Nelle splendide sale di Palazzo Ducale a Genova, fino al 10 Aprile 2016, saranno esposti cinquantadue inediti capolavori, provenienti dal prestigioso Institute of Arts di Detroit. Questa mostra, curata da Salvador Salort-Pons e Stefano Zuffi, toccherà Genova come unica tappa europea. Un percorso a ritroso, che riporta nel continente natìo, le opere dei maggiori esponenti della storia dell’arte, a cavallo fra Ottocento e Novecento . I quadri, giunti per la prima volta in Italia, sono il frutto della passione dei collezionisti americani. Proprio negli anni dello sviluppo del Capitalismo, gli statunitensi iniziarono una febbrile opera di mecenatismo, verso tutti i prodotti delle avanguardie occidentali. Così negli appartamenti del Doge possiamo ripercorrere la storia: dagli Impressionisti fino a Picasso.
L’intera mostra, a mio avviso ben strutturata, presenta dei pannelli introduttivi all’ingresso di ogni sala, per affidare poi le informazioni relative a ogni singolo quadro, alle didascalie e alle audio-guide (comprese nel biglietto: 13 euro per gli adulti). Le opere, disposte in ordine cronologico, ricoprono l’arco temporale di oltre cinquant’anni: dal 1874, la prima mostra Impressionista, fino ad arrivare al Cubismo novecentesco di Picasso .
Si comincia questo viaggio nel mondo della luce e del colore, proprio con gli oli su tela impressionisti di Monet e Renoir, con le sue donne sinuose, colte in un’atmosfera dolce e soffusa. Si passa successivamente alla sala monografica sul pittore Degas, famoso per le sue ballerine, del quale sono presenti cinque tele, di cui una incompiuta. Troviamo in seguito lo spazio dedicato ai Post-Impressionisti: i grandi Gaugin, Cezanne e Van Gogh. Di questa area sono rimasta piuttosto delusa, in quanto l’autoritratto di Van Gogh presente, scelto come icona dell’intera mostra, è poco più grande di una cartolina, e del pittore olandese ci sono appena tre tele.
Il percorso prosegue attraverso i prodotti delle avanguardie espressioniste di tutta Europa, come i Fauves francesi e i membri avanguardisti tedeschi del Die Brücke e del The blaue Reiter . Infatti possiamo ammirare alcuni dipinti, dai forti toni cromatici, di Matisse, Nolde e Kirchner. Nota positiva e degna di orgoglio cittadino, sono i tre ritratti del livornese Amedeo Modigliani presenti alla mostra, con la loro linea raffinata e i caratteristici colli allungati. Per finire giungiamo nell’area cubista di Picasso, passando prima dall’astrattismo di Kandinski, dove, attraverso i quadri, possiamo tracciare l’evoluzione artistica del noto pittore andaluso.
Ho trovato assolutamente sorprendente, il fatto che la mostra termini proprio nella sala adiacente alla Cappella del Doge, che risulta quindi un passaggio obbligato prima dell’uscita. La Cappella Ducale, infatti, essendo interamente affrescata e rivestita di ornamenti di epoca Barocca, crea un piacevole contrasto con la mostra di arte moderna-contemporanea appena visitata. Da sottolineare inoltre, che non essendo presenti barriere di alcun tipo, tutte le opere sono fruibili da molto vicino. Idea simpatica e accattivante è stata quella di porre sul muro, dell’ultimo corridoio, le frasi celebri degli artisti protagonisti di questo evento. In conclusione, mi sento in dovere di avvertire il lettore che le tele esposte non sono di certo le più famose, nonostante sia nota la prolificità di questi autori, perciò non aspettatevi di trovare i vostri quadri preferiti. Consiglio in ogni caso di visitarla, dato che è un evento davvero unico e irripetibile.
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