Mentre disegno mi sento come un medium, controllato dalle creature che sto evocando. Di solito sono creature difficilissime e ostinate
Per la sua decima mostra Palazzo Blu ha stavolta scelto come protagonista un personaggio a volte dimenticato dai grandi volani espositivi del circuito dell’arte, ma che, fortunatamente, si ripresenta sulle scene in tutta la sua disarmante nitidezza di segno e personalità: Maurits Cornelis Escher.
La mostra “Escher. Oltre il possibile” si pone quindi quasi come un unicuum nei percorsi espositivi toscani, regione fra l’altro preferita dall’artista olandese, che vi visse e vi si sposò, e che ripropone in chiave illustrativa cento opere autografe in un percorso multisezione. Grazie alla collaborazione con il Gemeentemuseum Den Haag e con Artemisia e M.C. Escher Foundation, il curatore e prof. Stefano Zuffi ha potuto rivivere i momenti salienti dell’artista partendo dalle primissime esperienze, sperimentando, grazie all’utilizzo delle tecnologie multimediali, quell’esperienza di straniamento e di immersione totale in un mondo parallelo, ordinato nella sua complessità e oscuro nei suoi meandri.
In una mostra semplice, essenziale e non dispersiva si coglie in maniera equilibrata e lineare i tratti peculiari dell’opera di Escher: allestita per essere accessibile a tutti, permette anche a chi è più giovane o inesperto in materia di avere un approccio diretto, tra xilografie, litografie e architetture che lasciano al visitatore la possibilità di viaggiare con la mente e dare ampio sfogo all’immaginazione, molto più importante, alla propria curiosità. L’uso di tecnologie contemporanee e della multimedialità permette di godere degli effetti dinamici e sorprendenti delle sue opere, di farsi travolgere in un gioco, ma nemmeno troppo, di immedesimazione con l’opera: d’altronde Escher stesso, come ce lo ricordano le parole in mostra, era solito affermare che il suo lavoro era come “un gioco, un gioco molto serio”.
Il percorso espositivo, ad opera di MondoMostre, è suddiviso in nove sezioni che non mirano solo ad illustrare il ciclo compositivo, ma ad accompagnare il fruitore alla scoperta dello sguardo dell’artista, di una vita tormentata in un secolo tribolato e portatore di concetti ancora vicini al nostro quotidiano. Sensibilità e rigore si fondono negli anni della sperimentazione e della giovinezza, per mutare in cromie articolate e raffigurazioni complesse, fino ad arrivare alla svolta del secolo, che vede la guerra riversarsi nelle opere mostrando la visione del mondo interiore in continua evoluzione, alla ricerca di un’armonia trovata solo nella natura, iniziale musa ispiratrice nel maestro. Questo legame con il territorio, che riguarda l’Italia in primis, ci dona una nuova immagine geografica della penisola, interpretata attraverso un occhio geometrico, analitico, affascinato, e che lasciano in noi un dubbio: sono i paesaggi che vengono rielaborati? O è l’artista che ne viene trasformano?
Il dopoguerra ha donato molto alla storia dell’arte: il nuovo atteggiamento verso la società e verso i singoli individui ha permesso l’esplorazione di nuovi modi di produrre arte, basati sull’immediatezza espressiva, sulla ricerca dell’informale e sulla sperimentazione di nuovi materiali. E’ quindi sempre complesso collocare l’arte di Escher, che si pone come un caso isolato grazie alla continua ricerca formale, allo sfruttamento di figure e di soggetti definiti e particolareggiati e alla sfida perpetua verso la logica della visione.
Considerare un artista di tale portata come un semplice incisore è sicuramente fuorviante: è, in realtà, un innovatore. Innovatore attraverso la tecnica di stampa, ben presente nel suo DNA nordico e ben conosciuta grazie a personalità come Dürer e Piranesi; innovatore degli schemi geometrici tipici del medioevo, contaminati dalle influenze arabe; innovatore delle forme immaginarie, che ben si ritrovano nel ritorno delle sfere riflettenti e nella volontà, quasi ossessiva, dell’autoritrarsi, alla ricerca di una forma esterna che rispecchi i cunicoli interiori. Come un anello di congiunzione, Escher riprende dei grandi leitmotiv della storia dell’arte: come non ricordare, in Mano che sorregge una sfera specchiante (Autoritratto in uno specchio sferico-1935) che chiude il percorso, il famoso specchio de I coniugi Arnolfini (Jan Van Eyck – 1434). E come non stupirsi nel ritrovare una sua influenza negli escamotages delle scale delle opere cinematografiche del nostro secolo, non per ultima la famosa saga di Harry Potter, o le creature immaginarie ed in continuo mutamento de Il Castello errante di Howl, capolavoro dell’animazione nipponica di Hayao Miyazaki? La grande capacità di rendere questi mondi interiori fatti di sensibilità, immaginazione e rielaborazione, tramite una tecnica: è questo il grande traguardo, e la grande lezione, che sembra trasmetterci questa mostra.
Ma, un monito sembra giungerci infine: se ci gloriamo delle avanguardie tecnologiche che oggi ci permettono di essere più vicini, Escher ci ricorda di non dimenticare le altre connessioni possibili, quelle più autentiche, fra gli esseri umani e la loro parte creativa, nell’equilibrio possibile solo grazie alla schematicità che analizza l’universo interiore..
E’ forse possibile che, alla fine, sarà la matematica a salvare il mondo?
Questa mostra ci ha coinvolti al punto che noi di UnInfoNews abbiamo avuto bisogno di confrontarci: questo articolo nasce dalla condivisione di tre diversi punti di vista, tradotti soltanto da un paio di mani.. Siamo sicuri che Escher sarebbe fiero di noi!
Grazie a Stefano Tomei e Nicola Pomponio che hanno condiviso con me le loro preziosissime impressioni e percezioni della mostra!
Ringraziamo inoltre Palazzo Blu per averci fornito una selezione di immagini, fondamentali per la redazione dell’articolo.
INFO SULLA MOSTRA ESCHER. Oltre il possibile
BLU | Palazzo d’arte e cultura
Lungarno Gambacorti 9, Tel. 050 22 04 650, Mail: info@palazzoblu.it
Con il patrocinio: Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Comune di Pisa, Regione Toscana
Organizzazione: Fondazione Palazzo Blu, MondoMostre, Arthemisia, Gemeente Museum, Den Haag, M.C.Escher Company
Con il contributo: Fondazione Pisa
Curatore: Stefano Zuffi
Date della mostra: 13 ottobre 2017 – 28 gennaio 2018
Orari / Opening hours
Lunedì – Venerdì 10:00 – 19:00/ Monday – Friday 10 am – 7 pm
Sabato – Domenica e festivi 10:00 – 20:00/ Saturday, Sunday and public holidays 10 am – 8 pm
La biglietteria chiude un’ora prima / The ticket office closes 1 hour before
Biglietti / Tickets
Audioguida inclusa / Audioguide included
Intero 12,00 Euro / Full price 12,00 Euro
Ridotto 10,00 Euro / Concessions 10,00 Euro
Convenzioni e gruppi 10,00 Euro/ Partners and Groups 10,00 Euro
Ridotto speciale 5,00 Euro / Special concession 5,00 Euro
Ridotto gruppi scuola 5,00 Euro / Concession schools 5,00 Euro
Aggiungendo 1 Euro è possibile visitare l’esposizione permanente di Palazzo Blu e la mostra “Il Sessantotto. Immagini di una stagione pisana”
By adding 1 Euro on top of your ticket you may visit Palazzo Blu’s permanent collection and the exhibition
“Il Sessantotto. Immagini di una stagione pisana”
Diritti di prenotazione / Booking fee
Singoli 1,50 Euro / Individuals 1,50 Euro
Gruppi 1,50 Euro a persona / Groups 1,50 Euro per person
Scuole 1,00 Euro a persona / Schools 1,00 Euro per person
Biglietti online: Escher su Vivaticket
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