Cosa è successo la settimana appena passata nel mondo:
-L’ex governatore repubblicano della Virginia Jim Gilmore si ritira dalla corsa per la Casa Bianca. Gilmore ha espresso il desiderio di continuare la battaglia per eleggere un repubblicano come successore del presidente Obama. “Continuerò – ha dichiarato – a fare tutto ciò che posso per far si che il nostro prossimo presidente sia un repubblicano che crede nella libera impresa e che voglia restaurare la grandezza della nostra nazione e mantenere sicuri i nostri cittadini “.
–Ankara minaccia di aprire le frontiere ai profughi se la Nato non concederà un no fly zone sul territorio siriano per bloccare i bombardamenti russi e l’avanzata dell’esercito di Damasco.”Non abbiamo la parola idioti scritta in fronte – ha dichiarato il presidente Erdogan -, aerei e autobus non sono qui per niente, faremo quanto sarà necessario».
-Attaccato un campo delle Nazioni Unite a Kidhal, in Mali. Un altro attacco si era già verificato lo scorso 28 novembre, provocando 3 morti e una ventina di feriti. In quell’occasione, Mongi Hamdi, segretario generale di Minusma, aveva dichiarato: “Questi attacchi codardi non fermeranno la determinazione delle Nazioni Unite a sostenere il popolo del Mali e il processo di pace”, assicurando che l’Onu stesse rafforzando “le sue misure di sicurezza” nel paese africano.
-I rappresentanti di Stati Uniti, Unione europea e Russia riuniti a Monaco di Baviera hanno annunciato che è stato raggiunto un accordo per una tregua temporanea in Siria. Tuttavia, l’accordo non prevede l’interruzione totale dei raid aerei russi.
-L’Arabia Saudita ha ottenuto da Ankara il via libera a utilizzare la base aerea turca di Incirlik, vicina al confine siriano, per le operazioni di decollo e atterraggio dei suoi caccia. Entrambi i paesi sarebbero pronti a inviare truppe di terra in Siria.