Anche questo anno la Serie A è terminata ed è stata dominata da due colori: il bianco e il nero. Sì dominata, perché in questa stagione la banda di Antonio Conte non si è limitata a vincere, è andata molto oltre. La Juventus ha stravinto, è arrivata in cima alla classifica a +17 dai rivali giallo rossi e ha collezionato la bellezza di 102 punti, un record che resisterà molto a lungo. E quello dei 102 punti non è l’unico record, ad esso si aggiunge il terzo scudetto di fila e le 19 vittorie su 19 partite disputate allo Juventus Stadium, della serie “lasciate ogni speranza o voi ch’entrate”. L’unica macchia della stagione consiste nell’essere usciti in maniera piuttosto impietosa dalla Champions prima e dalla Uefa poi ma quando si compiono imprese del genere si fa presto a dimenticare questi altri piccoli fallimenti. La Juve dunque ha dominato incontrastata il nostro campionato ma non è stato sempre così. A inizio stagione avvenne il sorpasso effettuato dalla Roma ma l’euforia nella capitale fu presto spento dopo che i bianconeri, a seguito della pesante sconfitta di Firenze, inanelarono un rullino di marcia spaventoso.
Secondi classificati appunto i giallo rossi. Fino alla fine la Roma ci ha creduto ma con la caduta in quel di Catania si è arresa e ha perso tutte e tre le partite rimaste. Hanno poco da rimpiangere poiché il loro obiettivo, i romanisti, lo hanno conseguito: qualificazione diretta alla Champions League. Tanti complimenti a Rudi Garcia che ha preso una squadra venuta da un campionato mediocre e l’ha resa subito competitiva e temibile.
Subito dopo i lupacchiotti si classificano i partenopei. Dopo il grande mercato estivo forse era lecito aspettarsi di più in campionato dagli azzurri ma alla fine, il Napoli, premia la fede dei suoi tifosi portando a casa una meritata Coppa Italia che diciamolo, salva la stagione dal fallimento. Benitez, come di consueto, invoca rinforzi e nella prossima stagione sarà d’obbligo puntare a qualcosa di più importante che la coppa nazionale o l’ingresso in Champions.
In quarta posizione si classifica la Fiorentina: bella e sfortunata, anche sui viola pesavano grandi aspettative quest’anno. Grandi botti estivi che giustamente alimentavano le speranze dei fiorentini ma se si infortunano sia Gomez che Rossi allora la flessione tecnica è inevitabile. Nonostante la mala sorte il prossimo anno sarà ancora Europa League e con un mister come Montella, la squadra e i suoi tifosi, possono togliersi qualche soddisfazione (sfortuna permettendo).
Dietro i viola si piazza l’Inter. I nero azzurri vengono da una stagione molto difficile e probabilmente tutte le vicende legate al trasferimento della società hanno influenzato le prestazioni. Riescono alla fine a qualificarsi per l’Europa League ma è da considerarsi come un anno di transizione. A inizio campionato era una delle squadre più solide eccetto poco dopo sfaldarsi e rendersi protagonista di prestazioni non troppo esaltanti. I tifosi ripongono le loro speranze nella prossima stagione anche perché Thoir ormai ha capito come gestire una squadra di calcio in Italia. Appena arrivato predicava pazienza e faceva proclami a favore dell’autofinanziamento salvo poi a gennaio trovare grandi contestazioni sotto la sede e decidere di aprire il portafoglio per placare gli animi.
L’ultimo posto disponibile per andare in Europa lo occupa il Parma. Classificazione rocambolesca giunta all’ultima giornata a causa del rigore fallito da Alessio Cerci contro la Fiorentina. Bella stagione dei bianco scudati e tanti complimenti vanno fatti a Donadoni che personalmente considero un grande allenatore nella gestione della squadra e anche al presidente Ghirardi che ha portato dopo tanti anni in Europa questa squadra.
Settimo si classifica il Torino. Anche loro protagonisti di una grande annata e, nonostante l’Europa sfumata al 93’ su quel dischetto, Cerci e i suoi compagni non possono rimproverarsi nulla. I tifosi devono essere fieri di quanto fatto dai granata ma pesano diverse incertezze sul futuro a seconda che la nuova coppia dei gemelli del gol Cerci – Immobile resti o voli altrove.
Di seguito troviamo il Milan, anche per loro una stagione molto difficile. Via Allegri e dentro Seedorf ma i rosso neri sono fuori da tutto e pure in questo caso non si sa quel che sarà del futuro. Probabilmente il neo tecnico olandese lascerà la panchina ma se non arrivano investitori ci sono poche gioie all’orizzonte per i tifosi milanisti.
Campionato piuttosto anonimo quello della Lazio. Tanti problemi tra tifoseria e presidente che hanno lasciato più volte vuoto lo stadio. Lotito pare intenzionato a non vendere la squadra e i tifosi appunto sono in guerra con lui.
Capitolo Hellas Verona. Gli uomini di Mandorlini sono la vera sorpresa del campionato, neopromossi e per poco non si qualificano in Europa League. Toni, nonostante il numero indicato sulla carta d’identità, gioca come se avesse dieci anni di meno e continua imperterrito a segnare, a sostenerlo un bel collettivo con giocatori importanti che sono già stati adocchiati da diverse big.
Undicesima si piazza l’Atalanta, Colantuono si conferma un tecnico più che affidabile e raggiungono una salvezza tranquilla.
Sampdoria, Udinese, Genoa e Cagliari seguono. Tra tutte e quattro, visti i collettivi, era lecito aspettarsi di più anziché limitarsi a raggiungere una salvezza tranquilla. Un cenno a parte merita la formazione sarda che aveva a che fare con varie difficoltà legate al presidente e alla mancanza dello stadio che ha più volte impedito ai tifosi di seguire la propria squadra.
Si salvano anche Chievo e la neo promossa Sassuolo. Questi ultimi sembravano spacciati in diverse occasioni ma sono riusciti a riprendersi soprattutto grazie ai diversi innesti effettuati nel mese di gennaio. Perché se vuoi restare in A devi spendere.
Infine Catania, Bologna e Livorno retrocedono. Dopo diversi anni il Catania ma soprattutto il Bologna retrocedono nella serie cadetta. Gli amaranto dopo un inizio che sembrava essere positivo compiono una stagione da dimenticare e salvo rare occasioni si confermano come la squadra materasso del campionato concludendo l’annata ultimi a 25 punti, una miseria. Sì davvero troppo pochi perché considerando che di solito la salvezza si aggira intorno ai 40 punti quando invece al Sassuolo ne sono bastati 34, ne consegue che non fosse un traguardo di certo impossibile. Ma come accennato prima, chi non apre il portafoglio si tiene una rosa non all’altezza e chi poco spende poco gode e il Livorno quest’anno ha goduto davvero poco, anzi per nulla.
Alessio Nicolosi
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