Dove si posa il bianco è il nuovo libro di poesie e Haiku di Floriana Porta, di cui abbiamo già avuto il piacere di recensire la raccolta, anch’essa di poesie e Haiku, Quando Sorride il Mare.
Dove si Posa il Bianco (Sillabe di Sale Editore, Novembre 2014), è un’altra declinazione della ricerca interiore della poetessa, che, dopo essere riemersa dagli abissi marini, prende parte a un viaggio dal respiro cosmico, espresso con assoluta brevità e precisione di immagini.
Infatti, il bianco è presenza, luce che crea, assorbimento di energia positiva che scopre l’occulto. Non a caso, dedicando due poesie alla pensatrice spagnola Marìa Zambrano, una al teologo, filosofo e paleontologo Pierre Teilhard de Chardin e una a niente meno che al padre della psicanalisi, Sigmund Freud, Floriana Porta traccia un percorso serrato attraverso l’inconscio che affiora e segue le orme di una totalità perduta, riuscendo a evidenziarla per pochi vibranti attimi.
La sezione dedicata agli Haiku, dal titolo Microcosmi, è un precipitato di questo percorso esistenziale: nel giro di diciassette sillabe distribuite in tre versi, rispettivamente di cinque, sette e cinque sillabe si ha un condensato di realtà che prende forma negli aspetti del quotidiano, celando però il momento panico, espresso in puro stile orientale, della compenetrazione del tutto.
Infatti, se la sua precedente opera, Quando Sorride il Mare, aveva come protagonista indiscussa l’acqua come prima origine della vita, in Dove si posa il bianco è la terra che si rivela sotto la luce di un occhio poetico attento, che, da ogni punto di osservazione, è pronto a cogliere il lato nascosto delle cose.