Cosa è successo la settimana appena passata nel mondo, dagli Usa all’Indonesia:
-Canada e Usa hanno raggiunto un nuovo accordo sul Nafta, l’accordo trilaterale di libero scambio fra Stati Uniti, Canada e Messico. L’intesa è stata raggiunta domenica notte. Il nuovo patto”offrirà ai nostri lavoratori, agricoltori, allevatori e imprese un accordo commerciale di alto livello che porterà a mercati più liberi, a un commercio più equo e a una crescita economica robusta nella nostra regione. Rafforzerà la classe media e creerà buoni, ben pagati posti di lavoro e nuove opportunità per quasi mezzo miliardo di persone che chiamano il Nord America a casa”, hanno dichiarato Robert Lighthizer, rappresentante commerciale degli Stati Uniti, e Chrystia Freeland, ministro degli Esteri canadese.
-In Macedonia è fallito il referendum sull’accordo con la Grecia per il nuovo nome del paese. Nella giornata di ieri, i cittadini dell’ex repubblica jugoslava erano stati chiamati a rispondere alla domanda «Sei favorevole a entrare nella NATO e nella Unione Europea, e accetti l’accordo tra Repubblica di Macedonia e Grecia?». L’esito della consultazione, pur non essendo vincolante, sta mettendo a dura prova il Primo Ministro europeista Zoran Zaev, che però non ha ancora annunciato le dimissioni.
-Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, durante il suo discorso alle Nazioni Unite di martedì scorso, ha dichiarato che i suoi servizi segreti hanno scoperto la presenza di un deposito atomico segreto a Teheran, accusando l’Iran di violare gli accordi sul nucleare. La notizia, però, è stata smentita dal ministro degli esteri iraniano Mohammad Javad Zarif. “Non abbiamo niente da nascondere”, ha fatto sapere in un’intervista rilasciata nei giorni passati al giornalista americano John Dickerson.
-Con il leader nordcoreano Kim Jong-Un “ci siamo innamorati”. Lo ha detto il presidente Usa Donald Trump durante un discorso ai suoi sostenitori nel West Virginia. “No davvero – ha detto Trump -. Mi ha scritto belle lettere. E poi ci siamo innamorati”.
-Sale a 1200 il numero delle vittime dei due terremoti e dello tsunami che lo scorso venerdì ha colpito la regione dello Sulawesi in Indonesia. “Inizieremo le sepolture di massa delle vittime, per evitare la diffusione delle malattie”, ha dichiarato il portavoce dell’agenzia per la gestione dei disastri, Sutopo Purwo Nugroho.
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