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Emozioni liquide

Liberamente ispirato a Zygmunt Bauman

Emozioni liquide
2 settembre 2019

Un paio di giorni vissuti intensamente, qualche settimana di condivisione e subito pare che le emozioni divampino come fiamme di un’incendio.
Tutto si mescola e si condensa, facendoci sentire arrivati, a casa.

Ci sentiamo apprezzati, capiti ed ascoltati.
Iniziamo a condividere, a parlare, a perderci negli sguardi e ci innamoriamo dell’apprezzamento reciproco che ci riconosciamo. Quel riconoscimento che cerchiamo inesorabilmente nella moltitudine della nostra socialità, riuscendo scarse volte a ottenere giovamento.
Ci apriamo come il guscio di un uovo, mostriamo il nostro tuorlo e il nostro albume, i nostri difetti e i nostri pregi, le nostre bellezze, le nostre debolezze e la nostra forza. Ci fidiamo ciecamente e ci confidiamo, aprendo i fascicoli dei nostri segreti.
Tutto è vissuto con gioia e felicità intensa.

Poi passa qualche giorno, ognuno sbriga le proprie commissioni. Il tempo individuale passa e per impegni o vacanza, non ci si frequenta più. Si vive un po’ di distanza fisica e tutto pare subito lontano, irraggiungibile, emotivamente distante.

È come se avessimo acceso un fiammifero incendiario.
Tutto è stato travolgente, ma effimero, fugace e febbrile.

Diversi sono i modi, le persone, i luoghi e le emozioni, ma in una società che ha e dà ben poche certezze e troppe vacuità, anche le emozioni si fanno condizionare e gli stati d’animo risultano fluidi e incoerenti.

Emozioni liquide che si amalgamano e solidificano in un batti baleno, ma poi, con la stessa velocità vertiginosa, si frammentano e si dileguano come la neve su un balcone d’autunno.

 

Marco Pacini

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