“Sono giovane e, come molti miei coetanei, ho voglia di fare, conoscere e scoprire, al quadrato. Un filosofo dell’antichità diceva “è saggio colui che sa di non sapere” , frase che nei secoli ha prodotto ricerca e dalla ricerca sviluppo scientifico e sociale. Questo voler agire purtroppo è ostacolato da continui tagli all’istruzione, forse perché la cultura deve rimanere di pochi, forse perché essa è un’arma ben più letale degli F35! Tutto questo fa rabbia e tristezza.
Bisogna ripartire dalle piccole realtà, dal territorio, dalle fondamenta di un paese che sta perdendo la propria dignità ed identità nazionale: un tempo eravamo la culla della conoscenza e della ricerca, oggi, chi vuole “fare cultura” deve andare all’estero. Prendiamo d’ esempio la nostra città: andare a teatro, per musei, concerti ma anche al cinema, sta diventando un lusso. Un processo di rincaro che non colpisce solo il singolo individuo: danneggia l’economia, la città, ma soprattutto frena il ritrovarsi. Frena il sociale, inibendo la creazione di un pensiero critico. Perché non partire dalle realtà locali garantendo finanzia- menti al sapere e creando, così, generazioni “sveglie” e capaci intellettivamente e criticamente di portare avanti l’Italia?
Abbiamo la fortuna di vivere in una realtà come Livorno, che è la città più multietnica delle multietniche, la più colorata delle colorate: siamo uno scrigno di tesori messo nella soffitta delle contraddizioni: Livorno, la città con più artisti al mondo per densità di abitanti, ma allo stesso tempo con più menefreghisti (culturalmente parlando);, la città con più medagliati olimpici, ma anche la città più sfaticata d’ Italia. Personalità, dunque, di estremo rilievo come Mascagni, Fattori e Modigliani meritano un “newdeal” artistico nei loro luoghi natii. Ripartire dai giovani e dal territorio è la carta vincente per rendere le nuove generazioni orgogliose di conoscere e far conoscere le proprie radici, renderle entusiaste di esportarle!”
Emiliano Cicero
@EmilianoCicero