Coscienza e anima per ridare vita al teatro, così Stefano Accorsi, nuovo Direttore Artistico della Fondazione Teatro della Toscana, apre il suo discorso alla conferenza stampa in vista della riapertura del teatro alla comunità dopo 430 giorni di chiusura.
“Bisogna rinnovare un patto con il pubblico anche più giovane. I teatri sono luoghi d’incontro, non sono sacri. Rendiamo il teatro vivo”.
Giovani, vecchie e nuove drammaturgie, la lingua italiana, il teatro civile e sociale, questi sono alcuni dei temi cardine sui quali il Teatro della Toscana punta in questa nuova apertura. In un momento di grande disorientamento la volontà della Fondazione è quella di essere sempre di più un punto di riferimento artistico e progettuale. La visione del futuro è quella degli spazi del teatro possano tornare ad essere vissuti pienamente dagli artisti e dai giovani, all’interno di uno sfidante percorso per mantenere alto l’investimento sulla qualità. In questo modo il teatro riacquista il suo ruolo attivo nella società, di partecipazione critica agli eventi, alla storia, rinnovando il suo impegno sociale.
Manifesto per un nuovo teatro
La chiusura dettata dall’emergenza è stata l’occasione per applicare il metodo di lavoro e il modello produttivo dichiarati nel Manifesto per un nuovo teatro che è alla base del lavoro del Teatro della Toscana, tanto che gli spettacoli prodotti per la riapertura sono l’esito dell’incontro fra giovani attori e maestri, scene, costumi e apparati sono realizzati dal Laboratorio d’Arte e dallo staff di palco, con una dotazione economica delimitata, limitata e sempre uguale, in economia, con rigore, umiltà, integrità e sincerità, termini e principi probabilmente ‘fuori moda’, ma oggi sempre di più decisivi e fondamentali nel tempo che ci troviamo a vivere.
I principi che costituiscono il fondamento della nuova vita della Fondazione sono:
- Per un Teatro politico che sia spazio sacro della polis, luogo civile, luogo ‘separato’ di incontro e confronto;
- Per un Teatro che sia una vera istituzione europea per una Nuova Unione dei Teatri Europei;
- Per un Teatro centrato sui giovani, i curiosi, gli appassionati, quelli che lo rifiutano, quelli che lo fanno;
- Per un Teatro Casa degli Artisti che sia un riferimento vero per artisti che condividono visione e progetto;
- Per un Teatro sintesi di tutte le arti che esce da sé per irradiarsi nei luoghi periferici del disagio e della diversità;
- Per un Teatro fondato su una proposta formativa diversificata, nelle periferie, nelle scuole, nei centri sociali;
- Per un Teatro vissuto come mezzo espressivo per tutti, anche per chi ci lavora;
- Per un Teatro che abbia come materia fondamentale la Lingua Italiana in tutte le sue declinazioni e dialetti.
LA RINASCITA DEI TEATRI: Teatro Era di Pontedera, Teatro della Pergola di Firenze e Teatro Studio Mila Pieralli di Scandicci
Il Teatro Era di Pontedera ha riaperto le porte lo scorso 9 maggio con lo spettacolo Giocando con Orlando – Assolo, di Stefano Accorsi, diretto da Marco Baliani. Un Orlando che vuol essere il segno tangibile dei valori che rappresentano la base della ripartenza. Lo stesso spettacolo è stato presentato al Teatro della Pergola di Firenze e che si inserisce in un programma ricco di iniziative musicali e di valorizzazione dei nuovi e giovani talenti.
In questa direzione devono essere letti tutti gli spettacoli in programma in questo mese: La mafia di Luigi Sturzo, adattamento e regia di Piero Maccarinelli, in prima nazionale il 13 e 14 maggio alla Pergola (in onda in prima serata il 29 maggio – ore 21:15 – su Rai Cinque, regia televisiva di Marco Odetto): un intreccio tra mafia e politica che ha anticipato la realtà attuale di oltre un secolo, con protagonisti i giovani del “vivaio” del Teatro della Toscana e dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” di Roma. Il Workcenter Grotowski con Sin Fronteras (Senza Frontiere), regia di Thomas Richards, in prima nazionale al Teatro Era il 15 maggio, il 16 maggio con Le Storie di Katie e l’anteprima di E il popolo canta, entrambi regia di Mario Biagini; La donna volubile di Carlo Goldoni, regia di Marco Giorgetti, alla Pergola dal 19 al 23 maggio, con le attrici e gli attori de l’Oltrarno, la scuola di formazione del mestiere dell’attore diretta da Pierfrancesco Favino; Pinocchio da Carlo Lorenzini, uno spettacolo di Pier Paolo Pacini, alla Pergola dall’1 al 6 giugno e al Teatro Era l’8 giugno con i diplomati del Corso per Attori ‘Orazio Costa’.
Il Teatro Studio ‘Mila Pieralli’ di Scandicci riapre come spazio internazionale del contemporaneo con lo spettacolo interno/esterno da Maurice Maeterlinck. La regia è di Charles Chemin, in anteprima il 15 e 16 maggio con i diplomati del Corso per Attori ‘Orazio Costa’. Il progetto è inserito in un sistema di relazioni europee del teatro che approderà agli Chantiers d’Europe del Théâtre de la Ville di Parigi.
Teatro e multimediale
Sempre nell’ambito del rinnovamento è stato inaugurato un nuovo processo produttivo che va dal teatro al mezzo multimediale e digitale con artisti di riferimento della scena nazionale come Elio Germano in Così è (o mi pare) – Pirandello in Vr, ultimo progetto Gold, co-prodotto da Infinito e Teatro della Pergola. Una rilettura in chiave moderna del classico di Pirandello “Così è (se vi pare)“, scritta da Elio Germano, che diventerà un film in realtà virtuale.
La nuova sfida è mettere il pubblico in scena. Passare da essere pubblico distante seduto in platea a essere all’interno dello spazio scenico, dove si muovono gli attori. Cioè in scena.
Inoltre sarà proposto Paradiso 33, ispirato alla Divina Commedia di Dante di Elio Germani con Teho Teardo, insieme ai direttori creativi Simone Ferrari e Lulu Helbaek. È questo l’inizio di un cammino ideativo comune, fortemente voluto dal Direttore Artistico Stefano Accorsi.
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