21 Novembre 2024

Giovedì 15 ottobre, a Livorno, presso la Banca del credito cooperativo di Castagneto Carducci, anche TEDxLivorno ha partecipato al Countdown, un’iniziativa globale promossa e organizzata da TED in collaborazione con Future Stewards, che mira a sostenere e accelerare la realizzazione delle possibili soluzioni contro la crisi climatica, trasformando le idee in azioni concrete.

L’obiettivo del progetto è quello di contribuire alla costruzione di un  futuro migliore per la società, promuovendo pratiche che abbiano come focus la riduzione delle emissioni di  gas serra del 50% entro il 2030, un primo fondamentale traguardo per un pianeta più sicuro e più pulito.


La serata livornese del Countdown è stata condotta dall’organizzatore e curatore del TEDxLivorno Luca Leonardini, il quale, di fronte ad un doppio pubblico, in presenza e connesso ad una diretta live, ha sottolineato l’importanza della chiamata ad agire per l’ambiente di Chris Anderson, leader di TED:“con il Countdown, TED non diffonde più soltanto idee di valore, ma porta azione sul territorio e lo fa creando un network tra tutti coloro che possono determinare un cambiamento per fermare la crisi climatica, un network tra cittadini, istituzioni, aziende ed università, necessario per imprimere un’accelerazione verso un mondo sostenibile”.

Livorno, grazie all’iniziativa del TEDxLivorno e Livorno2020 “è una delle venti città italiane che ospita gli eventi Countdown”, di cui quello andato in scena il giovedì 15 ottobre non è che il primo atto. “Tutti gli eventi italiani”, peraltro, “hanno ricevuto il patrocinio del Ministero dell’ambiente e di Lega Ambiente, così come di tante associazioni ed Università” sottolinea sempre Luca all’apertura della serata.

Ma nella sala del Banco del credito cooperativo di Castagneto Carducci non sono stati soltanto proiettati alcuni dei molti video girati da TED e che hanno dato voce ad eminenti esponenti della comunità scientifica, attivisti, imprenditori, urbanisti, agricoltori, manager, investitori, funzionari governativi e artisti. Grazie all’intervento in sala del Dott. Jacopo Querci, Luca ha potuto sviluppare un interessante e ad ampio dibattito con il pubblico sulle cause del cambiamento climatico e su come ridurre la nostra impronta ecologica.

Querci, già intervenuto al primo evento TEDxLivorno del marzo 2019, ha sottolineato quale sia il settore umano che comporta il maggior carico di emissioni nocive nell’ambiente: “il settore agroalimentare”. E’ l’industria alimentare nel suo insieme, “dagli allevamenti intensivi alla rete di distribuzione ad avere un impatto ambientale straordinariamente grave”. Autore del progetto 1000 calorie, Querci ha sostenuto che “per una vita sana e dal basso impatto ambientale sia sufficiente un’alimentazione molto meno calorica di quella tradizionale”. Ciò ci porta anche a parlare del cambiamento climatico con un’altra prospettiva, reinventando le abitudini quotidiane. Attraverso un miglioramento collettivo delle stesse sarà possibile fare più di quanto i governi abbiano stabilito con gli accordi di Parigi, “con un processo bottom-up e non calato dall’alto”.

Se ciascuno di noi volesse contribuire alla difesa dell’ambiente, potrebbe cominciare a farlo diminuendo il proprio apporto calorico, servendosi di una filiera più corta possibile. E non c’è bisogno di diventare vegani, perché le coltivazioni di tanti altri alimenti vegetali hanno un impatto altrettanto devastante sull’ambiente, come il caffè. Inoltre perché la dieta vegana produca miglioramenti sensibili per noi e l’ambiente deve essere fatta con attenzione e perseveranza e non è facile. Per questo ridurre le calorie può già essere sufficiente, poiché è un’abitudine più facile da conseguire nel tempo”.

Mentre tutti i video-interventi proiettati sono anche visibili sul sito TED, è opportuno spendere due parole per celebrare l’ampia coalizione inventata da TED per dare una risposta all’emergenza climatica e per le originali quanto autorevoli voci che la compongono, citando qualche estratto.


“Pensavamo di avere più tempo”, esordisce Johan Rockström, professore dello Stockholm Resilience Centre alla Stockholm University ed ex direttore dello Stockholm Environment Institute, “ma adesso siamo già alle soglie dello stravolgimento dei almeno nove dei quindici grandi sistemi biofisici che regolano il clima e permettono la vita sul nostro pianeta così come la conosciamo. La stabilità delle società umane si basa su due presupposti fondamentali: clima stabile e ricca biodiversità. Adesso tutto ciò sta mutando e dobbiamo intervenire entro gli ultimi dieci anni che ci restano per arrestare il cambiamento, ne va della sopravvivenza di milioni di persone”. 

Ma la sfida che i cambiamenti climatici ci stanno ponendo non potrà essere vinta con disperazione e menefreghismo, perché invertire la tendenza è (ancora) possibile. Ne è una dimostrazione la caparbietà di Christiana Figueres, leader degli Accordi di Parigi del 2015, la quale ci invita a diventare coltivatori del futuro “perché con un ottimismo determinato ed implacabile possiamo raggiungere risultati impensabili e vincere questa battaglia”.

Le fa eco il Principe William, il quale sostiene che una lotta all’inquinamento sia realizzabile anche perché “i giovani non la credono più impossibile: la riposta al COVID-19 ha dimostrato quanto rapidamente possano avvenire riconversioni industriali, mutamenti di abitudini e quali risorse si possano muovere se c’è la volontà politica per farlo”. Nel suo video continuerà dicendo che, come JFK lanciò la temeraria missione di lasciare la superficie terrestre per raggiungere la luna in appena un decennio (cosa che effettivamente accadde contro ogni pronostico), per mettere alla prova le migliori capacità tecniche e di ingegno dell’umanità, così adesso l’umanità dovrà esprimere nuovamente il meglio di sé, ma non per lasciare la Terra, ma per salvarla.

David Lammy, infine, deputato del Regno Unito, ha aggiunto quanto il tema dello stravolgimento climatico si leghi a quello delle ingiustizie sociali. A pagare per il peggioramento delle condizioni di vita non saranno “le élites globali, ma sarà la povera gente nelle periferie dei grandi paesi industrializzati e nel terzo mondo”. Si è pensato troppo a lungo che ci fossero problemi più urgenti del clima e che l’ambientalismo fosse un tema per pochi privilegiati: “come può esserlo quando non ci sono i soldi per pagare la bolletta?“. Ma le due grandi questioni vanno a braccetto e non sarà possibile avere giustizia sociale, continua Lammy, fintanto che non ci sarà giustizia ambientale, invitando i cittadini appartenenti ai ceti più bassi ed alle minoranze etniche ad unirsi allo sforzo globale per un mondo carbon-free.

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Lamberto Frontera

Classe 1995, laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli Studi di Firenze, appassionato di storia, politica ed economia, oltre che di informatica, cinema ed arte, scrive per Uni Info News dal 2015

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