Il quarto appuntamento della Rassegna Teatri di Confine del Teatro Verdi di Pisa, ha visto protagoniste tre interessanti performance eseguite da una nuova generazione di danzatori contemporanei, promossa dal Network Anticorpi XL, la prima rete italiana dedicata alla Giovane Danza d’Autore.
Durante la Serata eXplo, nella suggestiva Chiesa di Sant’Andrea, si sono esibiti Francesco Colaleo e Maxime Freixas in “Chenapan”, Siro Guglielmi con “Pink Elephant”, ed alcuni frame “Monarch Antigone”, di Mattia de Virgiliis. Le tre coreografie sono state selezionate a Ravenna durante la Vetrina del Network Anticorpi XL dal direttore artistico del Teatro Verdi di Pisa, Silvano Patacca e dalla Fondazione Toscana Spettacolo Onlus.
CHENAPAN
Duetto dinamico, fresco e comico quello di Francesco Colaleo e Maxime Freixas, con la coreografia Chenapan, ovvero “bravo monello”. Già dal titolo percepiamo l’atmosfera giocosa e frizzante dei due ragazzi che hanno eseguito una divertente sequenza di contact. Gli spostamenti nello spazio, le corse, i saltelli erano perfettamente coordinati grazie all’evidente lavoro sul ritmo dei loro corpi sospesi, dinamici, sincronici e fluidi.
Oltre ai rimandi a giochi infantili, come la morra cinese, l’imitare la cavalcata di un destriero o ancora un duello con dei lunghi bastoncini di legno, erano presenti anche forti influenze circensi, come nelle numerose prese insolite e concatenate.
Anche la luce ha una propria drammaturgia, sottolineando un legame con i movimenti dei due danzatori e i rumori registrati, come la luce a intermittenza che, insieme al sonoro sbalzo di corrente, ha provocato nei due monelli un ritmo frenetico e impulsivo.
Sospensioni ardite ed equilibri ricercati, hanno reso lo spettacolo suggestivo, ma anche ironico ed emozionante come il gioco dell’altalena, suggerito da una semplice corda presa ai suoi estremi, sopra la quale i due, dopo varie peripezie, hanno trovato un precario punto d’incontro, prima di ripartire con un nuovo gioco e una nuova sfida.
PḷNK ELEPHANT
La coreografia Pḷnk Elephant di Siro Guglielmi, allude fin dal titolo e dal costume attillato a vita alta decorato con scritte pop e fumetti, a un’attitudine giocosa ed ironica.
La ricerca del gesto e della sua trasformazione ha accompagnato tutta la performance spontanea, fluida ed elegantemente controllata. Molte sono state le citazioni coreografiche e suggestioni riconoscibili, dalla danza accademica con arabesque o grand plié, a movenze che evocano ritmi latini o da discoteca.
La stasi iniziale della performance è stata a poco a poco spezzata da piccole torsioni della testa che fluidamente si sono amplificate fino a sfociare in curve, onde e inarcamenti della schiena.
Gli incalzanti cambi di registro successivi hanno mostrato un alto controllo del corpo con finte cadute in avanti, recuperi, passi slegati e disarticolati o il classico penchè in avanti.
La coreografia è stata ideata come una sintesi delle esperienze del danzatore raccolte durante la sua formazione, unite con un sapiente mash up, nel quale si scorge un breve e frammentario racconto di un amore finito, sulle note di The End of the World.
Equilibri, sospensioni, flessioni, slanci, saltelli e mimica facciale hanno accompagnato lo spettatore lungo un cammino di sperimentazione autobiografica fortemente espressiva.
MONARCH ANTIGONE
Il titolo composto da due parole fa riferimento alla violenza psicologica che alcuni conflitti hanno provocato nei confronti di uomini e donne. Nella tragedia di Sofocle Antigone, figlia di Edipo e Giocasta, si ribella al divieto del dispotico fratello Creonte di non seppellire l’altro fratello Polinice, dichiarato un traditore. Questo rifiuto alle regole imposte dall’autorità patriarcale fanno di Antigone una donna emancipata, costretta al suicidio dopo essere stata rinchiusa in una grotta.
Il libro illustrato Monarch di Gabriele Di Benedetto, in arte Akab, è l’altro aspetto a cui allude la coreografia. Il testo presenta due punti di vista opposti e complementari: 30 metodi per rendere un uomo schiavo mentale e 30 metodi per tornare liberi. Monarch non è solo il nome di una farfalla che migra nel tempo per cercare dove depositare le sue uova prima di morire, ma è anche un metodo per lo studio del comportamento mentale utilizzato dai servizi segreti per esercitare forme di controllo psicologico.
La riflessione tra i due riferimenti ha spinto Mattia de Virgiliis a creare Monarch Antigone, insieme ad un collettivo di danzatori eterogenei. L’atmosfera cupa è stata sottolineata da una luce soffocata e dalle gestualità potenti dei danzatori, con chiari rimandi a un corteo in protesta. La rivoluzione incombente e le forti gestualità erano accompagnate in un primo momento da una musica militare che incitava i sei danzatori alla marcia, poi da un ritmo tribale che li ha condotti a una veloce corsa attorno a un cerchio di luce. Come in una danza tribale ognuno di loro vi entrava freneticamente liberandosi per pochi istanti di una forma rigida di controllo, prima di rientrare nel vortice di una massa trascinante e tumultuosa.
Improvvisamente l’atmosfera è diventata più distesa e giocosa. Tutti, disposti su un’unica fila davanti al pubblico, hanno eseguito movimenti caricaturali, ammiccamenti, con evidenti richiami al mondo dell’hip hop.
Quest’aria distesa però è stata nuovamente interrotta. Due gambe di un fantoccio sbucano sul palcoscenico, alludendo a un omicidio. L’ordine è stato ristabilito, la paura torna a regnare sulla massa oppressa, apparentemente sconfitta, ma compatta.
Tre giovani promesse della danza contemporanea, con formazioni e provenienze diverse, accomunate dall’originalità del linguaggio e dall’innovazione della ricerca stilistica, che animano con successo il nuovo scenario della danza italiana.