Cosa è successo questa settimana nel mondo:
–Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, nella mira dei terroristi. Nella notte di venerdì, quattro attentatori hanno preso d’assalto tre diversi locali, frequentati perlopiù da occidentali.
L’attacco, rivendicato da al-Qaeda nel Maghreb Islamico (Aqmi), ha causato la morte di almeno 23 persone provenienti da 18 paesi diversi. Tra le vittime un bambino italiano di nove anni, figlio del proprietario del bar-ristorante Restaurant Cappuccino, uno dei locali colpiti dai terroristi.
-Attentato jihadista a Istanbul. L’attacco kamikaze nel centro della città ha ucciso 10 turisti tedeschi in piazza Sultanahmet, cuore della Istanbul turistica. Le indagini hanno dimostrato il diretto coinvolgimento dello Stato Islamico. Secondo Berlino non c’è nessuna prova che dimostri che l’obiettivo dell’attentato fossero proprio i turisti tedeschi. Il primo ministro turco Ahmet Davutoglu ha dichiarato che l’Is potrebbe aver agito solo come “una pedina” nell’attentato e si indaga su presunti “attori segreti dietro l’attacco”. Tra i sospetti, il presidente siriano Bashar al Assad.
-Attentato a Giacarta, capitale dell’Indonesia. L’attacco, che ha ricalcato quello di Parigi dello scorso novembre, è stato rivendicato dallo Stato Islamico. Per il capo della polizia della capitale, Tito Karnavian, dietro gli attacchi ci sarebbe Bahrun Naim, un indonesiano che starebbe combattendo con l’Is in Siria.
-Attentato in un centro commerciale nel quartiere sciita a Bagdad, in Iraq. L’assalto è stato rivendicato dai jihadisti dello Stato islamico.
-Il Venezuela dichiara lo stato di emergenza per 60 giorni a causa della crisi economica dovuta al crollo del prezzo del petrolio.
-L’Austria ha momentaneamente sospeso il trattato di Schenghen. Per affrontare il problema dei migranti, il governo austriaco ha deciso di chiudere temporaneamente le frontiere.
-L’Isis ha lanciato un’offensiva contro le truppe dell’esercito siriano fedele al presidente Bashar al-Assad nella città di Deir al-Zor, nella Siria orientale. Secondo quanto riportato dall’agenzia siriana Sana, i civili rimasti uccisi sarebbero più di trecento. Se così fosse, si tratterebbe di uno dei più sanguinosi massacri che hanno avuto luogo in Siria dall’inizio della guerra civile.
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