21 Novembre 2024

«Deh, quando tu sarai tornato al mondo

e riposato de la lunga via»,


seguitò ‘l terzo spirito al secondo,

«ricorditi di me, che son la Pia;

Siena mi fé, disfecemi Maremma:

salsi colui che ‘nnanellata pria

disposando m’avea con la sua gemma».

 

Siamo al termine del V canto del Purgatorio della Divina Commedia ed il Sommo Poeta, dopo aver incontrato Jacopo del Cassero e Buonconte da Montefeltro, incontra una terza anima, Pia de’ Tolomei, che esprime solo il desiderio di essere ricordata e accenna appena alla sua tragica morte per mano del marito.


Dietro la sua figura c’è come è noto il mistero. Dante la colloca tra le anime negligenti e che morirono di morte violenta,  colpe che la porteranno ad essere costretta ad attendere per tanti anni quanti vissero nel peccato terreno.

Sulla sua vita si sono interrogati numerosi commentatori, chiedendosi quale fosse la storia di Pia. Secondo i commentatori dell’Opera, Pia dei Tolomei da Siena era la moglie di Nello dei Pannocchieschi. Pare che il marito l’avrebbe fatta precipitare in una valle del suo castello della Piera in Maremma nel 1297, o perché voleva passare ad altre nozze, o per infedeltà di Lei (GIACALONE G.), ma queste due ricostruzioni non sono sicure e sulle interpretazioni di questo passaggio sono già state spese pagine e pagine d’inchiostro.

La ricostruzione veritiera è pertanto difficile da acclarare, ma proprio in questo dilemma nasce l’opera lirica messa in scena sabato scorso al Teatro Goldoni di Livorno, dal bravissimo regista Andrea Cigni.

La trama quindi si basa sulla figura “docile” e “caritatevole” di Pia, come la stessa Divina Commedia allude. L’anima seppur assassinata durante la sua vita, non mostra né odio verso l’uccisore, né supplica con insistenza una preghiera in suo suffragio per redimere le sue colpe, augurando anzi a Dante un riposo per il suo lungo viaggio. La storia della lirica, risolve questo dilemma e, partendo dal libretto di Salvadore Cammarano (1836-1837), elabora la seguente trama, aggiungendo sullo sfondo anche la contesa tra Guelfi e Ghibellini.

Ghino è innamorato di Pia, moglie di suo cugino Nello. Per vendicarsi del rifiuto dell’amata informa Nello di avere scoperto un messaggio segreto prova dell’adulterio della moglie, trovato dal malvagio servo Ubaldo. Ghino, recatosi al luogo dell’appuntamento notturno, scopre Pia in dolce colloquio con un uomo. Egli non sa che si tratta del fratello Rodrigo, guelfo, che Pia aiuta ad evadere dalle carceri del ghibellino Nello. Mentre il fratello riesce a fuggire, Pia viene imprigionata.

Ghino torna alla carica e, in cambio del suo amore, offre a Pia la libertà, ma la donna ancora una volta non cede. Colpito dalla virtù di Pia e messo al corrente della vera identità del suo presunto amante, Ghino si pente e, in fin di vita per una ferita riportata in battaglia, rivela la verità a Nello. Il condottiero ghibellino ha però già dato ordine al servo Ubaldo di avvelenare l’adultera.

Egli abbandona il campo di battaglia, precipitandosi dalla moglie, ma è troppo tardi: Pia muore perdonando tutti e ottenendo la riconciliazione tra Rodrigo e Nello.

Un adattamento in chiave moderna caratterizza questa nuova Pia di Donizetti, dove la lotta fra Guelfi e Ghibellini prende le sembianze dello scontro tra fascisti e Partigiani. Un’architettura razionalista, che richiama in particolare il palazzo della Civiltà Italiana a Roma costruito nel 1937, fa da cornice all’intera vicenda, ormai attualizzata tra gli anni ’30 e ’40 del secolo scorso, una scenografia che insiste prepotentemente sulla figura chiusa del quadrato, ripresa anche dalla forma stessa dei numerosi dipinti presenti sulla scena, che opprimerà Pia e la porterà alla sua tragica fine.

Per il nuovo allestimento scenico e non solo, che si colloca idealmente prima della Seconda Guerra Mondiale, dobbiamo ringraziare il Teatro di Pisa, il Teatro Goldoni di Livorno e il Teatro del Giglio di Lucca, per l’occasione in collaborazione straordinaria con Spoleto Festival USA.

A dirigere l’Orchestra della Toscana, per questo trionfale ritorno della Pia sul palcoscenico livornese, dal quale era assente da più di cento anni, è stato scelto un direttore d’orchestra d’eccezione: l’americano Christopher Franklin naturalizzato italiano. Questa struggente opera lirica che esalta la purezza della Pia, vittima innocente della cieca gelosia del marito Nello, è stata possibile grazie a un cast vocale eccellente formato da giovani belcantisti in ascesa, pertanto mi sento di fare i complimenti a: Francesca Tiburzi (Pia), Valdis Jansons (Nello), Marina Comparato (Rodrigo) e Christian Collia (Ubaldo), abbigliati per l’occasione con costumi d’epoca per i quali ringraziamo Tommaso Lagattola.

In definitiva questa nuova e moderna Pia è una rappresentazione teatrale che sa coinvolgere emotivamente il pubblico, che diviene spettatore partecipe delle sventure della giovane donna, perciò ne consigliamo a tutti la visione.

 

 

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Pia de' Tolomei - lirica Donizetti
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Chiara Sabbatini

Nata a Livorno il 25/09/1995 e laureata in Scienze dei Beni Culturali all'Università di Pisa. Coltivo da sempre una passione per l'arte e la letteratura, amo il cinema e il teatro e scrivo poesie nel tempo libero. Viaggiare mi affascina e non perdo occasione di ampliare i miei orizzonti. Fare del mio diletto, la giornalista, una professione, sarebbe un sogno che si avvera. Spero di appassionarvi con i miei articoli legati al campo dell'Arte e della Cultura.

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