L’America di Vincent Minnelli e Jerry Lewis, la poesia di Federico Fellini, l’animazione di Walt Disney: il grande Cinema per il Carnevale dell’ORT. Sul podio Timothy Brock
LIVORNO. L’America di Vincent Minnelli e Jerry Lewis, la poesia di Federico Fellini, l’animazione di Walt Disney: sarà la musica per il grande Cinema ad animare il brillante Concerto di Carnevale atteso giovedì 11 febbraio, alle ore 21 al Teatro Goldoni, nuovo appuntamento della Stagione musicale. Sul podio dell’esperta ORT Orchestra della Toscana salirà l’americano Timothy Brock, riconosciuto come uno dei massimi esperti al mondo nel campo della musica per film; un artista che con la musica diverte e fa sempre divertire e che vanta un importante carriera alla guida di orchestre quali la Royal Philarmonic, Los Angeles Chamber, Chicago Symphony BBC, Orchestra di S. Cecilia, tutte le principali orchestre di Francia, la Rotterdam Philarmonic, del Teatro Massimo di Palermo e del Comunale di Bologna. Direttore e compositore, si è specializzato nell’accompagnare film muti, specie di Chaplin, tanto che la Fondazione Chaplin gli chiese di restaurare la partitura originale per “Tempi Moderni”. Ma stavolta, con il Concerto di Carnevale, cambia registro, continuando comunque a corteggiare il mondo del cinema con alcuni lavori che ne hanno fatto la storia nella seconda metà del ‘900.
La serata si aprirà così con due brani dell’americano George Gershwin. Il primo, Cuban Overture fu scritto nel 1932, in seguito ad un breve viaggio all’Avana, dopo aver fatto una gran scorpacciata di ritmi caraibici (dall’isola portò a casa diverse percussioni come claves, bongos e maracas, inserendole in organico, da cui dipende il perfetto funzionamento del pezzo). Ispirata alla musica ed alle danze cubane, al suo apparire ricevette un’accoglienza straordinaria. Antecedente all’ouverture è il secondo pezzo, Un americano a Parigi, scritto nel 1928 al ritorno del suo soggiorno nella capitale francese. Il brano vuole raffigurare in note il giro di un turista yankee per vie e locali parigini con uno stile a metà tra l’autentico swing e la percezione graffiante europea del jazz. «È la musica più moderna che io abbia mai scritto – scrisse Gershwin – La mia intenzione è quella di descrivere le impressioni di un americano in visita a Parigi che, passeggiando per la città, ne ascolta i suoni e i rumori, impregnandosi dell’atmosfera francese». Brano che divenne nel 1951 la colonna sonora dell’omonimo film diretto da Vincent Minnelli con Gene Kelly e Leslie Caron, con la freschezza e la spontaneità dei timbri e delle idee musicali, capaci di restituire le emozioni della città, del suo traffico, dei suoi quartieri, dell’irrefrenabile gioia di vivere della “Ville Lumière”.
Altro pezzo, altro film, con The Typewriter (1950) di Anderson, diventato celebre grazie alla pantomima di Jerry Lewis su una macchina da scrivere immaginaria del film Dove vai sono guai! (1963) di Frank Tashlin: una ironica, surreale, divertente composizione orchestrale che prevede appunto tale originale strumento solista e che gioca sul suono percussivo dei tasti, sulla campanella di fine corsa, sul rumore di ritorno del carrello della macchina.
Dagli Stati Uniti alla macchina da presa di Federico Fellini, coronata dall’arte musicale di Nino Rota. La loro collaborazione che durò ben 17 anni si basava sul candore stupefatto con cui osservavano il mondo, il che permetteva loro di intendersi quasi senza fiatare. La strada (1954), divenne nel 1967 un balletto per La Scala (destinato a Carla Fracci) in cui Rota rielaborò le musiche del film e ne creò di nuove per mettere in rilievo la psicologia dei personaggi. A chiusura, la celebre riscrittura di Rimskij-Korsakov (1886) di Una notte sul monte Calvo del compositore russo Musorgskij. Nel 1940 il brano venne riorchestrato dal direttore russo-americano Leopold Stokowski per il film Fantasia. La composizione venne inserita nella colonna sonora del famoso film di animazione di Walt Disney per chiudere il programma, riprendendo uno dei suoi temi più classici: lo scontro tra il bene e il male. Esso venne celebrato nel contrasto tra notte e giorno, dove la notte è dominata da un gigantesco demone che si circonda di creature diaboliche e anime di defunti. Una pagina sinfonica breve ma impressionante per la sua potenza evocativa, per le sonorità telluriche e demoniache, per un mondo terrificante le cui visioni si dissolvono con le luci del nuovo giorno e i rintocchi delle campane, simbolo di una spiritualità salvifica cui si ispira la comunità umana.
Sul palco con Brock anche i ragazzi dell’Orchestra del Conservatorio “Cherubini” e dell’Orchestra dell’Istituto “Franci” di Siena che si uniscono ai professori dell’ORT: per gli studenti un’occasione preziosa di far pratica professionale e di imparare qualche trucco del mestiere.
Biglietti ancora disponibili presso il botteghino del Goldoni (tel. 0586 204290) martedì e giovedì ore 10-13, mercoledì ore 17-20; nei giorni di spettacolo la biglietteria aprirà alle ore 19; prezzi (formula Auditorium): ragazzi dai 6 ai 16 anni con genitore € 7; giovani dai 16 ai 30 anni € 12; ridotti ed interi dai 20 ai 23 €. Tutte le informazioni su www.goldoniteatro.it
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