23 Novembre 2024

Ieri sera al Teatro Goldoni di Livorno si è conclusa la prima di due giornate – 11 e 13 dicembre – dedicate al maestro e compositore livornese Pietro Mascagni. In occasione dell’ anniversario di nascita (7 dicembre 1863) e del 70° anniversario della sua scomparsa (2 agosto 1945) la Fondazione Goldoni e l’Istituto Mascagni hanno infatti deciso di proporre un interessante dittico per onorare la memoria del maestro: Zanetto e Cavalleria rusticana (l’una ripresa dall’edizione 2007 e l’altra dall’edizione 2011 della Fondazione Livorno).

Alle 20:30 il sipario si apre con Zanetto, una piccola opera in atto unico – su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci (gli stessi di Cavalleria rusticana) che vede la presenza di soli due personaggi sulla scena quali Zanetto, interpretato da Alessandra Masini e Silvia, interpretata da Cristina Martufi. L’azione si svolge sul proscenio, molto vicino al pubblico, per enfatizzare l’intimità dell’incontro tra la donna, disillusa dall’amore, convinta di non poter più essere in grado di amare, e Zanetto, giovane poeta che invece canta l’amore e che fa ritrovare a Silvia il piacere della seduzione. Un incontro elegante, una scenografia ridotta ai minimi termini (un divano e una lampada) per concentrare l’attenzione sui giochi di sguardi, i contatti tra i corpi, dettati da fugaci carezze, che costituiscono il legame tra i due. I personaggi si scambiano le battute, i loro corpi sono proiettati quasi cinematograficamente sul fondale. Il lungo dialogo che costituisce l’opera diventa così un gioco all’identità e all’ambiguità in cui i termini di maschile e femminile sono alterati.


Dopo una breve pausa ha inizio Cavalleria rusticana, opera che sta molto a cuore ai livornesi, sempre apprezzatissima e che ieri sera ha di nuovo trovato il completo consenso da parte del pubblico. Appena aperto il sipario, ci si trova davanti ad un’ambientazione di rovine, squarci architettonici come dopo un terremoto. Al centro un materasso, un letto, il fulcro in cui si concentra tutta l’azione. Questo è il luogo cardine della scenografia che simboleggia l’unione amorosa tra Santuzza e Turiddu, ma anche l’elemento chiave del tradimento del giovane siciliano con la bella Lola. L’allestimento evoca quindi la memoria emotiva della protagonista: la felicità, il dolore, la gelosia, la paura. Tutto ruota attorno alla figura di Santuzza – straordinaria interpretazione della giovanissima Chiara Mogini – che non esce mai di scena, ora al centro del palcoscenico, ora in disparte (ma sempre presente) sul proscenio, in perenne ascolto, mentre  i personaggi si muovono e agiscono tutto intorno. Le parole del regista Alessio Pizzech, nella conferenza stampa, delucidano ulteriormente il ruolo della protagonista:

Santuzza giudica il mondo e vede muoversi gli altri personaggi intorno a lei sentendosene estranea. Essi sono come una lunga proiezione del proprio dolore, del proprio desiderio inappagato d’amore. Un percorso quindi in cui la realtà si deforma e la verità perde i suoi contorni in una visione allucinatoria. Per lei il tradimento poco importa se sia avvenuto o meno, concretamente resta davanti ai suoi occhi una sorta di inadeguatezza alla vita.

L’idea registica di Cavalleria mantiene i luoghi deputati del libretto di Targioni-Tozzetti e Menasci: l’osteria, la chiesa, la piazza, che convergono esattamente nel luogo della casa e del letto. Solo le luci – di Valerio Alfieri – cambiano, scandendo il passare del tempo ed evocando gli aspetti naturalistici (il sole, il calore mediterraneo, il mare).

Il pubblico non può che acclamare, con fragorosi e ripetuti applausi, la rappresentazione. Zanetto riscuote il consenso del pubblico ma è Cavalleria rusticana la protagonista indiscussa della serata.

I complimenti miei e di tutti quindi vanno indubbiamente al cast, giovane, dotato e molto professionale così come al direttore Valerio Galli e all’Orchestra Giovanile dell’Istituto P. Mascagni di Livorno, che hanno saputo con grande maestria far rivivere un’opera così importante per la città labronica, portando ancora una volta alla luce le emozionanti e travolgenti musiche di Mascagni, di cui Cavalleria rusticana fu la prima opera da lui composta.

Appuntamento domenica 13 dicembre alle 16:30 per la replica dello spettacolo!

 

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Regia: Alessio Pizzech. Cast: per Zanetto Cristina Martufi (Silvia) ed Alessandra Masini (Zanetto); per Cavalleria Chiara Mogini / Yvonne Manfreda (Santuzza), Giuseppe Distefano / Vitaliy Kovalchuk (Turiddu), Carlotta Vichi (Mamma Lucia), Maria Salvini (Lola). Costumi: Cristina Aceti. Scene: Michele Ricciarini.


 

 

 

 

 

Annalisa Castagnoli

 

 

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Annalisa Castagnoli

Laureata in Storia dell'Arte Contemporanea (Università di Pisa) mi piace raccontare storie e scrivere le mie "impressioni" su tutto ciò che vedo o ascolto. I libri sono il mio rifugio sicuro, con loro mi sento sempre a casa!
Oltre a UIN collaboro anche per Exibart.

E-mail: annalisa.castagnoli15@gmail.com

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