Da cosa capisci che ti stai annoiando ad un concerto? Da quante volte ti guardi l’orologio. Ieri, durante il “concerto in blu” a Palazzo Cucchiari non l’ho fatto nemmeno una volta, dalla prima all’ultima nota sono stato totalmente catturato dalla splendida esecuzione dei pianisti Sena Fini e Pietro Giorgini che si sono esibiti in un concerto a quattro mani nella storica cornice del palazzo carrarese in occasione del Blu Day (la Giornata Mondiale per l’Autismo) e del Capodanno Toscano, come hanno ricordato l’Fondazione Giorgio Conti ed il consigliere regionale Giacomo Bugliani. Un concerto non solo per sensibilizzare il grande pubblico verso un disturbo ancora troppo poco considerato, ma anche per aumentare la consapevolezza su entità ed attività culturali all’interno della provincia di Massa-Carrara. Credo di essere nel giusto se affermo che il programma scelto dai due Maestri fosse orientato in questo senso: musica che si ascolta piacevolmente, con divertimento anche, ma di alto livello artistico, in modo da coinvolgere il pubblico ma allo stesso tempo educarlo.
Ecco spiegato il brano d’inizio, la celeberrima Danse macabre di Camille Saint-Saëns nella trascrizione per pianoforte a quattro mani di Ernest Guiraud. Composizione affascinante e grottesca, ha catturato immediatamente l’attenzione del pubblico con la sua verve briosa ed ironica resa in modo eccellente nell’interpretazione del duo pianistico che si è accostato molto ai colori e alle atmosfere della partitura orchestrale, dai rintocchi di campana iniziali (il re ribattuto), al curioso tema affidato alla parte acuta dello strumento per richiamare lo xilofono, al canto del gallo finale. Un’esecuzione avvincente e molto ben calibrata, che ha da subito chiarito quale sarebbe stato il livello dell’esibizione.
Dopo le gustose Danze spagnole op.12 di Moritz Moszkowski, ricche di esotismo iberico e profumo di mare, il duo si è cimentato nell’impegnativa Petit Suite di Claude Debussy. Ogni pianista (a parte Arturo Benedetti Michelangeli) si accosta sempre con timore a questo autore, non tanto per la difficoltà tecnica quanto per l’espressività, il gusto e la raffinatezza che la musica di Debussy richiede all’esecutore, quindi sono stato molto colpito dal coraggio di presentare la Petite Suite in concerto, una sorta di misto tra curiosità ed apprensione per la buona riuscita dell’esecuzione. Questo è stato senza dubbio l’apice del concerto: lo studio accorto e profondo della partitura si notava distintamente dallo squisito tocco e dal mirabile gusto con cui il M° Fini e il M° Giorgini hanno eseguito la Suite e – soprattutto – dalla invidiabile precisione esecutiva e la bravura nell’evocare sonorità diafane che hanno piacevolmente ammantato il pubblico.
Eccellente anche l’esecuzione dei Tre Preludidi George Gershwin. Felicissima la scelta di eseguire la composizione del Maestro statunitense, la cui musicalità si lega bene a quella dell’impressionismo francese. Ho molto apprezzato questo brillante trittico, in particolar modo l’elemento centrale che rappresenta un’affettuosa parodia del celeberrimo Preludio n.2 in la minore op.28 di Chopin. Inoltre, questi tre poderosi brani, ritmici e piacevolmente dissonanti, hanno adeguatamente preparato il pubblico al pirotecnico finale, il micidiale Concertino su due temi russi di Alexander Rosenblatt, in cui si inanellano senza soluzione di continuità impervio virtuosismo e musicalità, irregolarità ritmiche, asperità armoniche, drammaticità, ironia, insomma uno spettacolare caleidoscopio autenticamente russo, la cui superba conclusione ha spinto il folto pubblico a riversare sullo strepitoso duo cinque minuti di applausi.
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