Mi ero dimenticata di quanto fosse faticoso alzarsi alle 7:00 per colpa di una sveglia da me impostata, e di quanto facesse male abbandonare le coperte per andare incontro al freddo gelido della mattina.
Mi ero dimenticata la sensazione di arrivare puntuale a scuola, forse perchè la provo solo all’inizio di ogni anno, giusto per non farmi conoscere subito come “la ritardataria”.
Mi ero dimenticata anche che frequento una scuola dove il primo giorno si inizia con cinque ore, si fa lezione (mica si cazzeggia sai?) e quando si esce sembriamo aver appena scampato la morte dopo aver combattuto contro big foot.
Domenica pensavo che sarebbe stato bello riprendere la routine, e degli orari decenti, ma, ora, posso dire che mi sbagliavo e sono triste per aver dormito solo fino a mezzogiorno durante l’estate e non fino alle 14:00.
Ieri mattina sono arrivata a scuola alle 7:40 e visto che le porte erano già aperte sono entrata raggiungendo la nuova aula, curiosa di conoscere i nuovi compagni.
Arrivata in classe mi sono posizionata al primo banco, ho posato la cartella (già piena di libri) e con un paio di amiche stavamo per andare a fare una girata nell’attesa delle 8:10, quando… proprio sul varcar la soglia della porta, ci siamo trovate davanti la professoressa che già dalle 7:45 ha iniziato un monologo, del quale ho forse capito una o due parole, tra le quali il mio cognome seguito da un nome che non mi appartiene (ma tranquilli è la cosa meno peggio, ormai ci sono abituata a essere ribattezzata).
Alle 9:05 la professoressa di chimica è entrata e noi, sapendo che avrebbe voluto spiegare, l’abbiamo tartassata di domande assurde delle quali già conoscevamo le risposte.
Peccato che il nostro piano abbia funzionato solo per i primi cinque minuti, e così un’altra ora infernale è iniziata.
Passate anche le altre tre ore, non meno faticose, sono tornata a casa, ho mangiato come una ventina di orsi affamati e indovinate?
Già, ho contato i giorni che mancano alla fine. Troppi.
É la prima volta che non sono soddisfatta del mio primo giorno di scuola, e ciò mi preoccupa… Credo che l’era dell’entusiasmo scolastico sia finita, forse perchè tutti mi hanno presentato la classe terza come la classe più difficile, quasi impossibile: “studi il triplo e i voti sono più bassi” mi hanno detto.
Speriamo bene!
Ora, espressa la mia disperazione, auguro a tutti un anno fantastico e pieno di emozioni.
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