21 Novembre 2024

Eccoci al quarto episodio di Game of Thrones, è stata una settimana decisamente agitata dove non si è parlato d’altro se non della battaglia di Winterfell. Una puntata che, come avevo previsto, ha spaccato come non mai l’opinione dei fan. Anche se a ben vedere mi sembrano molte di più le delusioni e le polemiche degli elogi.

Troppe sono le cose che i fan non hanno perdonato agli showrunner. Dalle poche morti illustri all’eccessiva oscurità della puntata, dall’insensata tattica militare alla delusione per la fine degli Estranei. Un nemico atteso 8 stagioni e polverizzato in una puntata, senza alcuna spiegazione.


Ciononostante, il Re della Notte è stato sconfitto e con lui tutta la sua armata e i sopravvissuti fanno la conta delle perdite. Gli eserciti sono stati praticamente dimezzati e i vivi provvedono a bruciare i caduti.

Ma se a inizio puntata c’è posto per il lutto, quando giunge la sera è il momento dei festeggiamenti. Così tutti bevono, si divertono e sollevano in alto i calici inneggiando agli eroi della battaglia.

In tutta questa euforia Daenerys nomina Gendry Lord di Capo Tempesta, il quale corre da Arya e le chiede di sposarlo confessandole un amore struggente sbocciato la sera prima. La giovane Stark però non è intenzionata a diventare una lady e rifiuta l’offerta.

Ma durante la serata Gendry non è l’unico a ricevere un due di picche. Prima tocca a Tormund che vede andar via sotto i propri occhi Jaime e Brienne e poi tocca a Jon. La regina dei draghi, utilizzando i poteri che madre natura le ha generosamente concesso, tenta di manipolarlo minacciandolo qualora dovesse rivelare a qualcuno la sua vera identità.

Ma ovviamente tenere i segreti non è il pezzo forte di Jon che subito rivela a Sansa e ad Arya le sue origini. Poco dopo Sansa rivela il segreto a Tyrion che ne parla a sua volta con Varys.

Nel frattempo le sorprese a Winterfell non sono finite perché finalmente fa la sua comparsa Bronn. Il vecchio amico, come prevedibile, risparmia i due Lannister puntando sulla vittoria di Daenerys e lascia la scena con la promessa di ottenere, una volta finita la guerra, Alto Giardino. Difficile immaginare come Tyrion possa avere l’autorità per concedere un simile dono ma al di là di questo, tutta la scena mi è sembrata alquanto forzata.


Ma i festeggiamenti a Grande Inverno durano poco perché c’è ancora una guerra da vincere, quella contro Cersei.  Gli eserciti del Nord e di Daenerys si dirigono a Sud ma mentre quest’ultima è diretta a Roccia del Drago subisce un’imboscata da Euron. Durante l’attacco Rhaegal viene abbattuto, così come le navi della Targaryen. I naufraghi raggiungono le spiagge di Roccia del Drago ma tra i sopravvissuti manca Missandei che viene catturata e portata al cospetto di Cersei.

Daenerys e una sua delegazione si presentano sotto le mura di Approdo del Re chiedendo la resa di Cersei e la consegna dell’ostaggio ma la regina dei sette regni non è dello stesso avviso, rifiuta la resa e fa decapitare Missandei.

È stata una puntata movimentata e che vira con decisione verso il finale della serie. Un finale reso incerto proprio perché le forze del Nord e di Daenerys sembrano inferiori a quelle della regina. Cersei infatti può contare non solo sulla più grande flotta del Mare Stretto ma oltre alle sue milizie e alla Compagnia Dorata ha a disposizione una sorprendente quanto letale artiglieria antiaerea. A questo punto tutta quell’aura di imbattibilità che i draghi portavano con sé è svanita completamente. Ne è rimasto solo uno ed è più vulnerabile che mai.

Una puntata che ci ha mostrato anche una Daenerys molto diversa perché al di là del fatto che risulti sempre più “simpatica” ogni minuto che passa, temo che in qualche modo possa ripercorrere il cammino del padre e trovare la morte nei prossimi episodi.

Perché sono questi gli effetti che il Trono di Spade fa alle persone. La bramosia e l’ambizione rischiano di far inciampare Daenerys negli errori di chi l’ha preceduta, uno su tutti Stannis. Il fratello di Robert smaniava per conquistare quel Trono che era convinto gli spettasse di diritto, tanto da partire all’attacco anche quando non aveva abbastanza forze a disposizione. Stannis pagò a caro prezzo i suoi errori ma la storia non insegna mai niente.

Daenerys è totalmente presa dal suo obbiettivo e ora che lo vede a portata di mano, di aspettare un giorno di più non ha la minima intenzione. Potrebbe temporeggiare, potrebbe tornare ad Essos per radunare altre forze e magari chiedere l’intervento di Daario e dei Secondi Figli. Ma la Targaryen vuole il Trono e lo vuole subito.

Ma al di là delle forze militari c’è anche un altro dettaglio che potrebbe scombinare i suoi piani, Jon Snow.

Per chi la sostiene, Daenerys, non è più la sola speranza per un futuro migliore. I diritti astrattamente reclamabili da Jon ed il suo carisma lo rendono più di un possibile candidato. E qualcuno dietro le quinte potrebbe muovere gli eventi affinché il protettore del Nord, in un modo o nell’altro, complice la follia di Daenerys, possa finire per sedersi sul Trono di Spade.

Jon non vuole il Trono anzi probabilmente è l’unico personaggio di Game of Thrones che non desidera conquistarlo. Jon non vuole regnare così come non voleva diventare Lord Comandante o Re del Nord. Ma proprio questo aspetto del suo carattere, il fatto che sia acclamato dai compagni, che incuta rispetto e non terrore, che cerchi sempre di fare la scelta giusta, potrebbero far di lui il miglior candidato possibile.

Ma in tutto questo c’è un altro personaggio che potrebbe portare scompiglio ad Approdo del Re ed è Jaime. Quest’ultimo dopo aver giaciuto con Brienne e aver assecondato anche l’ultima ship richiesta dai “fan”, parte verso la capitale ma il suo movente è incerto. La regina lo ha condannato a morte come traditore quindi quale sarà la sua accoglienza? Combatterà davvero a fianco della sorella o metterà finalmente in atto quel piano che tutti sospettano, che possa essere proprio lui a porre fine ai deliri di Cersei?

Ma a questo punto è difficile fare previsioni perché abbandonato qualsiasi legame coi libri e coerenza narrativa, gli sceneggiatori stanno decidendo a piacere ed in completa autonomia il destino di ogni personaggio e purtroppo anche lo stesso lascito di Game of Thrones.

Aspettiamoci qualsiasi colpo di scena purché insensato.

Un po’ come un bicchiere di Starbucks, lasciato sul tavolo davanti a Daenerys.

 

Alessio Nicolosi

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