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Il Duo Petrouchka e la magia delle quattro mani

Il Duo Petrouchka, composto dai pianisti Massimo Caselli ed Alessandro Barneschi, si è esibito ieri sabato 7 novembre nel secondo appuntamento della rassegna Concerti d’Autunno dell’Associazione Clara Wieck Schumann, tenutosi nella sala grande di Villa La Rinchiostra a Massa. Si tratta di due professionisti di chiara fama, perfezionatisi con docenti di alto livello quali Lazar Berman, Paul Badura Skoda, Marian Mika e Bruno Rigutto, per citarne solo alcuni, molto attivi sulla scena musicale italiana ed internazionale e vantano presenze (individuali od in formazioni cameristiche) presso Istituzioni e Festival come il Teatro alla Scala di Milano, gli Appuntamenti dell’Accademia Chigiana, Conservatorio di Torinom Nuova Consonanza Roma ed il francese Festival pour l’eté di Anger.
Il duo, invece, nasce nel 1999 e da allora ha imposto la propria presenza in una serie di recital in Italia ed all’estero.

Il programma dello scorso concerto era particolarmente adatto alla cornice designata dall’Associazione Clara Schumann, che si propone di diffondere il grande repertorio cameristico ed i brani proposti dal duo hanno sottolineato la natura intimistica e non eccessivamente formale dell’incontro. Come apertura di serata sono stati selezionai tre brani dei 6 Morceaux op.11 di Sergej Rachmaninov, eseguiti in modo impeccabile e con una velata malinconia. Questi tre brani (un piccolo antipasto, se vogliamo) hanno dimostrato la indiscutibile padronanza tecnica dei due esecutori e la loro accortezza nello studio del tocco e dei colori; capita spesso di ascoltare esecuzioni di Rachmaninov in cui il pianista si trasforma in una sorta di dattilografo e sgrana una nota dietro l’altra compiacendosi della propria tecnica senza trasmettere nulla allo spettatore, al contrario di quanto accaduto ieri sera e le scelte stilistiche di questi tre brani (Barcarola, ScherzoTema russo) sono state molto felici. A Rachmaninov è seguito Maurice Ravel con quel capolavoro che ha nome di Ma Mère l’Oye. Questa breve suite, composta da cinque brani tratti dall’omonima antologia di fiabe di Charles Perrault, è solo in apparenza di semplice esecuzione: lo stile prescelto da Ravel trae in inganno, ma in realtà si tratta di brani che richiedono una indiscutibile bravura tecnica ed una eccezionale sensibilità di esecutore. Ho apprezzato molto l’interpretazione fornita dal M° Caselli e dal M° Barneschi, ma avrei preferito un suono più pulito; trovo che nell’eseguire Ravel si debba essere molto cristallini, soprattutto nelle agilità (vedi il terzo brano, Laideronnette, impératrice des pagodes), perché la poetica musicale del compositore è, riassumendo molto, quella del riflesso nello specchio, pertanto il timbro che deve scaturire è puro, limpido. Ad ogni modo questa è una mera questione di gusto personale, l’esecuzione è stata (se ci fosse bisogno di dirlo) di livello molto alto.

La seconda parte del concerto ha avuto inizio con i Trois Morceaux en forme de Poire di Erik Satie, gustosissima composizione dal carattere “domestico” e vagamente polemico: il titolo, infatti, nasce dal fatto che molti criticavano Satie per il fatto che nei suoi pezzi non rispettasse le forme musicali, ed il compositore ha risposto con tre pezzi in forma di pera. Anche qui l’interpretazione scelta dal duo è stata molto libera, cosa che non guasta affatto nell’ambito della musica cameristica, ed altrettanto libera è stata l’interpretazione della celeberrima Rhapsody in Blue di George Gershwin. Se nei brani precedenti i due pianisti erano “obbligati” a non eccedere con le sonorità, qua hanno sfoderato un bel mordente ed un interessante gusto jazzistico. A mio giudizio l’unica pecca è stato il finale, dove era necessario mantenere di più la tensione rispettando il Molto allargando scritto da Gershwin in battuta 41, ma questo è l’unico “rimprovero” che si può muovere all’ottima esecuzione.
Il bis, un piccolo congedo, ha mantenuto fede al nome del duo poiché si trattava della celebre Danza Russa dal balletto Petrouchka di Igor Stravinskij, eseguita in modo sfavillante, con una buona dose di “arroganza” e soprattutto con una scrupolosa aderenza alla partitura. La fama che circonda questi due grandi pianisti è largamente meritata.

I prossimi appuntamenti della rassegna Concerti d’Autunno si terranno, sempre a Villa La Rinchiostra, domenica 15 novembre alle 17:30 e sabato 21 novembre alle 21:15 in cui si esibiranno, rispettivamente, il duo Luoghi Immaginari (Elena Bakanova, soprano, Raffaele Mascolo, pianoforte) ed il duo Turtur-Arciglione (Eleonora Turtur, violino, Angelo Arciglione, pianoforte).

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