Ad Albert Park sventola la prima bandiera a scacchi del 2014 e tutti sono in attesa del verdetto della gara a causa della rivoluzione tecnica che ha investito quest’anno la Formula 1. Durante le prove infatti molti team, fra cui la Red Bull, avevano riscontrato problemi, inoltre il poco tempo concesso per le stesse prove tiene col fiato sospeso gli ingegneri. Nella giornata di sabato la Pole Position era stata conquistata da Hamilton e alle sue spalle si erano posizionati Rosberg e Ricciardo mentre Alonso occupa la 5′ casella e Raikkonen e Vettel terminano rispettivamente solo 12′ e 13′. Dunque le monoposto si posizionano sulla griglia ma già prima della partenza iniziano i problemi, funesto segnale di ciò che sarà il Gran Premio: le Marussia infatti non partono, così il direttore di gara impone di ripetere il giro di prova. Ora sembra tutto pronto, si spengono i semafori e le monoposto danno finalmente inizio al mondiale. Hamilton parte male e viene superato da Rosberg e Ricciardo mentre Kobayashi fa subito strike colpendo l’incolpevole Massa che viene così costretto al quarto ritiro sul circuito australiano, una vera maledizione. Successivamente intorno al quarto giro si fermano Hamilton, che era il grande favorito di questo fine settimana, e pure il campione in carica Vettel. Il dispiacere di Massa si acuisce quando in pista, il suo compagno Bottas, mostra quanto sia competitiva la loro scuderia e, salvo poi sbattere contro un muretto perdendo una ruota, è sicuramente uno dei protagonisti di questo Gran Premio. Le Ferrari in questo caos di ritiri riescono ad arrivare fino in fondo, cosa per niente scontata, ma è evidente quanto le due macchine siano troppo lente in confronto alle altre, inoltre hanno dovuto fare i conti con numerosi problemi di elettronica che le hanno penalizzate. A seguito del piccolo incidente di Bottas, entra in pista la Safety Car che ricompatta tutto il gruppo, ma non basterà a riaprire la gara poiché Rosberg sulla sua Mercedes è imprendibile. A ritirarsi sono anche Maldonado e Grosjean dunque, non a caso, giornata nera per le Lotus. Grande sorpresa della domenica è il debuttante Magnussen che a bordo della sua McLaren gestisce con esperienza la sua posizione tenendo ben saldo il suo terzo posto alle spalle di Ricciardo. Così termina la gara senza altre brutte sorprese, Rosberg, nonostante un piccolo problema alle gomme, macina secondi sugli inseguitori e vince il Gran Premio di Australia proprio come fece suo padre nel 1984. Un podio giovanissimo dunque: Rosberg, Ricciardo e Magnussen. O così pare perché poco più tardi la classifica viene rivoluzionata da un comunicato della direzione di gara che riscontra delle irregolarità nella gestione del carburante da parte della scuderia Red Bull; il che implica la squalifica dello stesso pilota australiano. Così sul terzo gradino sale Button e tutti gli altri salgono di una posizione. Venendo alle nostre rosse, avevamo molta curiosità sul duo Alonso – Raikkonen ma entrambi si limitano a condurre una gara difensiva a causa dei problemi delle vetture, lo spagnolo si posiziona quarto mentre il finlandese perde il duello con Bottas e finisce settimo. Detto questo, bene riguardo l’affidabilità delle due monoposto che non hanno lasciato a piedi i rispettivi piloti ma a fine gara il gap tra la vettura di Alonso e quella di Rosperg è di ben 35 secondi e anche se siamo ancora all’inizio sono già troppi.
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