In questi mesi Venezia e Milano celebrano la Donna, rispettivamente l’una attraverso una mostra di opere delle principali fotografe internazionali – tra cui nomi italiani di spicco – l’altra con un’esposizione che parte dagli albori della storia dell’arte fino ai nostri tempi analizzando la figura della madre secondo la visione di molti artisti.
Quale miglior occasione allora per parlare di queste due mostre se non in questa rubrica, dedicata proprio alla donna nell’arte?
A Venezia, presso il Palazzo dei Tre Oci, fino all’8 dicembre sarà ospitata l’esposizione Sguardo di Donna. Da Diane Arbus a Letizia Battaglia. La passione e il coraggio, a cura di Francesca Alfano Miglietti. 25 artiste – tra cui Letizia Battaglia, Martina Bacigalupo, Alessandra Sanguineti, Donna Ferrato, Yoko Ono, Betina Rheims – 25 sguardi che raccontano in 25 storie diverse l’essere che ama per antonomasia, la donna, capace di creare e donare nuova vita, l’essere del “dono totale dell’anima e del corpo” (F. Nietzsche, La gaia scienza). Attraverso la fotografia queste donne danno voce a molte realtà diversificate del nostro quotidiano, facendosi testimoni anche di quello che spesso viene nascosto. Da qui la scelta delle artiste di esprimersi con il mezzo fotografico in grado di imprimere istantaneamente il linguaggio dell’umanità, dell’unicità, della differenza nelle infinite varietà dei soggetti ritratti. La caratteristica di tutte le opere è l’assoluta centralità del dialogo con il reale e questo rende il tutto molto più impattante ed estremamente potente.
Si ritraggono i volti e la vita di persone ai margini della società, le violenze domestiche, i dolori più profondi, bambini che si atteggiano come adulti, uomini che si sentono donne, la crudele realtà della mafia siciliana, la vita di eccessi, alcool e droghe della New York degli anni ’80.
L’allestimento – a cura di Antonio Marras – si articola in tre diversi nuclei, tre luoghi d’incontro che creano una relazione tra gli spazi della Casa e le opere fotografiche, diventando parte integrante della narrazione. Ogni stanza espone una, due, tre storie che dialogano fra loro e rievocano molte situazioni, che toccano più o meno da vicino tutti noi, raccontate con sguardi diversi ma comuni, gli sguardi delle donne.
A Milano invece ancora per pochi giorni – fino al 15 novembre –sarà ospitata a Palazzo Reale la mostra La Grande Madre, a cura della Fondazione Nicola Trussardi. Un’esposizione con opere di oltre 120 artisti (la maggior parte donne) provenienti da tutto il mondo – Magdalena Abakanowicz, Ana Mendieta, Lucio Fontana, Marisa Mori, Frida Kahlo, Dorothea Lange, Jeff Koons, Cindy Sherman, Carla Accardi.
Un viaggio straordinario nella storia dell’arte, dall’arte primitiva alle avanguardie fino ai giorni nostri, con una riflessione profonda sulla figura della madre. Si analizza, nelle diverse fasi storico-artistiche, l’iconografia della maternità secondo la personale visione di ogni artista in mostra.
La madre, la grande madre, rappresentazione dell’origine della vita stessa, della donna, della nutrizione, dell’amore più puro, più radicato, più appassionato. In questa sede si intrecciano arte, sociologia, psicologia e tante altre dimensioni del sapere. La figura della madre ritorna anche come evocazione di forza, di estrema potenza vitale, colei da cui nasce tutto e a cui tutto si ricongiunge.
29 sale che esplorano il potere generativo della donna, nell’arte e nella società. Si offrono più percorsi, tra realtà biologica e valori, con un filo comune: la nascita come apertura al mondo. Ci si trova di fronte alla celebrazione della verità del rapporto della donna con il suo corpo, scardinando quella figura zuccherosa alla quale ci ha abituato la retorica visiva dei media e della pubblicità.
Due mostre, quindi, che si sono concentrate esclusivamente sulla donna, sul suo universo e sul suo animo. Un focus estremamente dettagliato che fa emergere mille e più sfaccettature di un essere bellissimo e complicato allo stesso tempo.
I consigli di Women’s Power
Avendo visitato in prima persona queste due mostre consiglio vivamente di farlo anche ai miei lettori, con la scusa di una “gita fuori porta”. Nonostante, poi, i cataloghi non siano così economici, vale la pena acquistarli per l’estrema precisione dei testi critici.
Dedico questo mio articolo “di ritorno” su Uni Info News alla mia Grande Madre e a tutte le grandi madri del mondo. Senza di lei non sarei qui e certamente non sarei la persona che sono.