Lo Hobbit: Verso L’ultimo Addio
Ha fatto stare in ansia un mese intero il nuovo, finale e definitivo trailer de Lo Hobbit – La Battaglia delle Cinque Armate, l’ultimo sguardo che Peter Jackson ha rivolto alla Terra di Mezzo e che arriverà nei cinema di tutto il mondo il prossimo Dicembre, in italia, precisamente, Giovedì 17. Sono passati ben tredici anni dall’inizio di quella che sarebbe diventata a priori la saga fantasy per eccellenza, che per come è state gestita cronologicamente ricorda vagamente gli Star Wars di Lucas dato che anche qui abbiamo assistito ad una gestazione del materiale inversa proprio in modo analogo a quel che accade con Guerre Stellari, ove i capitoli I,II e III vennero realizzati anni dopo i successivi IV, V, VI.
Ma nella sua discontinuità, legata essenzialmente alla preparazione e pre-produzione, Lo Hobbit è riuscito subito a conquistare gran parte del pubblico, non senza muovere qualche critica qua e là, un po’ perché il nome di richiamo de Il Signore degli Anelli, a cui è allegato, non è tutt’ora invecchiato di un sol giorno, ma anche e sopratutto perché è stato grazie alla prima trilogia diretta da Jackson che il genere Fantasy è esploso, nei cinema, letteralmente invadendo e creando tutta una serie di prodotti derivati che tutt’oggi si contrappongono alla storia della Compagnia dell’Anello o dalla quale dipendono esteticamente e non. Che si parli di Trono di Spade, Le Cronache di Narnia o affini, Jackson, esattamente come Tolkien con i manoscritti, ha saputo dettar legge, inserire tutta una serie di sfumature nei suoi film (a partire dalla tanto discussa, ma essenziale motion capture) che ancor oggi gettano le basi per produzioni riuscite o meno, televisive o cinematografiche.
Il regista neozelandese non è soltanto, però, arrivato a concepire un mondo immaginario e a dargli una coerenza visiva nonché estetica ricca di dettagli, ma a lui va il grande merito di aver portato l’attenzione delle case produttrici cinematografiche nella propria terra natale, la Nuova Zelanda ove proprio in questi anni l’industria del Cinema ha visto accrescere in modo sorprendete le proprie risorse e guadagni, prendendo sotto la propria ala la cura e realizzazione di numerosi film, come ad esempio Avatar, i cui seguiti verranno girati proprio negli studios neozelandesi o la nuova trilogia de Il Pianeta delle Scimmie.
Tornando con i piedi per terra, concentrandoci sulla novità del momento, vale a dire il Main Trailer dell’ultimo atto de Lo Hobbit, uscito con la distribuzione nelle sale del film Interstellar lo scorso 6 Novembre, è parso doveroso mette in risalto alcuni punti salienti dei 2 minuti e mezzo mostrati, che fungono ormai da ultimo step prima del 17 Dicembre, ma dove già all’interno è possibile notare alcuni piccoli dettagli di assoluto valore, non solo visivi, ma anche essenziali a livello di trama.
Dato che nessuno ha in mano lo script, né condivide i pensieri con Peter Jackson quelle che seguiranno non saranno altro che riflessioni, basate anche su gli eventi descritti nel libro, e in esse cercheremo ovviamente di inserire il numero minimo di spoiler che tuttavia, avvertiamo già coloro che volessero evitarli, per ragioni logistiche saranno comunque in minima parte presenti.
La Follia di Thorin
Uno dei protagonisti assoluti di questo main trailer, tanto da mettere in secondo piano Smaug, Bilbo, Anello e Elfi, è Thorin Scudodiquercia. Il discendente della nobile casa di Durin, ormai conquistata la Montagna Solitaria, sembra essere stato preso dalla follia e dall’avidità, tanto che, sebbene ce lo avesse già anticipato Armitage, fin da ora possiamo vedere come questi si stia inimicando non solo coloro a cui aveva promesso oro e ricchezza, ma anche i nani, suoi alleati nonché compagni di viaggio e lo scassinatore Bilbo. L’atteggiamento di Thorin sembra, così, esasperato, ma riprendendo in modo costante il climax psicologico che abbiamo già visto nei due precedenti capitoli, ove appare assai chiaro che il regista, Jackson, voglia farne di lui un personaggio molto più teatrale e oscuro di quello immaginato dal professor Tolkien, capace di godere di una serietà e drammaticità degna dei drammi del Bardo o dei personaggi del Signore degli Anelli. La bramosia di questo nobile nano lo porterà quasi ad essere un nuovo Gollum, attaccato e dipendente da una sola cosa, l’oro, dalla quale non vuole e non può separarsi, che lo porterà lentamente alla pazzia totale.
“Lasciate Sauron a Me”
L’elemento forse più importante, nonché essenziale per chi cercasse ancora segni di unione tra questa trilogia e la precedente, ci viene ancora una volta qui mostrato attraverso l’intervento del Bianco Consiglio a Dol Guldur, ove Saruman, Elrond, Radagast e Galadriel vanno in soccorso di Gandalf che avevamo lasciato prigioniero del Negromante alias Sauron. Ora, per quanto spettacolare sia assistere ai nove spettri dei Cavalieri Neri che avanzano in cerchio attorno a Lady Galadriel e al povero Gandalf il Grigio, messi in una posa da ricordare la Pietà Vaticana, nulla può attirare l’attenzione, per un fan o spettatore attento, delle parole proclamate da Saruman: “Leave Sauron To Me”. Anche se stiamo ancora navigando nelle ipotesi e nell’ignoto, va detto che la frase assume fin da ora un’importanza non da poco, poiché sarà proprio l’esito del “duello” tra Christopher Lee e Sauron (doppiato in originale da Cumberbatch) a traghettare la figura di Saruman da Lo Hobbit a The Lord of the Rings e nel dire questo ci riferiamo anche e sopratutto al cambio di alleanza che quest’ultimo farà. Che poi il tutto, sempre che non sia stato tagliato in alcuni sequenze per la futura Extended Edition godrà di una estrema spettacolarità, che si conforma alla natura della pellicola, lo abbiamo capito fin da subito, persino con l’entrata in scena di Galadriel che qui più che mai sembra essere intenzionata a sprigionare il proprio potere per difendere Gandalf assieme a Elrond.
“Hai portato solo Rovina”
Arriviamo ora a parlare degli uomini, di quelli di Pontelagolungo poiché se da una parte abbiamo intravisto il Governatore assieme ad Alfrid fuggire via dalle fiamme su una barca, non si può dire certo che Bard, che avevamo lasciato nelle prigioni della cittadina, abbia intrapreso la stessa vile e vigliacca via di fuga. Lo vediamo prima alle porte di Erebor a recriminare a Thorin i problemi che a creato che sono di gran lunga di più dei benefici che ha portato e poi assistiamo a qualche secondo in cui si intravede Pontelagolungo in fiamme, grazie all’intervento di Smaug, ove il chiattaiolo cerca di recuperare l’ultima freccia nera ereditata dal suo avo Girion, unico mezzo con cui uccidere il temibile sputafuoco.
I Cinque Eserciti
Quando la stampa annunciò che il terzo capitolo de Lo Hobbit sarebbe stato intitolato non più “There and Back Again”, vale a dire “Racconto di un Ritorno”, molti storsero il naso. Ancora una volta Peter Jackson si era preso una libertà che pochi fan del libro e del film erano propensi a concedergli. Eppure, con il passare dei mesi, il nuovo titolo “La Battaglia delle Cinque Armate” (in inglese “Battle of Five Armies”) ha assunto sempre più un tono ed un valore di gran lunga più coerente e significativo con quel che fino ad ora abbiamo potuto vedere. Indicando, senza mezzi termini, l’atmosfera del prodotto finale. Sembra, infatti, che saranno proprio gli eserciti dei Nani, Elfi, Bestie, Uomini e Orchi ad essere i veri protagonisti di questo ultimo lungometraggio ambientato nella Terra di Mezzo. E non è un caso che si sia fatta molta pressione sul fatto che saranno ben 45 i minuti di battaglia tra le forze del bene e del male, tutte quante invischiate in una guerra per rivendicare il diritto di conquistare la Montagna Solitaria. Ed ecco dunque che il trailer mostra qualche frammento di ciò che vedremo al Cinema: Troll, Orchi, Azog, Bolg, catapulte, pipistrelli giganti e schiere e schiere di soldati che marciano tutti verso Erebor. Eccovi serviti, già su un piatto d’argento, dei piccoli stuzzichini con cui iniziare ad avere una vaga idea delle proporzioni epiche di cui godrà il film. Da notare come, al contrario del trailer rilasciato lo scorso Luglio così come il Poster presentato al Comic-on, Smaug adesso venga quasi completamente trascurato e questo, ci porta al prossimo punto.
Un piccolo appunto: Sebbene si tratti di un Trailer, esattamente come per l’anno precedente, molte saranno le modifiche e le migliorie fatte nella post produzione, tra queste si spera si possa non assistere ad un eccessivo uso della CGI (forse vero tallone di Achille di Jackson), poiché le lacune a dir poco enormi per quanto riguarda alla verosimiglianza si vedono già in questo provino poiché gli elfi, oltre a fare movimenti macchinosi si mostrano quasi come tanti cloni stile “La Vendetta dei Sith”. Auguriamoci davvero che questa sia solo una mancanza momentanea.
I Grandi Assenti
Chi non abbiamo visto nei 2.25 minuti proposti? Subito verrebbe da dire Smaug, ma le carte in tavola sono così tante che di certo non è possibile non citare Radagast, che fino a prova contraria dovrebbe aver parte all’intervento del Bianco Consiglio a Dol Guldur o quanto meno dovrebbe avvisarli, così come gli è stato chiesto da Gandalf ne La Desolazione di Smaug. Legolas e Tauriel hanno in questo trailer un ruolo quasi marginale, così come i nani ad eccezione di Kili che non sembra più condividere le idee e intenzioni di Thorin ribellandosi a viso aperto. Infine, tra gli assenti, inseriamo anche Dain II Piediferro, anche se la soundtrack a lui dedicata (già possibile ascoltarne 1.30 minuti su 6 in itunes) si candida come uno dei migliori pezzi scritti da Shore in questa nuova trilogia e Beorn, il quale forse inserirlo già ora avrebbe, magari, voluto dire rivelare troppo dato che questi apparirà, di certo sullo schermo, in un momento chiave.
Bilbo Baggins
Due parole, infine, su Lo Hobbit per eccellenza, vale a dire il prode Bilbo Baggins che da essere sempre in perfetta sintonia con gli usi e costumi del suo popolo si è ritrovato invischiato in una rocambolesca avventura. Bilbo, esattamente come gli aveva preannunciato Gandalf nel suo salotto due anni or sono, è cambiato e probabilmente in modo molto radicale, così tanto da non sapersi riconoscere qualora il suo “vecchio” sé stesso lo guardasse dinanzi ai propri occhi. Se del Bilbo Baggins di Casa Baggins in questo ultimo capitolo rimane ben poco, sarà interessante scoprire, come sempre, come Jackson abbia gestito i mutamenti e le azioni di quest’ultimo in questa pellicola, conscio del fatto che anche lui dovrà mettere le basi, forse più psicologiche che di altro genere, per allacciarsi al vecchio Bilbo interpretato da Ian Holm che, stando alle informazioni trapelate, dovrebbe comparire anche in questo film. Che la scena finale non sia Bilbo che va ad aprire la porta a Gandalf per il suo 111° compleanno nella Contea? Difficile dirlo, anche se la speranza rimane.
Non resta che aspettare poco più di un mese e poi ogni dubbio verrà sciolto, il cerchio troverà la sua conclusione, chiudendosi dopo ben 13 anni e segnando, ancora una volta, un’era, nel bene o nel male, e forse quando scorreranno i titoli di coda, accompagnati da The Last Goodbye per qualcuno La Terra di Mezzo mancherà davvero.
Buona Fortuna Peter!
Un Anello per Domarli Tutti
Claudio Fedele
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