21 Novembre 2024

Se come me siete dei sognatori, vi sarà sicuramente capitato di immergere gli occhi nel mare del cielo e di sperdervi, immaginando di viaggiare tra le stelle. Una volta riportati i piedi per terra, probabilmente avrete anche pensato a quanto siete stati sciocchi e ingenui nel sognare una cosa impossibile da realizzare e sarete tornati nella vostra stanza rimuginando sul fatto che sognare è bello, ma spesso risulta illusorio. Ci sono però alcuni visionari che sono talmente convinti di poter realizzare le proprie fantasie da compiere vere e proprie rivoluzioni. Uno di questi è certamente Elon Musk che, dopo aver rivolto il suo sguardo verso il Pianeta Rosso, come fanno tutti i sognatori, invece di tornare mestamente nel mondo della realtà, si è messo a progettare un modo per permettere alla vita di raggiungere Marte.

Una specie multi-planetaria

Come disse un giorno Elon: “Marte è l’unico posto nel Sistema Solare in cui è possibile che la vita diventi multi-planetaria“. Ovviamente, nel mondo dell’imprenditoria è molto difficile che qualcuno scommetta su vaneggiatori come Musk. Difatti, quando nel 2001 il miliardario si presentò a Mosca per comprare un missile balistico intercontinentale, inizialmente i russi  si insospettirono. Quando Elon raccontò che lo avrebbe utilizzato per spedire su Marte una greenhouse completa di semi liofilizzati da innaffiare all’arrivo, lo presero francamente per pazzo! Come potete immaginare l’incontro si concluse con un nulla di fatto. Lontano dall’accettare la sconfitta, appena tornato negli Stati Uniti, l’imprenditore decise di fondare egli stesso un’azienda specializzata nella progettazione e costruzione di razzi e veicoli spaziali riutilizzabili. Fu così che nacque la SpaceX.


La fortuna aiuta gli audaci

Atterraggio del primo stadio di un Falcon 9

Una celebre frase di Elon Musk è: “Quando qualcosa è abbastanza importante, lo devi fare anche se le probabilità non sono a tuo favore”. Da qui si deduce la sua tempra di autentico lottatore e la sua grande capacità di credere in un progetto e perseverare per raggiungere gli obiettivi prefissati. Un aneddoto esemplificativo della forza di Musk è il seguente: nel 2008, la SpaceX partecipò a un concorso della NASA che prometteva un cospicuo finanziamento all’azienda privata capace di lanciare satelliti nello spazio. Uno dei progetti migliori apparteneva proprio alla compagnia di Musk, ma il razzo costruito, il Falcon 1, subì tre fallimenti uno dopo l’altro. A quel punto rimanevano risorse sufficienti  per lanciare un ultimo razzo. Fortunatamente, il 28 settembre 2008, tutto andò per il meglio e, con la vittoria in pugno, fu possibile continuare a sviluppare il Falcon 1. Questo si trasformò in breve tempo, dopo un’altra serie di tentativi e fallimenti, nel Falcon 9, detentore oggi di una serie di successi e record incredibili. Musk raccontò che se il lancio del Falcon 1 non fosse andato a buon fine, non avrebbe più avuto soldi sufficienti e l’azienda sarebbe probabilmente fallita. La fortuna aiuta gli audaci

Il progetto Starship

Elon Musk in visita alla SN8

Anche per uno come Elon, l’eccessivo entusiasmo può portare alla formulazione di progetti irrealizzabili. Infatti, continuando a perseguire il suo obiettivo di raggiungere Marte, nel 2016 il nostro visionario aveva progettato un sistema di lancio davvero folle. Prevedeva un razzo di 12 metri di diametro, con una potenza tale da riuscire a disintegrare qualsiasi piattaforma di lancio attualmente presente al mondo. Sarebbe servito un sistema completamente diverso e innovativo rispetto a quello attuale per lanciarlo, progetto troppo grande anche per un’azienda del calibro di SpaceX. Tornato dunque con i piedi per terra, nel 2017 Musk annuncia che il modo migliore per raggiungere il Pianeta Rosso è quello di creare una navicella più piccola, in acciaio, denominata Starship. Piccola, si fa per dire, perché il sistema prevede un’altezza complessiva di 122 metri, ovvero 12 metri più alto del più potente razzo mai costruito fino ad oggi, il Saturn 5. È composto dal SuperHeavy, un razzo riutilizzabile di 9 metri di diametro, alto 72 metri e avente circa 30 motori Raptor e dalla Starship. Quest’ultima sarà alta circa 50 metri, avrà un volume interno pressurizzato di 1000 m3 e rivoluzionerà il modo di fare esplorazione spaziale. Sarà infatti in grado di trasportare tra le 50 e le 100 persone, di planare nell’atmosfera della Terra o di Marte e di atterrare sana e salva. Il sistema potrà dunque essere riutilizzabile al 100%, al contrario dell’attuale Falcon 9, in cui è riutilizzabile solo il primo stadio. Un bel passo avanti, non c’è che dire!

Quando, tra qualche anno verrà messa in servizio, i bassi costi dovuti alla riutilizzabilità, permetteranno a chiunque di andare su Marte. L’idea di Elon è di far pagare alle persone solo il biglietto di andata, mentre il ritorno sarà gratuito. L’imprenditore ha già pensato anche al costo del viaggio. Si aggirerà intorno ai 250.000€ in modo che, chi volesse trasferirsi sul Pianeta Rosso, potrà farlo vendendo la propria casa.

Il progetto di Musk sembrerà assurdo, ma la cosa più incredibile è che in un piccolissimo paesino del Texas chiamato Boca Chica… si sta tramutando in realtà a una velocità impressionante. I bassissimi costi di produzione infatti, permettono all’azienda di creare una serie di prototipi, di testarli e di verificarne il comportamento. Se qualcosa andasse storto, è già pronto un altro prototipo per ulteriori test, in modo da procedere speditamente.

L’incredibile test su SN8

Il modus operandi appena descritto è stato utilizzato anche ieri sera. Alle 23.40 ora italiana, infatti, SpaceX ha scritto un’altra importante pagina dell’esplorazione spaziale, con l’incredibile test del prototipo SN8. Questa è stata la prima volta in cui è stata testata una Starship completa. Tre motori Raptor hanno sollevato la navicella fino a 12,5 chilometri di altezza finché non si sono progressivamente spenti. A questo punto SN8 è planata in caduta libera parallelamente alla superficie terrestre, guidata da quattro alette. Queste operazioni sono avvenute tutte in modo corretto e la SpaceX ha ottenuto dati preziosi per lo sviluppo dei prossimi modelli. Sopraggiunta nei pressi della piattaforma di atterraggio, SN8 ha riacceso i motori, si è posizionata nuovamente in verticale con una delicatissima manovra e ha tentato l’atterraggio. Purtroppo il test si è concluso con una spettacolare esplosione ma, citando Elon, “il fallimento è un’opzione. Se le cose non stanno fallendo significa che non stiamo innovando abbastanza”. Il lancio ha comunque scatenato  entusiasmo tra gli appassionati, che adesso aspettano con trepidazione i nuovi test sull’ormai pronta SN9.

Tutte le fasi del test di ieri sul prototipo SN8

Che dire, cari visionari… Quando i vostri occhi sconfineranno verso le stelle, non tornate più a testa bassa nella vostra stanza. Vedendo prendere forma il progetto di Elon Musk, grazie anche ai progressi di ieri, pensate piuttosto che anche sogni, ritenuti impossibili, possono realizzarsi e che un giorno, potreste essere voi a guidare la rivincita dei sognatori.


 

 

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Lorenzo Mori

Studente di Scienze e Tecnologie Geologiche all'Università di Pisa. Cerco, nel mio piccolo, di sensibilizzare le altre persone sugli effetti del cambiamento climatico e su alcune possibili soluzioni, curando la rubrica "Qui e ora" sul blog di Uni Info News.

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