LIVORNO –
Matteo, parlaci un po’ di te: chi sei, cos’hai fatto artisticamente nel tuo percorso, quali obiettivi ti poni.
Da sempre sento un forte richiamo naturale per l’arte che mi ha portato a tentare in vari modi esprimermi, prima tramite la musica e poi con la fotografia.
Penso che i mio percorso artistico, se così si vuole definire, sia iniziato proprio quando mio padre mi regalò la prima chitarra elettrica per il compleanno: finalmente avevo uno strumento per produrre arte, per sentirla pienamente dentro di me. Con gli anni però mi sono accorto che non mi bastava più e ho voluto espandere i miei interessi anche alla fotografia. È stato fondamentale capire che non esiste, (e non esisterà mai), una fotografia perfetta, ma che è possibile spaziare lasciando libero l’occhio per cercare sé stessi e soprattutto che la ricerca dell’originalità non produce vera creatività in quanto ognuno di noi è già unico e originale. L’unico obiettivo che mi pongo è quello di superarmi e migliorare giorno dopo giorno.
Non ho un soggetto preferito o uno stile preciso. Infatti la cosa che amo della fotografia è vedere luci diverse e combinate che permettono di percepire ed osservare le cose che vediamo tutti i giorni in un’ottica sempre differente e creare scenari capaci di conferire emozionalità. Essendo una persona dotata di pochissima memoria scatto soprattutto per non dimenticare, cogliere l’attimo e poterlo rivedere, (e in un certo senso “rivivere”) all’infinito.
Su internet negli ultimi anni si fa moltissima fotografia, ma credo che spesso venga usata per cose, in un certo senso, inutili, belle esteticamente e nulla di più. Personalmente lo vedo come un mezzo per indagare e approfondire le emozioni che proviamo in certi momenti della nostra vita. Al tempo stesso credo che la fotografia sia fatta per essere mostrata, quindi deve essere una specie di introspezione condivisa con gli altri. Penso che attualmente il mondo culturale, almeno nel campo della fotografia, non debba essere rinnovato, ma che sia in continua evoluzione da quando tutti hanno una “macchina fotografica in tasca”, come può essere uno smarthphone!
Se dovessi convincere un pubblico a scegliere il tuo lavoro con una famosa citazione, quale useresti?
Le fotografie possono raggiungere l’eternità attraverso il momento di Henri Cartier-Bresson
E’ il primo contest a cui partecipi? Cosa pensi del progetto Goldoni Contest? Saresti interessato a partecipare ad altri contest organizzati dal Goldoni? Che consigli ci daresti per i prossimi contest?
E’ il secondo contest a cui partecipo e credo che sia un’iniziativa importante per valorizzare ancora di più il Teatro Goldoni all’interno della nostra Città.
Matteo Taccola