Rinascita per Livorno è una libera associazione che si prefigge l’obiettivo di aiutare la nostra città ad uscire dall’empasse di una crisi dura ed interminabile attraverso l’elaborazione di riflessioni, documenti e progetti, in un dialogo aperto con l’Amministrazione Comunale e con lo scopo di infondere un nuovo spirito di consapevolezza e partecipazione nella cittadinanza. Noi di Uni Info News seguiamo con attenzione e supportiamo attivamente il lavoro di Rinascita per Livorno da più di un anno; abbiamo anche organizzato assieme e partecipato al ciclo di incontri “Amministrare una città, in memoria di C.A. Ciampi: Incontri di studio e approfondimento della realtà economica e sociale di Livorno” al fine di comprendere meglio le problematiche della nostra città, metodi ed esperienze delle Amministrazioni Locali. Adesso, Rinascita sta per pubblicare un documento che riassume idee e progetti per Livorno, con una prospettiva ampia, con la volontà che la politica getti lo sguardo lontano, con una progettualità più forte. In questa intervista diamo voce a Fabio Canaccini e Massimiliano Talini, presidente e vicepresidente dell’Associazione.
Oltre agli obiettivi e alle finalità del vostro impegno, descritte anche dal vostro statuto che è pubblico, siamo particolarmente interessati a conoscere le motivazioni che vi hanno spinto a ad associarvi ed a mettervi in gioco per il bene della città.
La nostra associazione nasce tre anni fa. Inizialmente si è data una organizzazione interna, poi si è allargata notevolmente, aggiungendo ai soci molti amici, per costituire un gruppo di una quarantina di persone e lavorare approfonditamente su alcuni progetti.
Le motivazioni – risponde Fabio Canaccini, Presidente dell’Associazione – che stanno dietro al nostro impegno, derivano dalla nostra professione: noi tutti siamo stati impegnati nella Pubblica Amministrazione a vario titolo e livello ed abbiamo mantenuto un senso di servizio verso gli altri e la comunità. Adesso, in pensione, ci siamo detti: “perché non mettere a disposizione della nostra città tutte le esperienze che abbiamo maturato in quaranta anni di servizio?” Non volevamo fermarci e non potevamo farlo perché Livorno continua a navigare in una profonda crisi. Ciò non per colpa di una particolare Amministrazione; probabilmente la colpa non è affatto solo delle Amministrazioni che si sono succedute, ma le cose stanno peggiorando sempre più e le condizioni in cui versa la nostra città ci hanno dato un’ulteriore spinta ad agire, mettendo in gioco le nostre conoscenze.
C’è poi un’altra questione – continua Massimiliano Talini, Vicepresidente dell’Associazione – che ha a che fare con l’idea di complessità. Noi abbiamo lavorato sapendo che le grandi questioni, ma talvolta anche le piccole, non sono semplici, sono estremamente complesse. Viviamo, invece, in un momento in cui si tenta ostinatamente di ignorare questo fondamentale dato di fatto, volendo semplificare tutto a tutti i costi; la politica così non risponde più alle grandi sfide che ha di fronte. Noi diciamo che si deve andare al fondo delle questioni, studiarle e approfondirle e soltanto alla fine elaborare delle soluzioni, comprendendo così le vere difficoltà.
Una premessa è d’obbligo: Rinascita per Livorno ha un’identità politica?
L’orientamento politico c’è – dice Canaccini – ma non è un orientamento partitico. Questo perché le motivazioni e le spinte di cui vi ho parlato sono sentimenti politici, di “lavorare per”, ma non siamo schierati e non vogliamo esserlo. Una filosofia politica di fondo in qualche modo c’è, ma ognuno di noi si è ripromesso di non coinvolgere l’Associazione in campagne elettorali, pro o contro qualcuno. Ognuno di noi, poi, come libero cittadino, può fare delle scelte, che esulano però sempre dall’indirizzo dell’Associazione.
Quali iniziative avete promosso nei confronti dell’Amministrazione Comunale e della cittadinanza?
Abbiamo portato avanti quattro iniziative. La prima, che si è sviluppata in momenti diversi e fasi diverse, aveva al centro la domanda: è possibile liberare e riqualificare, a condizione che ci sia la volontà, l’area occupata dal depuratore del Rivellino? Si tratta una superficie enorme, grande come dodici campi di calcio, all’incrocio tra il porto e la Venezia, nella zona nord della città, ovvero nel quadrante che può anche vantare i più rapidi rapporti con Pisa e l’entroterra.
Grazie a professionalità forti di cui ci siamo avvalsi, come quella dell’ingegnere Michele Caturegli, abbiamo cominciato a parlare di questo tema. Siamo contenti che qualcosa si sia mosso nella direzione che auspicavamo, ma i tempi sono ancora troppo lunghi, mentre i vantaggi che trarremmo da una riqualificazione dell’area sarebbero enormi. Il recupero storico con risvolti turistici si abbina anche a necessità ambientali. Avere in pieno centro storico della città un depuratore è anacronistico ed anche se quello di Livorno è stato il primo in Italia, adesso è il momento di cambiare. Ciò in relazione anche al fattore tecnologico: gli investimenti che richiede quel sito sono tali e tanti che non conviene affatto farli. Meglio utilizzare diversamente quelle risorse, dirottandole nell’apertura di un altro depuratore, lontano dalla Venezia. Questa opportunità potrebbe contribuire enormemente anche a creare lavoro per anni, oltre che a riqualificare turismo ed ambiente nell’area.
Poi abbiamo intrapreso un percorso riguardante le colline ed il recupero delle ville livornesi, patrimonio dimenticato della nostra Livorno. Sebbene abbandonate, sono tutte pubbliche ed un intervento privato, volto alla riqualificazione, può esserci solo laddove le Amministrazioni facciano dei bandi. Ci sarebbero già anche delle destinazioni a cui puntare, di tipo sanitario o turistico, come ad esempio un ostello della gioventù.
La nostra terza iniziativa è stata mirata a muovere delle osservazioni al piano strutturale. Alcune di esse sono state accolte ed altre sono state rinviate a fasi successive. Muoviamo delle critiche di fondo, soprattutto riguardo la visione del piano, troppo strettamente legato ai confini della nostra città. Non si pone in modo organizzato con le città che ci stanno vicino e le risorse ad esse legate e questa è una visione ormai del tutto sorpassata. L’economia si muove velocemente e con essa dovrebbero farlo anche i territori ed essere ancora legati a concetti di spazio legati ai secoli scorsi è controproducente.
Ci sono poi osservazioni anche nei confronti dei provvedimenti presi per la stessa città, che sono troppo frammentari, che dividono e non aiutano la coesione urbana. Mancano infine, a nostro avviso, veri spazi per poter fare impresa.
Infine, attraverso “Amministrare una città – Incontri di studio ed approfondimento della realtà economica e sociale di Livorno” abbiamo fatto un tentativo con i giovani, per aprire al mondo della politica, intesa in senso nobile, fornendo degli input su quali siano le reali problematiche di questa città. L’abbiamo fatto attraverso diverse voci, coinvolgendo i cosiddetti corpi intermedi (sindacati, Confindustria, Confartigianato, Confcommercio ed associazionismo locale) che a nostro giudizio hanno dato una risposta molto positiva. Vorremo ripetere ed allargare questo genere di iniziative, magari con la nuova Amministrazione che si insedierà dopo le elezioni, che se fosse disponibile ad aprire un dialogo con i giovani della città, ci troverebbe a disposizione con la nostra esperienza.
Per il futuro, pensate di concentrare le vostre iniziative in un confronto con l’Amministrazione Comunale od anche al di fuori di questo schema operativo?
Il punto di fondo, imprescindibile, che noi poniamo è quello del concetto di partecipazione. Noi non riteniamo che in questa città manchino i luoghi fisici per la partecipazione, essendoci numerosi spazi dedicati. La nostra, però, è una città che non parla, che non riesce ad avere interlocuzioni vere e sincere. Su questo terreno crediamo che occorra un cambiamento profondo, un cambiamento culturale. Ciò per far diventare Livorno un luogo in cui si possa parlare, in cui giunga la voce degli studenti dalle università pisane, dai centri di ricerca e di innovazione, dalle scuole superiori, da tutti quei soggetti che fanno della cultura il loro modo di essere. I giovani sono portatori di interessi fondamentali e vanno ascoltati, basta guardare lo sciopero che c’è stato sui problemi dell’ambiente e del clima, che ha coinvolto centinaia e centinaia di studenti.
Questa è una prima tappa. La seconda sta nel dialogo con i corpi intermedi e nel voler guardare oltre i propri stretti confini. Livorno deve partecipare insieme ad altre città e alla Regione Toscana alla costruzione delle condizioni per il rilancio. Anche questa è una forma imprescindibile di partecipazione. Livorno deve andare fiera della sua storia, ma non deve aver paura di sedersi ad un tavolo con Pisa, Pontedera e Collesalvetti. Vogliamo portare anche su questo terreno il nostro supporto di idee.
L’apertura di una città alle altre realtà, di studio e di progettazione (le start-up) è l’atteggiamento che crediamo possa creare quelle condizioni di lavoro che a Livorno, in questi ambiti, non si potrebbero altrimenti creare. Saremo sempre più dipendenti solo dallo sviluppo portuale, se non guardiamo al territorio e alle sue potenzialità. Non ci sono ostacoli ad una mobilità del lavoro con Pisa e Pontedera, cerchiamo di sfruttare le potenzialità di questa area. Il nostro ruolo continuerà su due versanti: il primo sarà di verifica, monitorando il lavoro dell’Amministrazione nell’accogliere le nostre proposte e quelle dei cittadini. Il secondo sarà di continuo supporto per chiunque voglia raccogliere le idee e le proposte che abbiamo ora pensato di avanzare realizzando un documento complessivo sul futuro della città.
In relazione a quanto ci avete detto, è utopico pensare ad una area vasta o comunque ad uno stretto legame amministrativo, logistico ed economico con Pisa o Firenze?
Utopia significa sogni, ed i sogni non vanno mai soffocati. Può essere utopistico dal punto di vista economico, ma se una Amministrazione attenta, fresca e giovane si ponesse come obiettivo il reperimento di fondi, a livello europeo o anche a livello nazionale ed imprenditoriale, potrebbe essere possibile. Esempi in questa direzione ce ne sono, come il Pisa Mover o il prolungamento della nostra ferrovia all’interno del porto. Quel che manca è un vero dialogo tra le città interessate. Servirebbe una maggiore volontà di incontrarsi e un minore tasso di campanilismo.
Negli anni si sono succeduti anche certi tentativi istituzionali, non coronati da effettivi successi, come ad esempio le Associazioni Intercomunali, i Circondari e le Unioni dei comuni. Ma qualcuno ancora pensa e combatte per questa utopia: il 20 Maggio sarà presentato il libro “La valle dell’Arno” promosso dalla fondazione Piaggio, assieme a Pisa e Livorno. Parla della storia di questa zona, della sua economia e del suo futuro. Con questo volume si potrebbe fare un ulteriore piccolo passo avanti anche dal punto di vista normativo. L’utopia, forse, si sta già lentamente concretizzando.
Uno degli aspetti che più abbiamo affrontato nel corso “Amministrare una città” è: il rilevante ruolo dei corpi intermedi. Intendete stringere rapporti più stretti con queste realtà?
Abbiamo già avuto dei rapporti con questi soggetti e usando lo strumento delle iniziative con Uninfonews le abbiamo avvicinate alla nostra Associazione tramite i loro interventi di tipo formativo.
Dobbiamo rilevare, però, che le associazioni, tipici corpi intermedi, non sono collegate tra di loro, non hanno un indirizzo comune in città. Questo è un peccato perché a Livorno le associazioni culturali, sportive, dei giovani e del volontariato sono moltissime e fondamentali. Se, anch’esse sapessero dialogare meglio tra loro, riuscirebbero ad ottenere molto di più.
Si parla di più di trecento associazioni senza che qualcuno riesca a guidarle come “autorità del volontariato”. Si tratta di una sorta di “monadismo” che non è affatto utile alla società. Lo scopo primario dell’ente locale in questo ambito dovrebbe essere quello di riuscire a coadiuvare le associazioni, al fine di comportarsi come un singolo soggetto, così da poter portare avanti iniziative proficue e utili alla nostra città tutta.
Il turismo, ad esempio, può crescere solo se i vari corpi intermedi riescono a lavorare insieme, portando avanti un progetto comune.
Come si fa a non capire che partecipazione e dialogo, in ogni ambito, sono fondamentali?
Come si articola la vostra presenza/contributo alla campagna elettorale?
La nostra presenza in campagna elettorale è assolutamente neutra ed aperta a tutti.
Noi abbiamo avuto un primo incontro, molto positivo, con Futuro ed il candidato Salvetti, ma siamo pronti ad avere un dialogo con chiunque abbia a cuore la nostra città.
Siamo disponibili a confrontarci con tutti per portare avanti le nostre proposte ed i nostri punti di vista, che abbiamo elaborato all’interno del documento che stiamo ultimando e che verrà pubblicato a fine aprile sul nostro sito internet, con tutte le nostre idee e proposte per la città. Seguirà anche una presentazione pubblica di questo documento. Sarà a disposizione dell’Amministrazione che verrà, liberamente, con cui vorremmo confrontarci.
Il lavoro che noi abbiamo fatto sino ad oggi e che andremo a presentare col documento indica la visione che cerchiamo di avere di questa città da qui a quindici anni. Noi vogliamo che questa città rinasca. Non basteranno un mandato amministrativo e probabilmente nemmeno due, ma vorremmo che oggi si cominciasse a lavorare per questo traguardo.
Lamberto Frontera & Francesco Gadducci