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Eneide di Krypton, lo storico spettacolo con le musiche dei Litfiba

Fotografie di Guido Mencari | www.gmencari.com
Torna al Teatro Verdi di Pisa, dopo trent’anni ed interamente rinnovato, uno spettacolo che il Verdi ha fortemente voluto nel proprio cartellone teatrale: Eneide di Krypton – Un Nuovo Canto, che andrà in scena venerdì e sabato sera (11 e 12 dicembre) alle ore 21 , sabato anche con un matinée per le scuole.
Era il lontano dicembre del 1983, infatti, quando il Teatro di Pisa accettò la sfida di portare sul proprio palcoscenico Eneide dei  Krypton, con le musiche dei Litfiba, una totale antitesi fra uno spazio ottocentesco tradizionale e uno spettacolo assolutamente innovativo. Quell’Eneide, infatti, era già un cult, poiché aveva generato una incredibile rivoluzione estetica e aveva assunto un ruolo centrale nelle trasformazioni della ricerca teatrale. Gli spettatori dell’epoca assistettero alla rappresentazione multimediale del celeberrimo poema epico, dove l’elemento narrativo della luce e il tratto stilizzato dei performer rendevano un’immagine sfolgorante del nuovo teatro italiano ed Eneide, opera post-moderna per eccellenza, entrò nel circuito nei maggiori teatri italiani e approdò nell’autunno del 1984 al teatro La Mama di New York City, diretto da Ellen Stewart, per il festival “Benvenuto” New Theatre Italy.
Quella forte intuizione di trent’anni fa di dar corpo ad una nuova spettacolarità attraverso un racconto antico ha ritrovato oggi la stimolante collaborazione fra Giancarlo Cauteruccio (fondatore e motore primodei Krypton), i musicisti Gianni Maroccolo, Antonio Aiazzi (entrambi già membri dei Litfiba delle origini, dal 1980 al 1989) e Francesco Magnelli, che con gli altri due ha fatto parte dei Beau Geste, una costola dei Litfiba; insieme hanno così dato vita a Eneide di Krypton –  Un Nuovo Canto un’opera totale,  uno spettacolo completamente nuovo, che si arricchisce dell’esperienza maturata dagli artisti, del mutato punto di vista, delle nuove possibilità tecnologiche e non ultimo di un senso critico verso i linguaggi e verso il sistema delle arti. 
Fotografie di Guido Mencari | www.gmencari.com
Scrive Giancarlo Cauteruccio nelle sue note di regia: « […] Mentre nello spettacolo post-moderno del 1983, fondato sull’immagine e sulla “superficie”, io e i musicisti restavamo fuori dal palcoscenico, chiusi nella cabina di regia, in questo nuovo allestimento entriamo in scena per convogliare, attraverso l’azione live, quella energia creativa ed espressiva che è stata per tutti noi un grande punto di partenza, e far sì che una nuova energia ora sottolinei una funzione dell’arte che non può più essere soltanto estetica. L’opera rinasce tra le nostre mani sotto forma di Concerto/Teatro perché vogliamo misurarci con il tempo presente, proiettarci nella memoria, e andare oltre, per indagare nuovi territori, ma anche per ripristinare il senso profondo della poesia.[…]» 
«[…] La copia è sempre quella – spiega il giornalista Paolo Russo in un suo articolo di presentazione – L’Eneide stampata nel ’66 che Giancarlo Cauteruccio legge oggi con incedere ungarettiano nel nuovo spettacolo è la stessa che servì, trent’anni esatti fa, per trasformare i versi di Virgilio nell’esplosione di luci, suoni e colori che il regista e i Litfiba fecero debuttare al Variety di Firenze. Un cult dell’allora nuovissimo teatro d’immagine, un trionfo (internazionale) del post moderno, nutrito di visioni, di hi tech dalla commovente povertà, a ricordarlo oggi, e primi vagiti del nuovo rock italiano. Ma Eneide – Un nuovo canto […] con la nostalgia non ha proprio nulla a che fare. Di vintage o “com’eravamo” non c’è traccia. Anche se c’è molta continuità fra quel lavoro cruciale e la sua rinascita […] »
In questa nuova Eneide, la voce fuori campo è di Ginevra Di Marco.
Un appuntamento davvero da non perdere, perché «l’Eneide di Krypton è soprattutto un’esperienza e non ha niente a che fare con il percorso dentro un museo. Se la sua potenza è ancora viva è perché evidente è ancora quell’urgenza di andare oltre i codici definiti. In questa opera d’arte totale la (sempre sorprendente) longevità del mito affronta la sfida a eternarsi dentro un’unica, tutto sommato semplice, operazione: investire lo spettatore (vero protagonista) con un muro sensoriale potente come un maremoto, un’onda anomala di stimoli visivi, uditivi ed emotivi che fa, a tratti, vibrare occhi e cuore. » (Teatro & Critica). 
Biglietti ancora disponibili al Botteghino del Teatro e nel circuito Charta-vivaticket.
Per informazioni tel 050 941111 e www.teatrodipisa.pi.it
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