FI-PI-LI Horror Festival: Il Terzo giorno in compagnia di Manetti e del Noir
Sabato 25 Aprile
Come di consueto la kermesse ha proposto, dalla prima mattina fino al secondo pomeriggio, una corposa quantità di cortometraggi conclusasi verso le ore 16:30, il programma poi ha proseguito con la proiezione di “Song ‘e Napule” dei Manetti Bros.
Passiamo ora a commentare qualche cortometraggio proiettato nella giornata di ieri e di Venerdì.
Per quel che concerne la proiezione dei cortometraggi abbiamo avuto modo di vedere quello di Umberto Jr. Vivaldi, Mi Amor, opera prima del giovane livornese girata proprio nella città natale di quest’ultimo. La storia, per quanto semplice, offre spunti interessanti su cui riflettere, ed Umberto, anche grazie ad un taglio nostalgico, dona al suo primo lavoro un qualcosa di inedito per questo Festival labronico, che va ricercato non solo nel genere stesso del prodotto, più un fantasy o una commedia, che un Horror, ma anche (e sopratutto) tra le righe.
La storia di una ragazza del 1800 che per magia viene catapultata nella Livorno del futuro, ove incontra un normale ragazzo dei giorni nostri, il quale stringerà un profondo rapporto con quest’ultima. I secoli che li separano non influiranno su i loro sentimenti e quel che provano l’uno per l’altra. Una piccola storia che spazia dal porto Livornese fino alla Venezia, strizzando l’occhio alle usanze locali ed al bello della città labronica che purtroppo, in molti, oggigiorno non scorgono più.
L’Incubo, di Giuseppe Lo Conti, si è rivelata essere una ordinaria storia di fantasmi, ricca di omaggi al maestro Stephen King e dalle atmosfere che ricordano anche Giro di Vite di H. James. La vicenda ruota attorno ad un ragazzo che si trasferisce in una nuova cittadina, prendendo sede in un dormitorio come tanti, ma con la piccola peculiarità di essere infestato dai fantasmi. Gli spiriti, in tal caso di due fratelli, si mostreranno nella camera del protagonista, la numero 17, portando sempre più questi in uno stato di follia e paura. Un corto classico, ben diretto, ma sopratutto curato dal punto di vista degli effetti speciali ed il make-up.
Sange, di Mauro Verzotto, ha colpito in positivo il nostro inviato Lamberto Frontera, tanto che questi ha considerato questo prodotto un piccolo capolavoro. I Protagonisti sono tre amici, due ragazzi ed una ragazza, che tentano senza preoccuparsi delle conseguenze, di spingersi , in ogni modo, oltre i propri limiti. La storia di questi eccessi, causati dalle droghe assunte dai giovani e sono raccontate con abile maestria e sottile compiacimento, avvicinando gli spettatori ai protagonisti, sequenza dopo sequenza.
Il tentativo di assaporare sempre il brivido dell’eccesso porta inevitabilmente ad un epilogo drammatico. In questo modo giunge, se vogliamo, anche l’attesa denuncia alla sopraffazione della mente provocare dalla droga, tramite la ribellione del protagonista.
The Bunnyman, di Daniele Misischia, è al momento il lavoro, secondo il sottoscritto, meglio riuscito al momento. Grazie ad una grande messa in scena, perfetta anche sotto il profilo tecnico, il cortometraggio, pur non avendo una trama originale e prendendo come base ed omaggiando un noto videogioco, si è rivelato esaltante e crudele, crudo ed appagante, ove è persino trova una dose di ironia, magari anche inconsapevolmente nelle lunghe scene di colluttazione. Le sparatorie sono ivi realizzate in modo eccelso, Misischia gira con eleganza un qualcosa che muove anche delle profonde critiche alla società di oggi, in chiave semi-distopica, facendo, esattamente come nei primi lavori di Michael Mann o Refn
un ottimo uso della violenza, mai gratuita e capace di andare oltre il fattore estetico.
Short Frankenstein, di Nicola Magno, rappresenta la prima esperienza dietro la macchina da presa per quest’ultimo inscena un corto maturo, realizzato con una tecnica “alla esp, rec” come ammette il regista stesso. Lamberto Frontera, che ha avuto il piacere di assistere alla proiezione, è rimasto sorpreso della scelta di voler realizzare un prodotto con una sola telecamera impugnata dal protagonista, Il corto si sbroglia in lunghi piani sequenza alimentando, nello spettatore, la percezione di vivere il film. Short Frankenstein è un qualcosa che a tratti lascia davvero con il fiato sospeso.
Thriller di Giuseppe Marco Albano è un film strettamente politico, nel quale la violenza non è rappresentata da sangue e omicidi, ma dalla difficilissima situazione degli operai pugliesi dell’Ilva , sospesi tra la paura del licenziamento e tra il terrore di aver contratto malattia durante il loro impiego. In questo contesto si inserisce un ragazzo di 13 anni, figlio a sua volta di un operaio, che insegue un sogno, quello di ballare sulle note di “Thriller” di Michael Jackson. Il suo sogno si avvererà proprio durante una manifestazione degli operai, riempiendo caldamente gli occhi degli spettatori.
Alle ore 16:30 il Nuovo Teatro delle Commedie ha ospitato Antonio Manetti, dei Manetti Bros., ospite che abbiamo avuto la fortuna di intervistare, il quale ha presentato il suo (loro) ultimo lavoro: Song ‘e Napule, un omaggio al poliziesco ed al poliziottesco alla Italiana, con protagonista Alessandro Roja ( il “Dandi” di Romanzo Criminale e recentemente visto in “1992”). Ambientato a Napoli, il film vede protagonista un giovane poliziotto, un po’ impacciato ed incapace, che ama suonare il piano forte e si rifiuta di sentirsi un napoletano doc, vergognandosi della città in cui vive. Costretto, dal caso e dalle circostanze, a far parte di un gruppo di cantanti napoletani capitanati dal leader “Lollo Love” (Giacomo Morelli) sotto copertura per arrivare ad un noto latitante mafioso; Paco Stillo (Roja) da questa esperienza non solo capirà cosa significa essere un poliziotto, ma riuscirà a vedere Napoli con occhi diversi, smettendo di scorgere in essa solo i suoi aspetti più brutti, ma apprezzandola anche per le tante bellezze che questa sa offrire.
Song ‘e Napule è un film riuscito, un cocktail di comicità, dramma, spensieratezza, ma anche riflessione, che con una leggerezza solo apparente rivede il concetto di poliziesco e mette sotto-scacco la mafia e la criminalità, senza mai, però, dimenticare la grande bellezza della città partenopea. Dopo tanti film che hanno rivisto Napoli sotto un alone oscuro e sinistro, i Manetti Bros. donano luce e colori ad una delle città più belle del mondo, facendoci capire che persino la Mafia può essere sconfitta, dando così un senso di speranza e fiducia nello spettatore.
La giornata di ieri si è conclusa con lo spettacolo dei Tetralugosi, la proiezione in anteprima di Tusk di Kevin Smith e l’appuntamento con L’Angolo del Frusciante, ove federico ha parlato del genere poliziesco, degli anni ’70, decennio in cui questo genere era molto in voga, fino al suo decadimento. Ha anche presentato il produttore, il regista e collaboratore di Due di Picche, un progetto pronto a sfondare su internet nelle vesti di una web serie.
Oggi, dalle 11:00 saranno proiettati i corti rimanenti in concorso e dalle ore 17:00 inizierà la premiazione del concorso letterario e cinematografico.