, in cui il Maestro è veramente andato a toccare corde molto profonde dell’animo umano.
Ci si potrebbe aspettare da una grande personalità come Accardo un virtuosismo tale da sovrastare la partitura con cadenze di bravura forse eccessive, invece il Maestro ha dimostrato totale umiltà aderendo perfettamente a quanto scritto da Mozart con un suono (da parte sia sua, sia dell’orchestra) filologicamente impeccabile e con cadenze non solo stilisticamente coerenti alla partitura ma dalla durata corretta: una più lunga per il primo movimento ed altre più brevi ed incisive per il secondo e terzo movimento. A proposito dell’ultimo movimento, è stata molto suggestiva la parte centrale del brano, in la minore, in cui il violino solista provoca l’orchestra con scale irriverenti e l’orchestra risponde con strappate minacciose e con un singolare effetto di violoncelli e contrabbassi che vengono suonati con il legno dell’archetto, cosa che conferisce al passaggio un aspetto truce e grottesco nello stesso tempo.
Dopo questa prima parte il Maestro ha concesso un personale bis al pubblico, l’esecuzione del Capriccio n.24 in la minore op.1 di Niccolò Paganini. Mi aspettavo uno dei Capricci paganiniani tra i bis e le aspettative – mie e del pubblico, che lo ha ringraziato con una standing ovation già a metà concerto – non sono state disattese poiché Accardo ha eseguito il brano da vero virtuoso quale egli è, e con una passione, una bravura ed un coinvolgimento personale che fanno seriamente dubitare della sua età: Accardo non ha 74 anni, ma 47!
La seconda parte del concerto è stata completamente affidata all’Orchestra Filarmonica Pucciniana, sempre diretta al Maestro, che ha eseguito la splendida Sinfonia n.29, capolavoro giovanile di Wolfgang Amadeus Mozart. Anche qua l’impronta del M° Accardo si è avvertita in tutta la sua forza, fornendo alla compagine orchestrale precise indicazioni esecutive e sostenendola con una direzione asciutta ma costantemente presente e soprattutto chiara. La Filarmonica Pucciniana sotto l’esperta direzione direzione di Accardo ha dato il meglio di sé, in particolar modo i violini che hanno visibilmente dato il massimo in questa esecuzione (un po’ meno i corni, soprattutto alla fine del quarto movimento).
L’interpretazione prescelta dal M° Accardo è stata, come per il Concerto per violino, un perfetto esempio di come si debba interpretare Mozart (soprattutto quando c’è di mezzo la tonalità di la maggiore); nel primo movimento il tema principale viene esposto con una semplice ma raffinatissima progressione si è quasi in grado di visualizzare il fuoco di cui parla Mozart e poi esplode in una floridezza melodica morbida e piena: molti direttori si fanno trarre in inganno da questa apparenza “mansueta”, ma non Accardo che fa emergere dall’orchestra un’emozione dinamica e meditativa a un tempo, così come nel secondo movimento prevale una delicata ed umbratile sensibilità. Proprio come nel secondo movimento del Concerto per violino, anche quello della Sinfonia sembra racchiudere un segreto indecifrabile, un elemento struggente che valica i confini del nostro mondo con la «trasparenza di una vetrata policroma da chiesa», per usare le parole di Alfred Einstein. Molto interessante l’interpretazione del quarto movimento, in cui il fuoco mozartiano acquista tutto il proprio vigore; in questo brano Accardo gioca con i contrasti scritti da Mozart (alte intensità accostate ad altre più basse) ma esasperandole, arrivando cioè ad un pianissimo in cui lo spettatore quasi stenta a seguire la melodia, allora giunge in modo sorprendente un brevissimo arco melodico degli oboi (do-do diesis-si) e senza preavviso torna, in forte, il fuoco che Mozart ci ha fatto ascoltare all’inizio del movimento. In questo senso si può affermare che Accardo abbia accolto la lezione di Abbado, recuperando l’interpretazione che il direttore purtroppo scomparso offrì nel 2008 con l’Orchestra Mozart, ma lo fa con intelligenza, non per passivo spirito di imitazione.
Dopo la Sinfonia il Maestro concede al pubblico un ultimo bis, questa volta offerto dall’orchestra che ha mirabilmente eseguito il terzo movimento dal Divertimento in re maggiore KV136, sempre di Mozart, con una verve festosa ed irresistibile ed una precisione da manuale, soprattutto nel fugato posto come nucleo centrale del brano.
In conclusione, si può ben dire che quello del M° Salvatore Accardo sia stato un autentico trionfo, suggellato da ben due standig ovation e dal calore degli spettatori che, in modo commovente ed affettuoso, lo hanno richiamato in sala battendo le mani all’unisono e con lo stesso ritmo, quasi a sillabare Ac-car-do! Inoltre il Maestro si è reso disponibile dopo il concerto ad incontrare i numerosi ammiratori, ansiosi di ricevere un autografo o semplicemente di potersi congratulare con lui di persona, c’è stato addirittura chi ha voluto donare piccoli omaggi allo stesso Accardo.
Bisogna riflettere sul gesto del Maestro: in un periodo segnato dal disinteresse istituzionale per il mondo della cultura in generale e per quello musicale in particolare, una personalità di un tale spessore ha deciso di esibirsi in un concerto in cui nessuno del pubblico ha dovuto pagare per potervi assistere. Un gesto forte, perfettamente in linea con le sue dichiarazioni contro le recenti disposizioni del Governo circa la distribuzione dei fondi che hanno privato molti enti musicali della possibilità di continuare ad esistere e portare il proprio messaggio culturale nelle città italiane.
Luca Fialdini
luca.fialdini@uninfonews.it
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