Ed eccoci qui, alla fine anche l’ultima puntata di Game of Thrones è arrivata. Un viaggio durato quasi 10 anni e che questa notte è giunto alla sua conclusione. E’ stato un finale agrodolce, un finale che ho trovato coerente con lo spirito dell’opera ma che forse non avrà lasciato soddisfatti tutti i fan. Ma prima di approfondire l’ultimo episodio ripercorriamone rapidamente i momenti più importanti.
Dopo l’assedio della capitale, Approdo del Re è ormai una città fantasma e la sua popolazione sembra prossima allo zero.
Ciononostante, la devastazione e il massacro non hanno ancora appagato Daenerys che anzi, non vede l’ora di esportare la “libertà” anche presso altri popoli. Tyrion e Jon si rendono conto che colei che doveva distruggere la ruota della tirannia è divenuta infine solo un altro ingranaggio della stessa.
Jon cerca di far ragionare Daenerys ma dinanzi ai suoi vaneggiamenti si rende conto che c’è un’unica soluzione per porre fine a questa follia, uccidere l’amata. Così dopo averla baciata, la pugnala ma mentre tiene il corpo esanime della Targaryen irrompe Drogon. Il drago realizza la morte della madre e quando sembra essere sul punto di vendicarla, Drogon punta il Trono di Spade e lo fonde con le sue fiamme. Dopodiché afferra tra gli artigli la madre e vola via.
Jon viene catturato e imprigionato dagli Immacolati mentre Tyrion viene portato in catene presso un consiglio formato da tutti i lord rimasti a Westeros. Verme Grigio e Yara chiedono giustizia e sono intenzionati a uccidere Jon ma Tyrion ribatte che dovrebbe essere il nuovo re a decidere le sue sorti. Così, a sorpresa, come re viene nominato Bran quale depositario della storia degli uomini. Tyrion diventa per l’ennesima volta primo cavaliere mentre Jon viene spedito alla Barriera.
Intanto le cose nel regno sembrano lentamente tornare alla normalità ed il concilio ristretto si riunisce per assumere le decisioni più importanti per rifondare la capitale e mantenere la pace. Sam è il nuovo Gran maestro, Bronn Lord di Alto Giardino (?) nonché Maestro del Conio e Davos Maestro delle Navi.
Jon invece è arrivato al Castello Nero dove rincontra Tormund e soprattutto Spettro a cui stavolta non nega un’affettuosa carezza. Così Jon, Spettro e i bruti oltrepassano la Barriera facendo ritorno nelle loro terre.
Un finale che dopo le tante critiche forse mette un po’ più d’accordo i fan. Una puntata che parte fortissimo con una regia e una fotografia spettacolare ma che, complice l’ennesimo time skip, corre velocissima per poi tornare a rallentare per mostrarci come i personaggi, uno ad uno, compiono il loro destino.
Ma se gli eventi stavolta mostrano una certa coerenza, purtroppo resta la consapevolezza che una gestione così frettolosa e sbrigativa abbia minato la qualità di quest’ultima stagione di Game of Thrones. Soprattutto riguardo la storia e l’evoluzione di alcuni personaggi. E’ probabile che anche solo con 2, 3 episodi in più sarebbe stato possibile dare maggior spazio a chi è stato messo da parte ma che nella serie ha avuto un ruolo di primo piano. Come Varys, Cersei o lo stesso Bran dove in ogni cosa che fa oscilla tra il fastidioso e l’indecifrabile.
E’ stato senza dubbio un episodio molto forte dal punto di vista emotivo perché aldilà dell’uccisione di Daenerys forse la scena più memorabile è quella che trova Drogon assoluto protagonista. In quei secondi ho pensato a tantissime cose, ho pensato che si scagliasse contro Jon, ho addirittura pensato che quest’ultimo sopravvivesse al fuoco grazie al sangue Targaryen ma mi sbagliavo. Drogon sembra dimostrare una sensibilità ed un’umanità incredibile decidendo di fondere il simbolo del potere e della corruzione. In quell’atto Drogon sembra quasi capire che ad aver ucciso Daenerys non fosse stata la lama del coltello di Jon quanto la sua ossessione per il Trono di Spade.
Ma se le scelte narrative, almeno stavolta, sono apparse coerenti e condivisibili, se c’è una scena che ho trovato piuttosto forzata è stata proprio quella del consiglio dove si decidono le sorti del regno.
E’ curioso come Tyrion, da essere ormai prossimo all’esecuzione, diventi colui che sceglie il nuovo re. Una scena emblematica che mostra come le cose in quest’ultima stagione di Game of Thrones siano diventate frettolose e avventate. Che Bran sia il Corvo con Tre Occhi cosa rappresenta per gli altri? Come fanno a sapere che non è una menzogna per far salire uno Stark al trono? E infatti il suo primo atto come re è rendere indipendente la sua terra e nominare regina la sorella. Una cosa decisamente sospetta. E poi perché il Nord avrebbe difficoltà ad inchinarsi a Bran, è lui l’erede di Grande Inverno. Mi sembra evidente che sia tutto fatto apposta per far diventare regina Sansa.
Dopotutto chi è il corvo con tre occhi? Una figura di cui solo lui e pochissimi altri sono a conoscenza, una verità a cui neanche i suoi stessi congiunti sembrano credere. Anche Sam e Jon quando apprendono questa notizia dubitano della sua sanità mentale. Dunque perché nessuno dei lord si è posto due domande al riguardo? Soprattutto Tyrion, l’uomo più razionale di Westeros, apprende e accetta questa verità off screen. La loro chiacchierata davanti al fuoco a Winterfell resterà un mistero.
E poi infondo a Verme Grigio che gli interessa del garantismo verso i prigionieri e dell’elezione di un nuovo Re? E’ praticamente l’unico personaggio che perde la testa e giustifica l’operato di Daenerys ma improvvisamente acquista un tale senso di giustizia da concedere ai condannati un processo.
Per non parlare delle stesse origini di Jon che, attese per 8 stagioni, sembrano un dettaglio irrilevante nel consiglio. E nell’economia di Game of Thrones che impatto hanno avuto? Col senno di poi sembra solamente un’altra cosa, tra le tante, che nel loro insieme hanno portato alla follia Daenerys. Non è proprio ciò che mi aspettavo. Il fatto che non salga sul Trono, che uccida Daenerys e vada oltre la Barriera è comunque conforme alla natura del personaggio ma il fatto che le sue origini siano solo una cosa presa e buttata lì mi ha lasciato perplesso. Ma di fatto si tratta di un personaggio che nell’ultima stagione è stato umiliato e pesantemente ridimensionato, da presunto Principe che fu Promesso e legittimo erede al Trono di Spade a niente.
Ma per quanto riguarda l’epilogo di Jon è quanto infondo mi aspettavo. Anche se fosse finito sul Trono ero convinto che non ci sarebbe rimasto e che si sarebbe diretto a Nord alle terre a cui infondo appartiene. Emblematico anche vederlo nelle vesti di un novello Re oltre la barriera intento a guidare il popolo libero.
Ma in un finale in cui tutti i personaggi rimasti perlopiù raggiungono quanto di più vicino c’è ad un lieto fine, Jon è l’unico che paga per tutti. E’ colui che si carica sulle spalle il destino del reame, l’unico a compiere quella scelta che probabilmente nessun altro avrebbe avuto il coraggio di compiere. Jon uccide la sua amata, uccide la Regina delle Ceneri e paga per tutti. Ed il suo cerchio infine si chiude con un ritorno alla Barriera dove abbraccia malinconico quel destino che forse infondo desiderava.
Game of Thrones è sempre stato una maratona ma nelle ultime due stagioni gli sceneggiatori hanno corso come se fosse una gara di 100 metri, inciampando più volte. Così facendo molte trame sono rimaste incompiute e le profezie dimenticate. La pessima gestione di alcuni personaggi e scelte narrative discutibili hanno poi fatto il resto, lasciando l’amaro in bocca per un finale che farà discutere ancora moltissimo.
Ma nell’attesa dei libri per scoprire la versione di Martin, sono grato a chi in questi anni ci ha fatto sognare, discutere e amare quella che è la serie tv più grande di sempre. Perché col tempo, a mente fredda, forse la delusione lascerà il posto alla malinconia e alla nostalgia e forse chissà rivaluteremo anche quest’ultima stagione.
Perché adesso la nostra guardia è finita.
Alessio Nicolosi